Svizzera, 18 ottobre 2021
Swisscom delocalizza dei servizi in Kosovo
A partire dalla primavera 2022, i clienti Swisscom potrebbero dover chiamare in Kosovo per avere una risposta alle loro domande. La società di telecomunicazioni, in parte di proprietà della Confederazione, nel paese balcanico aprirà infatti un call center in Kosovo in cui lavoreranno 45 persone. La notizia è stata rivelata domenica dal "SonntagsBlick".
Il servizio sarà inizialmente un test che durerà fino alla fine dell'anno, ha detto il portavoce Sepp Huber al domenicale svizzerotedesco. Poi si deciderà se estenderlo o terminarlo. L'azienda assicura che nessuno dei suoi dipendenti sarà colpito e sottolinea che ha più di 2'000 posti di lavoro nei call center, circa la metà dei quali sono interni.
La decisione di Swisscom non è

stata gradita da diversi parlamentari, i quali hanno criticato il progetto pilota. "Un'azienda vicina alla Confederazione ha un certo obbligo nei confronti della Svizzera", afferma il consigliere nazionale Martin Candinas (centro/GR). È convinto che "se Swisscom trova dei collaboratori di call center in Kosovo, li troverà anche in Surselva, nell'Alto Vallese o nel Toggenburgo".
Anche il verde Michael Töngi (LU), presidente della commissione dei trasporti e delle telecomunicazioni, è scettico: "Il 25 ottobre la commissione discuterà gli obiettivi strategici di Swisscom. Poi sicuramente chiederemo anche al proprietario cosa ne pensa di questo outsourcing. A seconda della discussione, gli obiettivi strategici in questo settore dovranno essere adattati".