VIGANELLO - Viganello, una società che ha avuto un gran peso nella storia cestistica luganese e nazionale. Una società che ha vissuto momenti indimenticabili e unici negli anni ’70, dal presidente Roda all’uomo delle “penne”, ossia Silvio Laurenti. Due trionfi in Coppa Svizzera (il primo nel 1977 alla presenza di quasi 5000 a Mezzovico nel derby vinto all’overtime contro il Pregassona, con Dan Stockalper strepitoso ed i duelli sotto canestro fra Brady e Williams) e il campionato vinto alla Gerra contro la Federale con super Charlie Yelverton a dettare legge.
Ricordi fantastici, che però col tempo sono stati superati dalla delusione dei tifosi per la fusione con la Federale e in seguito con la sparizione del team della periferia luganese per problemi finanziari (ad approfittarne è stato il Lugano al quale il proprio il Viganello ha concesso i diritti sportivi per accedere alla massima lega). Se i “big” sono spariti da una vita, il Viganello ha rialzato la testa, rifondando il club e ridando grande entusiasmo ai suoi giovani, che ora lo frequentano in massa (oltre 150) suddivisi in varie categorie. Tanta linfa alla società alla quale è stato abbinato il nome “Caimans”.
Tanta euforia insomma ma anche la consapevolezza che la strada è ancora lunga, come conferma del resto il direttore sportivo Fabio Jim Bernasconi, uno che ha vissuto in prima persona il boom del basket ticinese con una discreta esperienza come giocatore ed una lunga militanza come dirigente: “Stiamo lavorando per costruire un solido futuro al nostro club – ci dice Bernasconi - Abbiamo cercato di creare delle solide basi, di richiamare delle persone competenti che credono nel nostro progetto, e che sanno dare una carica a tutto il movimento. Il nostro presidente Florio Spadini ha preso il timone: è stato lui a chiamarmi in causa ed io, che ho vissuto la maggior parte della mia vita sportiva in questo club, ho risposto presente. Il Viganello è la mia casa perciò mi sento davvero onorato di partecipare a questa ricostruzione, unitamente ad altri miei colleghi, anche a Renato Carettoni, un altro personaggio che ha scritto pagine indimenticabili nel basket ticinese”.
Prima di addentrarci nel presente, rivediamo qualche fotogramma dei tempi che furono...
Ha ragione a definirli così: allora avevo 15 anni e non mancavo una partita. Addirittura dovevo andare un’ora prima per trovare un posto a sedere. Anche il Viganello faceva tendenza: grazie a Yelverton, Futz, a Dan Stockalper che arrivò da noi dopo essere stato scartato dalla Federale. Quante vittorie e quante emozioni, specie a Mezzovico.
Insomma, il Viganello è sempre nel suo cuore.
Assolutamente, qui ho vissuto i miei primi tempi anche come allenatore – pure della prima squadra quandomilitavainPrimaLega. Perquesta ragione, dopo aver trascorso anche sei stagioni nel Barbengo, quando mi hanno chiamato per tornare alla base non c’ho pensato un attimo.
Avete avuto coraggio e tanta determinazione rifondando nel 2004 il nuovo Viganello che,