Opinioni, 10 ottobre 2021

Il Nuovo Ordine Mondiale, il peggior veleno

Il tempo della nostra libertà è come se fosse in un'altra epoca. I diritti assolutamente normali, sembrano una pallida chimera. Dei burattini nascosti nell'ombra, stano attaccando l'umanità, imponendogli delle strane regole, per cambiare la sua natura. Ideologie pagane, impongono gradualmente la loro schiavitù, usando dei falsi slogan, nel riguardo della democrazia. Il "Nuovo Ordine" del mondo è basato su una bugia, usata strategicamente come un'arma molto buona. I magnati dell'ingiustizia, sono pagati dall'alto per dire delle verità confuse con l'odore di grandi bugie.

Fraternizzati in tutto il mondo, parlamenti e governi, senza alcun rimorso, ci hanno riempito la testa di sciocchezze. I coccodrilli, mostrano pieta compassionevole e con i loro occhi lacrimanti ci calpestano la nostra libertà. Dalla terra, dall'erba verde, solamente, il Signore lo sa, da dove, è apparsa, così all'improvviso, l'odiosa pandemia, offrendo pienamente il pretesto di una dittatura globale, con abusi di potere per motivi medicali. Mi sembra che questa guerra non è contro la malattia, ma è contro la Santa Croce, contro la fede e la scuola e a tutto ciò che significa oggi, libertà di pensiero, libertà di movimento, libertà di parola. E, se Dio ci protegga di questa grave malattia, la piaga della dittatura è il peggior veleno, perché deruba l’uomo della sua eredità divina, impiantata dentro di noi, dallo stesso Dio, quando ha costruito la nostra natura!

In futuro tutto diventerà “tele”

Questi giorni mi domandavo, perché parlare degli atleti dell'anno, nell'anno senza spettatori sugli spalti? Invece ho capito subito che oggi, possiamo fare qualsiasi cosa, perché non ci succederà niente. E se non ci fossero mai spettatori? Saranno i telespettatori. È un momento nel mondo in cui tutto diventa "tele". Telelavoro, telefilm, giochi televisivi, teleconferenze, tele riunioni di famiglia e tante altre cose che non nomino, per riempire le nostre vite limitate ai quattro muri di casa nostra. Gli stadi e le sale sembrano tristi, ma ci abitueremo facilmente. Scommetto che se domani vedessimo affollato il Cornaredo di Lugano, avremmo già paura. Quindi, può esistere lo sport senza un pubblico dal vivo. Penso addirittura che lo sport subirà una mutazione importante e sarà definitivamente staccato dalla sua vecchia essenza, quella di rappresentazione per spettatori in carne e ossa, di happening, a cui bisogna venire di persona per annusare l'erba, il parquet, il sudore dei combattenti e l’odore della birra gadget della persona accanto. Come nel vicino futuro, probabilmente che scompariranno gli edifici per uffici, così sarà anche per gli stadi, che per quanto concerne gli spettatori diventeranno la storia. Se le persone si incontrano virtualmente in superfici create dal computer, dove possono lavorare insieme senza esserci di persona, così, a parte gli spogliatoi, sarà per gli stadi. Tutto ciò che sarà oltre il campo, diventerà fisicamente, inutile. Tribune, parcheggi, strade di accesso non serviranno più a niente.

Le tifoserie canteranno, ma ogni tifoso lo farà da casa sua, e saranno ascoltate e viste allo stadio grazie agli ologrammi. Gli spettatori potranno abbracciarsi elettronicamente con gli atleti, dunque sarà una meraviglia. Ad un certo momento non ci ricorderemo nemmeno com'era prima, allo stadio. Questo calcio conosciuto fino a ieri, ci apparirà come una cosa bizzarra, quasi come ci sembra ora che fosse ai tempi in cui i signori calciatori giocavano con il basco in testa. Lo stesso succederà con tutte le altre discipline. Avremo arene bellissime, più belle e molto, ma molto più economiche di quelle reali. Vi sembra una follia? Significa che non siete stati presenti su questo pianeta nell'ultimo anno. Nessun problema. Presto ognuno avrà il proprio pianeta su cui rifugiarsi. Il pianeta con il razzismo e il pianeta senza razzismo, il pianeta degli adoratori di Maradona e quella di coloro che pensano che fosse un ladro talentato, il pianeta di chi vuole vedere uno sport dove il doping sarà alla scelta degli sportivi, e anche il pianeta dove tranquilli potrete fare “corsi di masturbazione” seguiti da un master, finanziati dagli extraterrestri della nostra Confederazione! Come? Esiste già?! Vedete? Ci siamo già teletrasportati nel piccolo, grande, spazio cosmico!

