Sport, 24 gennaio 2022

“I Giochi sono il massimo. Orgogliosa di partecipare”

La ticinese Nicole Bullo andrà per la quinta volta alle Olimpiadi invernali

LUGANO - Nicole Bullo è un vero monumento dell’hockey ticinese e svizzero, protagonista indiscussa in patria con le Ladies Lugano (otto titoli più una Coppa nazionale) e sul fronte internazionale (bronzo ai Giochi di Sochi nel 2014 e bronzo ai Mondiali negli USA due anni prima). Una carriera eccezionale, insomma, che si arricchirà di un nuovo capitolo esaltante: la sua quinta partecipazione ai Giochi Olimpici invernali. Da ieri si è infatti aggregata con le rossocrociate per preparare al meglio la trasferta in Cina, nazione che l’ha già vista all’opera più volte nelle varie competizioni passate. Pochissimi sportivi svizzeri (e non solo) sono arrivati al traguardo raggiunto dalla Bullo che, a 34 anni, è pronta per l’ennesima sfida con la squadra nazionale, con la quale conta di ben figurare sul ghiaccio di Pechino. E propria alla vigilia della sua partenza l'abbiamo sentita per sapere quali sono le sue sensazioni e le sue speranze.

Nicole: partecipare a cinque edizioni dei Giochi invernali è davvero una cosa straordinaria.
Se ci penso, è un numero statistico eccezionale. Tuttavia non penso ai record, semplicemente credo invece che è il risultato che corona anni di grandi sacrifici, visto oltretutto che lavoro a tempo pieno. Il fatto di essere stata ancora selezionata per rappresentare il mio paese è motivo di grande orgoglio.


Sono ormai passati tanti anni dalla sua prima Olimpiade.
A Torino nel 2006! Ero molto emozionata, perché l’evento olimpico è un appuntamento speciale per qualsiasi atleta d’élite. Essere presenti a questa competizione crea emozioni indescrivibili; se poi, oltre a ciò riesci anche a fare centro conquistando la medaglia di bronzo, come è stato il caso ai Giochi di Sochi, allora il ricordo diventa indelebile. Alla trasferta in Russia è legata anche il ricordo più bello della mia carriera. Anche se non posso dimenticare il terzo posto conquistato ai Mondiali americani nel 2012.


Però le Olimpiadi sono un’altra cosa.
Ogni gara dei Giochi lascia il segno. Si lotta per il risultato, ma il clima e le motivazioni sono totalmente differenti. Attorno a questo evento senti un’atmosfera particolare, emerge proprio quello spirito sportivo che in altre competizioni non vedi. Ecco perché questo le Olimpiadi restano il sogno di tutti, diventano l’apoteosi di ogni sportivo. Emozioni in quantità, dentro e fuori dal campo.


Cosa colpisce veramente dei Giochi?
Ai Giochi convivono migliaia di persone pronte a sfidarsi in varie specialità. Gareggi nella tua prova ma nel medesimo tempo sei contagiato dalle altre gare, vuoi seguire tutto. Ognuno vive nel proprio mondo ma poi ha voglia di conoscere e di scambiare le proprie esperienze. Un fenomeno di interazione nel vero senso della parola. Anche tutto ciò che circonda questo evento, il pubblico, l’interesse mediatico, le implicazioni tecniche ed umane, si miscelano in un unico prodotto, esaltando ancora di più il vero spirito olimpico.


Il coronavirus ha purtroppo destabilizzato non poco il mondo sportivo: da oltre due anni siamo condizionati
da questa pandemia che costringe tutti a sottostare ad uno stress psicofisico pazzesco. A Pechino verranno applicate misure assai restrittive per tutti.
Per me sarà il primo evento con il Covid, e la cosa di certo mi disturba non poco visto che noi atleti dovremo vivere in vere e proprie “bolle”. L’ultima estate avevo dovuto rinunciare ai Mondiali per problemi di salute. Dunque la voglia di giocare è tanta; cercheremo di superare anche questi problemi ma certamente l’impatto psicologico non sarà agevole. Speriamo, anzi sono convinta che le emozioni sapranno prendere ancora il sopravvento.


Lei, fra l’altro, ha fatto il covid.
Sì, è stata molto dura. Ci é voluta tanta pazienza, ma alla fine sono riuscita a superare tutti i problemi. Sette mesi di sacrifici, durante i quali ho cercato di elaborare il tutto e ritrovare i giusti equilibri ed una buona forma. In sostanza: ho dovuto ascoltare di più il mio corpo per capire dove dovevo migliorare.


Torniamo all’aspetto puramente sportivo. La Svizzera ha sicuramente le carte in regola per dire la sua nella competizione femminile.
Vogliamo almeno superare i quarti di finale, considerando che il nostro girone è molto forte. Se tutto andrà bene saremmo felici di poter competere per una medaglia. Agli ultimi Mondiali la nostra nazionale è riuscita a superare questo stadio, quindi sono convinta che a Pechino abbiamo delle possibilità di fare bene.


Lei non sarà l’unica ticinese in squadra.
Infatti ci sarà anche Nicole Vallario che attualmente gioca nella NCAA statunitense con la squadra del St. Thomas, dopo aver giocato fino a due anni fa a Lugano ed a Turgovia la scorsa stagione. Ha 21 anni ed è alla sua prima esperienza olimpica. Si tratta di un ottimo difensore. Negli ultimi tornei internazionali abbiamo giocato insieme e ho pututo notare i suoi grandi progressi fatti.


Il rammarico di Nicole Bullo è quello di non essere mai andata oltre Oceano.
Diciamo che quando ero più giovane non ho colto la giusta occasione. Allora la situazione per andare in Nordamerica era diversa rispetto al presente.


Detto delle Olimpiadi, diamo un’occhiata anche al campionato. Le Ladies sono in lotta per la leadership con lo Zurigo. Come accade ormai da tante stagioni.
Siamo seconde in un torneo in cui abbiamo avuto degli alti e bassi. La squadra della Limmat è stata forse quella che ha evidenziato una maggior costanza di rendimento, noi dovremo essere capaci di non perdere più punti contro avversarie più abbordabili Il pronostico è aperto a qualsiasi soluzione. Non escludo che ci possa essere qualche sorpresa.


L’hockey femminile riesce finalmente a coinvolgere più spettatori in Svizzera?
Dobbiamo ancora percorrere una lunga strada. A Lugano non siamo messi così male, anche se ovviamente non si possono fare paragoni con l’hockey maschile. L’affluenza è comunque leggermente migliorata.

GIANNI MARCHETTI

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