Svizzera, 04 dicembre 2021

Crivellò di colpi un conoscente in un bar, condannato a 16 anni di carcere

Il tribunale penale di Ginevra ha riconosciuto colpevole di omicidio (tra le altre cose) l'uomo che nel 2016 aveva sparato più volte ad un conoscente in una sala di tè. Il 42enne è stato condannato venerdì a 16 anni di prigione, mentre l'accusa aveva chiesto una sentenza di 19 anni. I giudici hanno sottolineato la "singolare determinazione" dell'assassino, la sua "determinazione totale" e il suo "comportamento terrificante dovuto alla sua freddezza".

Come ripercorre il portale "Le Matin", il giorno dell'incidente l'omicida, allora 37enne, aveva sparato più volte alla sua vittima di 34 anni. Il dramma si è svolto in tre atti: cinque proiettili davanti e nel vicolo di un edificio, poi quattro, di cui tre alla testa, in una sala da tè, e poi due alla testa nello stesso stabilimento. Tra queste tre sequenze, il criminale si era preso il tempo di ricaricare la sua arma. "Ha fatto vivere l'indicibile alla sua vittima, che forse ha creduto di essere
viva, prima di essere messa a morte, fucilata come un cane", ha commentato il procuratore.

I giudici hanno sottolineato l'estrema futilità del movente dell'imputato: il desiderio di vendicarsi dopo essersi sentito umiliato dal soprannome "spaghetti" (è di origine italiana) che gli era stato affibbiato durante una discussione, tre giorni prima. "La sua frustrazione e il senso di fallimento nel suo percorso di vita" si sono poi cristallizzati sulla sua vittima, che ha subito una vera e propria "esecuzione". La Corte ha anche criticato il suo tentativo di "far sembrare la vittima spregevole per creare un motivo meno inqualificabile".

Tuttavia, il tribunale aveva escluso la premeditazione, considerando possibile che la volontà di uccidere sia sorta solo al momento dell'ultimo e fatale incontro. E ha anche ammesso, secondo gli esperti, che la responsabilità dell'imputato era leggermente limitata a causa di un grave disturbo della personalità.

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