La prima generazione uccisa dalla “pandemia del telefonino”

Ho paura del coronavirus come da un camion che può calpestarmi. Stando attento, invece, posso sfuggire a millimetri. La fine del mondo non avvera per la colpa del Coronavirus o di un’altra pandemia, ma per la colpa del telefonino. Il telefonino ha confiscato l'amore e ha installato la dittatura della solitudine. Finché il telefono era legato ad un filo, l’uomo era libero! La tecnologia non rivoluziona, ma solamente ti semplifica la vita. Se hai soldi. I quattro cavalieri della tecnologia sono Google, Amazon, Facebook e Apple. Giocare all’oratorio è stato sostituito dal gioco nell'illusione della malvagia prigione nel palmo della tua mano. Questa prigione prende piede e non ti lascia andare. Le barre sono sicure e, una volta catturate, non hai scampo. Se esiste una cospirazione globale, allora deve essere cercata qui. Il virus ti perdonerà. Il diavolo del telefonino no. Durante la mia giovinezza, per strada, non importava quanto fossi affrettato, errai colto da un sorriso accidentale o non, almeno di una bella ragazza. Oggi, tutte le ragazze, belle o brutte, vedono sul telefonino solo dei principi azzurri, modellati dalle anfetamine e altre porcherie. Il dispositivo che usano è come, i cavalli che una volta tiravano la calesse e indossavano occhiali, da cavallo, per guardare sempre in avanti. La giovane popolazione del pianeta, anemica e senza immunità, da New York a Tokyo e Hanoi, da Parigi a Chiasso è stata irrimediabilmente catturata da questo utile virus.

Utile, dico io, fino a un certo punto. Il punto in cui termina il dialogo, inizia la conversazione necessaria e inizia il nulla, l'offerta di attrazioni facili, maleducate, sporche, sexy. Tutti guardano i ragazzi con soldi che mostrano tagli di capelli senza senso, ultimamente lo stile della gioventù hitleriana e macchine fangose, i leader delle bande del quartiere. Il telefonino è il farmaco attraverso il quale si trasmettono segnali e i dialoghi vengono generalmente abbandonati. Nessun governo ha posto limiti agli affari della morte dell'anima attraverso l'abuso telefonico. In effetti, l'individuo non parla al telefono, ma il telefono assume il ruolo di proprietario, invertendo i ruoli. La sensibilità, l'amore per i genitori, l'ambizione di diventare qualcuno si sono sgretolati nel mondo subculturale in cui regna il telefonino ad alte prestazioni, capace nel distruggere la psiche e l'anima di un bambino. Una parte moriremo del Coronavirus.

Nessuno invece sfuggirà al diavolo che è gestito da un'industria miliardaria, il telefonino! Pronto, la Gadget Generation, pronto! Quando ero abbonato alla rivista dei fumetti, Pif Gadget, voi, la Gadget Generation non eravate nemmeno nati. Carissimi, non è stato facile neanche per noi! Siete i nostri figli fatti con l'antenna puntata sulla Radio Vaticana e con i preservativi scaduti portati dai nostri nonni dall'America. Vi abbiamo cresciuti duramente, molto duramente e ora ci sentiamo soddisfatti e vi amiamo. Sì c’è l’abbiamo fatta. Guarda, il mostro del mio vicino, sta guidando uno triciclo elettrico! Passa davanti alla chiesa e sputa! Wow, così piccolo e cammina su uno triciclo elettrico! Quanto vecchio è? Ha trentadue anni. Sì, così piccolo e già sputa. Attraverso la mascherina sicuramente! È troppo dolce. Si spolvera anche il naso e vive ancora con i genitori. Carissimi, da Maradona avete preso solamente il vizio, non il talento. Cosa fate adesso, ragazzini neo-marxisti? State portando Pablo Neruda e le sue famose poesie, fuori dalle biblioteche? Perdonatemi, avevo dimenticato che le vostre biblioteche sono sui telefonini e se togliamo le batterie siete finiti! Dalla pandemia del telefonino, come vi dicevo prima!

