Sport, 22 marzo 2022

Leandro Profico racconta il Rapperswil dei miracoli

RAPPERSWIL - Leandro Profico ha appena chiuso una delle migliori regular season della sua carriera: da quando gioca nel Rapperswil, il difensore grigionese con trascorsi anche a Lugano (sotto Slettvoll e Johansson) ha vissuto un crescendo tecnico come pochi altri: basta dire che è uno dei giocatori più affidabili dei Lakers, per stessa ammissione del direttore sportivo Jannick Steinmann. “Leandro ci porta esperienza, tranquillità e tanto cuore, esattamente come piace a noi”. E il difensore cresciuto nel Coira è stato uno dei cardini della squadra rivelazione di questa prima fase di campionato, il miracolo Rappi ci vien da dire: i Lakers quarti, sissignori, non se li aspettava proprio nessuno.


Dietro a Zugo, Friborgo e Zurigo ma davanti a compagini ben più blasonate quali Bienne, Davos (prossimo avversario nei playoff), Ginevra, Losanna e Lugano. Tanto per capire: gli uomini di Hedlund hanno terminato la regular season con 18 punti in più dei bianconeri e ben 29 più del Berna, la grande delusione del campionato. Leandro, da ragazzo equilibrato, invita però alla prudenza.


”Per noi e per le altre squadre qualificate fra pochi giorni inizia un nuovo torneo. Nulla è scontato, nulla è dovuto ma soprattutto nessuno concede niente: sarà una lotta senza quartiere”.


Leandro Profico: tutti parlano del Rapperswil. Grande rivelazione, grande sorpresa.
Ma in fondo chi si aspettava di vederci fra le migliori sei? Siamo stati anche primi, incredibile. Qui comunque nessuno si è mai montato la testa o ha pensato che improvvisamente eravamo diventati dei fenomeni. No, siamo andati avanti con umiltà e cuore, senza curarci di quanto dicevano di noi. Prima o poi crollerà, scrivevano alcuni giornali di Zurigo. E invece non solo non siamo crollati ma abbiamo tenuto. Benissimo.


Qual è il segreto di questa squadra?
È un mix di tutto. L’esperienza di quei giocatori che sono a Rapperswil da parecchi anni, la classe dei giocatori stranieri, uno su tutto Cervenka, la determinazione di alcuni elementi arrivati in estate e che altrove avevano poco spazio (Lammer e Zangger, ndr), un ottimo portiere come Nyffeler e, infine, la maturazione dei giovani.


Eppure la partenza di coach Tomlinson non lasciava presagire nulla di buono.
È stato soprattutto grazie a lui, se lo scorso anno siamo riusciti ad arrivare in semifinale. Ci ha insegnato tantissime cose: sia dal profilo mentale che dal punto di vista tattico. La sua partenza sembrava dovesse essere un boomerang ed invece il nuovo coach Hedlund è stato bravo a seguire lo stile di allenamenti del suo predecessore. Ha cambiato
il gioco: ha insistito sulla circolazione del disco piuttosto che i lanci lunghi all’angolo. Ma questo cambiamento ha messo in luce le qualità di alcuni giocatori, in particolare dei nuovi.


A proposito di Cervenka…
Roman è un signor giocatore. Uno dei migliori o più bravi con il quale io abbia mai giocato. È una persona taciturna che tuttavia sa essere leader come pochi. La sua presenza sul ghiaccio è uno stimolo per tutti. A beneficiarne sono stati soprattutto i giovani.


Con uno come lui si sogna.
Di certo non siamo sazi. Conosciamo il nostro valore e cercheremo di proseguire sulla linea tracciata. La qualificazione ai playoff diretta è stata una conquista importante, oltretutto dopo il raggiungimento dei playoff della scorsa stagione. Ma non ci accontentiamo: inizia un nuovo campionato e vogliamo stupire ancora. Siamo consapevoli di poter dire la nostra.


Pensate al titolo?
Non ne abbiamo mai parlato, ma credo che ognuno di noi in fondo ci faccia un pensierino. Adesso però dobbiamo concentrarci sulla sfida contro il Davos, un avversario che in stagione abbiamo battuto due volte su cinque. Sarà un bel playoff.


Veniamo alle altre squadre: chi l’ha maggiormante impressionata?
Lo Zugo. Ma anche lo Zurigo e ultimamente il Losanna, che ha grande qualità. Se trova continuità di rendimento sarà un brutto cliente per tutti. I favori sono comunque per i campioni in carica. Con il ritorno di Hofmann sono tornati ad essere micidiali.


E l’Ambrì Piotta?
Non avrei mai pensato che sarebbe riuscito ad entrare nelle prime dieci: la squadra di Luca Cereda ha compiuto una bellissima impresa. Anche se, va detto, è da inizio stagione che il Berna non gira. Per lui un campionato da dimenticare.


E il Lugano?
Sembra un paradosso: dopo averlo eliminato dai playoff dello scorso campionato, in questa stagione la squadra bianconera ci ha battuti ben quattro volte su quattro. È stata l’unica che non siamo riusciti a sconfiggere. La classifica del Lugano non dice tutto. Il valore del suo effettivo vale molto di più del nono posto.


Per finire: lei ha ancora un anno di contratto con i Lakers. Cosa si aspetta dal futuro?
Nel 2023 scade il mio contratto. Anche se esiste la possibilità di far valere una opzione per il rinnovo. Qui mi trovo benissimo. Rapperswil è una cittadina graziosa e tranquilla. Ideale per un giocatore e per la sua famiglia.

M.A.

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