I deputati che siedono a Berna dovrebbero rinunciare al 20% delle indennità quale gesto di solidarietà verso i cittadini colpiti dalla crisi di Coronavirus. È questa l'idea della consigliera nazionale Andrea Geissbühler (UDC/BE) che ha chiesto ai suoi colleghi in Parlamento di versare il 20% di quanto ricevono come indennità annuale. Riferendosi alle decisioni prese dalla Confederazione che hanno "colpito duramente l'economia svizzera", così come le conseguenze per le imprese, il mercato del lavoro e le finanze federali, o "le migliaia di vite distrutte e le molte famiglie che si trovano in grandi difficoltà finanziarie", chiede ai suoi colleghi di fare un gesto di solidarietà.
In concreto, i parlamentari dovrebbero rinunciare al 20% della loro indennità annuale che ricevono per partecipare alle sessioni. L'indennità sarebbe ridotta da 26'000 franchi a 20'800 franchi all'anno, una riduzione di 5.200 franchi. Geissbühler ritiene che i parlamentari "sono di fatto responsabili, insieme al Consiglio federale, delle misure drastiche che sono state prese, così come delle spese colossali, che dovranno essere sostenute dal contribuente negli anni a venire".
Nella riunione della Commissione delle istituzioni politiche del Consiglio nazionale alla fine della settimana scorsa, i suoi colleghi non erano però convinti dell'idea. Con 18 voti contro 5, hanno deciso di non portare avanti la sua iniziativa parlamentare.
In concreto, i parlamentari dovrebbero rinunciare al 20% della loro indennità annuale che ricevono per partecipare alle sessioni. L'indennità sarebbe ridotta da 26'000 franchi a 20'800 franchi all'anno, una riduzione di 5.200 franchi. Geissbühler ritiene che i parlamentari "sono di fatto responsabili, insieme al Consiglio federale, delle misure drastiche che sono state prese, così come delle spese colossali, che dovranno essere sostenute dal contribuente negli anni a venire".
Nella riunione della Commissione delle istituzioni politiche del Consiglio nazionale alla fine della settimana scorsa, i suoi colleghi non erano però convinti dell'idea. Con 18 voti contro 5, hanno deciso di non portare avanti la sua iniziativa parlamentare.