L’amore nell’era di Facebook

Sono forse, tra i pochi rimasti senza un account Facebook. Non l'ho so per quale filosofia non l’ho fatto ma, semplicemente non mi ha tentato o non ho sentito il bisogno. Ho ascoltato nel tempo i pro e i contra e ho capito cosa perdo
e cosa guadagno se rimango in contatto reale con i miei veri amici. Non ero nemmeno convinto dell'argomento che, il Facebook è importante. Si dice che, se non sei nello spazio virtuale hai solo da perdere. Come tante altre volte nella vita, più tempo passava, meglio mi rendevo conto che alcune cose non erano per me. Ho considerato lo spazio virtuale come una vita parallela, utile, importante ma estranea. Se voglio vedere qualcuno, li do un appuntamento. Se voglio sapere qualcosa, l’internet e i libri mi aiutano.

Ho trovato questo ritmo e mi attengo ad esso. Non sto dicendo che sia buono o cattivo. Nemmeno vivo su Marte e so anche che, tra le pieghe trasparenti delle pagine Facebook, nascono ogni minuto delle promesse di grandi amori, a prescindere dalle distanze. Passioni e preferenze sono ordinatamente, disposte nei cassetti. Non importa come hai viaggiato, quali compagni di viaggio hai avuto. È in tuo potere inviare un messaggio e se l'esca cattura, bene, in caso contrario, come ogni saggio pescatore, aspetti e riprovi perché le possibilità sono infinite e le acque calme. Il virtuale diventa reale e viceversa. La solitudine guarisce. La dipendenza da dialoghi "perfetti" gocciola di morfina nella tua anima. Immagino anche che su Facebook le cose sembrino sempre al riparo dalla volgarità quotidiana. Forse, puoi essere più bello, più intelligente e più empatico di quanto tu non sia mai stato. Non è facile neanche nel mondo reale. Più delusioni abbiamo qui, più attraente suonerà la voce della sirena su Facebook. Posso solo dire che, finora, non ho sentito la tentazione. Non ho l’idea se Facebook sia un male o un bene. È semplicemente uno stato che assumo interamente. Per ora, ho scommesso sulle persone reali a cui tengo. E se perdo la scommessa, almeno so che sto perdendo sulla mia mano. Dunque niente Facebook!

Dittatura o democrazia?

La nostra società sarebbe gestita meglio se il potere fosse nelle mani di un unico leader? È quello che la gente si domanda in seguito a un sondaggio effettuato nella capitale europea, Bruxelles. Si, lo dicono quasi la metà di loro. Non lo dicono i nordcoreani, non i cinesi, non i russi o i nostalgici di Trump, ma i gentili belgi, istruiti e ultrademocratici, in un sondaggio, avviato dalla televisione belga RTBF e condotto da un istituto specializzato, il KANTAR, in quella che chiamano l'operazione "Addio, democrazia?", che riassume le risposte, spettacolari e del tutto inaspettate. Più di un quarto degli intervistati vuole che l'attuale sistema di democrazia parlamentare sia sostituito da un altro. E sono convinti che, il Belgio sarebbe governato in modo più efficace se, il potere fosse nelle mani di un unico leader. Il sondaggio mostra anche che solo un cittadino su cinque è soddisfatto del modo in cui funziona il sistema democratico nel Paese. Più della metà della popolazione afferma che la democrazia parlamentare funziona male, ma, ciò nonostante, rimarrebbe il sistema migliore. Il problema che si pone è enorme e non può essere ignorato o minimizzato. Il 34.7% della popolazione crede nella necessità di un leader autoritario.

