l prossimo 15 maggio la popolazione è chiamata alle urne per votare il pareggio dei conti dello Stato entro il 2025. Un appuntamento fondamentale per evitare, tra le altre cose, scomodi aumenti di imposte a carico dei cittadini. Abbiamo intervistato Piero Marchesi, presidente UDC Ticino.
Stop all'aumento delle imposte. Sì a spendere meglio i soldi dei cittadini. è possibile? Come?
“Evitare l’aumento di tasse e imposte non è solo ragionevole, ma pure ovvio, soprattutto considerando che in Ticino la pressione fiscale è più alta della media dei Cantoni e che i salari medi sono i più bassi della Svizzera. La proposta contenuta nel Decreto che voteremo il 15 maggio è equilibrata e moderata. Non si chiede di tagliare la spesa, come invece cercano in modo subdolo di far passare gli opponenti, quanto piuttosto di rallentarne la crescita. Approvando il Decreto il Consiglio di Stato e il Parlamento avranno il compito di spendere meglio i soldi dei cittadini, investendo laddove è davvero necessario e risparmiando un po’ invece dove possibile, affinché le uscite non siano superiori alle entrate. Negli ultimi 15 esercizi (dal 2010 al 2025) tra dati consolidati e proiezioni, il Cantone ha chiuso i conti solamente 4 volte in attivo e ben 16 volte in passivo. Qualsiasi azienda privata o semplice famiglia, che spende più di quanto guadagna, sarebbe già fallita. Votare Si è un atto di responsabilità per le future generazioni, per evitare che siano chiamate a pagare debiti accumulati da altri. Nel 2025 il debito pubblico supererà i 3'000 milioni di Franchi!”.
Principalmente ci si concentra a contenere le spese dello Stato. è così?
“La spesa nel 2022 sarà di 4'173 milioni, quella di 10 anni fa era di 3'347 milioni, equivale a un aumento di 826 milioni cioè del 24.6%. Se continuassimo con questa accelerazione ben presto il Cantone non sarebbe più in grado di fornire i servizi senza aumentare massicciamente le imposte. La nostra proposta è quella permettere un aumento della spesa, ma in modo più moderato affinché le entrate possano compensare le uscite. Se al posto di aumentare la spesa di 100-120 milioni l’anno, la limitassimo a 50 o 60 milioni – non proprio noccioline - avremmo facilmente raggiunto il pareggio del conto economico. Con un Si alle urne ci sarebbe inoltre un chiaro mandato del popolo a Governo e Parlamento, che non potrebbero più posticipare questo importante tema”.
In cosa 'abbondano' secondo lei le spese dello Stato?
Citiamo dall'argomentario: si spendono, in media, 11,4 milioni di franchi al giorno. Cifre 'spaventose', possiamo definirle così?
Esatto, sono cifre impressionanti che devono far riflettere il cittadino elettore. Questi costi sono coperti per la gran parte dalle imposte dei cittadini che faticano a guadagnarsi la pagnotta. Spendere meglio i soldi dei cittadini dovrebbe essere l’obiettivo di ogni cittadino e ogni partito”.
Pareggiare il conto economico in tre anni è possibile o azzardato con una tempistica così stretta?
“Il decreto in Gran consiglio è stato proposto dall’UDC, poi è stato perfezionato e in seguito adottato grazie al supporto di PLR, Lega e di qualche Parlamentare PPD. Credo questa sia la dimostrazione che l’obiettivo del pareggio dei conti sia fondamentale, ma lo è ancora di più il fatto di avere un obiettivo temporale. Altrimenti si continuerà a discutere di finanze sane, di pareggio dei conti, di revisione dei compiti dello Stato, ecc. in eterno senza trovare mai una soluzione. Il momento è arrivato, spero che le cittadine e i cittadini colgano questa opportunità votando Si il prossimo 15 maggio”.
Non è vero che per garantire una buona socialità bisogna spendere di più. Perché?
“Bisogna spendere meglio e non necessariamente di più. E se fosse necessario spendere di più lo si farà, ma solamente dopo aver davvero analizzato se quanto si spende ora è efficace e utile per il cittadino. Solamente con un Si alle urne potremo obbligare la politica a chinarsi su ogni singola voce di spesa. Altrimenti si continuerà a chiedere più soldi senza chiederci se questo aumento serve davvero a qualcuno”.