La maggior parte di questo segmento, sono giovani, disoccupati o nella categoria "inattivi", lavoratori e persone che hanno un'istruzione scolastica solo a livello di scuola elementare o al massimo di scuola media. Quasi cinquanta percento dei giovani d’età compresa tra venticinque e trentacinque anni è d'accordo o completamente d'accordo con la necessità di un leader autoritario. Di cosa dovremmo preoccuparci? Quello che ora comincia a coagularsi mi sembra essere il coagularsi delle linee di forza, durante l'ascesa al potere di due forze politiche apparentemente insignificanti: il fascismo di Mussolini in Italia e il nazionalsocialismo di Hitler in Germania. Entrambi sono nati sulla base della rivolta sociale contro la povertà e la corruzione di una società anacronistica, smantellando l'esercito parassitario e inutile, proponendo programmi di protezione sociale e una società "inclusiva", come diremmo usando l'altrettanto insignificante linguaggio della demagogia politica di oggi. Allora, ricordatelo che, la prima base elettorale dei due partiti era costituita dai giovani, i primi a risuonare con la formula totalitaria proprio perché disgustati dalla realtà delle società in cui vivevano e sentivano che il leader autoritario era la risposta desiderata. Il fenomeno si può ripetere, con un “leader carismatico” che suona correttamente su uno spartito che, come Mussolini o Hitler, riceverà al momento giusto? Nessuno conosce la risposta, possiamo solo interpretare le indicazioni date dal funzionamento di alcune società stabili o dal caos in cui si trovano altre. Da semplice cittadino, chiederei a questi giovani belgi, se hanno visto nella loro vita un dittatore? Carissimi, io l’ho visto, ho dato la mano ad un simile esemplare e sono stato perseguito e anche picchiato selvaggiamente dalla Securitate, la sua polizia politica segreta! Per scapare dal dittatore Ceausescu, ho camminato a piedi, sui binari della ferrovia, trecento cinquanta chilometri per trovare la libertà e in seguito, la democrazia svizzera! Siete giovani, non capite tante cose, ma ve lo dico amichevolmente: evitate di giocarvi con il fuoco, perché vi potete bruciare troppo presto!

Misurare

Al di là del panico e della paura, della follia degli acquisti inutili, degli scherzi a volte insipidi, che nascono anche da una paura nascosta, al di là di tutto questo c’era il silenzio. Una pace che l’umanità non ha da tanti anni, forse troppi per essere per il nostro bene. C’è un terribile silenzio fuori in tutto questo mondo. La gente si è fermata invece, dopo la follia che impropriamente veniva chiamata vita. Solo ora dovremmo capire che ciò che abbiamo vissuto prima dell’inizio della pandemia non era la nostra vita. Ognuno di noi correva per qualcosa, per qualcuno, e soprattutto per potere e denaro. Il denaro dà potere e il potere dà denaro, l’ordine non ha nemmeno più importanza. L’importante è che in questa continua follia, l’uomo calpesti qualsiasi cosa e tutti. L’umanità ha venduto la sua anima, ha dimenticato di sorridere, ha dimenticato l’empatia, tolleranza, comprensione e, soprattutto, perdono. È solo che è arrivato un secondo nel nostro tempo in cui dobbiamo isolarci. L’isolamento non è necessariamente una cosa negativa.

Avremo tempo per tornare a essere amici. Dio, la Divinità, l’Universo o come volete chiamarlo, non fa nulla a caso. Da tutta questa follia usciranno delle cose buone, forse grandiose. Un mondo muore perché un altro deve nascere. Siamo obbligati a farlo. Se non abbiamo la forza per farlo, saremo costretti in un modo o nell’altro. La domanda importante è, non la risposta, perché sta succedendo a tutti noi? Se guardiamo fuori, l’erba, gli alberi, gli uccelli, gli animali vedono le loro vite, intatte. Per tutta la Terra, la vita procede secondo l’ordine del Signore. Solo per le persone tutto è andato in pezzi! Rispondiamo a questa domanda sperando che finisca bene. Quando noi umani crediamo di essere “dei”, Dio sceglie un virus, qualcosa che non si vede, per mostrarci tutta la misura. Capiamo che sta arrivando un momento per tutto.

Politici, fermate tutto!

Bravi politici ancora in salute,
uomini forti, che state al timone,
guardate questa terra piena di COVID,
guardate indietro a voi stessi!

Vogliamo vita, per quelli appena partoriti,
vogliamo la vita per noi, quelli vivi,
la morte, furba, lavora silenziosamente,
mentre noi continuiamo a parlare di vita.

Vogliamo vivere! Diamo anche una mancia,
per almeno, due, tre, anni di salute,
vi imploriamo di fermare i cortei mortali,
dei vax, no vax e imbecilli mal’ tamponati.

Politici, se voi siete i nostri veri fratelli,
vi offriamo anche i ranghi e le cadreghe,
ma non possiamo più andare avanti cosi,
fermate questa competizione mortale!

La nostra vita non è altro che, un lungo sentiero,
con una serie ininterrotta di…interruzioni, che,
per poter morire, dovrete fermate l’intera Pianeta,
per noi, gli “over” si è accesa la luce… scendere!

Constantin Cojocariu
Chiasso

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