Sport, 04 ottobre 2021

Mauro Zanetti e quel tiro senza troppe pretese che affossò Ivano Zanatta...

L’ex biancoblù Mauro Zanetti ricorda il suo “exploit” contro il Lugano (nel 2007)

DONGIO - Partiamo da quel dopo-partita drammatico (sportivamente parlando) di Lugano-Ambrì del 4 dicembre 2007. I biancoblù hanno appena messo a segno il colpaccio grazie ad una rete di Mauro Zanetti e negli spogliatori bianconeri tira aria grama: si è appena presentato il presidente Paolo Rossi che prende da parte Ivano Zanatta, coach dei padroni di casa, e lo licenzia in tronco. Sul posto e a muso duro! Il vincitore del titolo 2006 è a pezzi ma tutta la squadra solidarizza con lui.


“Non è il nostro coach che va in pista”, avvisa Julien Vauclair. Sull'altro fronte si festeggia: nel buio di una stagione decisamente negativa, ecco un raggio di luce targato (appunto) Mauro Zanetti. Il centro della terza linea al 33'08 segna infatti la rete decisiva. Un autentico gollonzo, facilitato da una delle tante papere di Aebischer nella sua permanenza luganese. E proprio l'attaccante bleniese, amministratore di una ditta di Dongio (la Truaisch-Derighetti Sagl), ricorda oggi per i nostri lettori quel pazzesco e indimenticato 4 dicembre 2007. È il racconto di un derby che a modo suo ha fatto la storia: quando un tiro senza pretese entra in porta per l‘esultanza di una tifoseria (biancoblù) e la disperazione dell’altra (bianconera) ma soprattutto decreta il destino di un allenatore (Ivano Zanatta).


Zanetti: se lo ricorda bene quel derby.
E come no! Sia noi che il Lugano navigavamo in brutte acque ed entrambi dovevano per forza vincere. Se non sbaglio i bianconeri avevano avuto dei problemi con una influenza intestinale e quindi si presentavano all' appuntamento con qualche assenza importante. Io sentivo più di ogni altro quel derby (numero 162, ndr): ero il secondo che disputavo ma il primo alla Resega.


Non fu una bella partita
Le due squadre erano molto nervose. Il momento, come detto, non era dei migliori e quindi vincere il derby era importantissimo per entrambe. Per il morale, l'autostima e per rilanciare una classifica davvero deficitaria. Noi, comunque, sentivamo meno il peso della sfida. Il Lugano era in crisi e non poteva certo permettersi di perdere la sfida cantonale. Oltretutto in casa...


Lei giocava in terza linea con Bianchi e Christen.
Esatto, due persone con le quali nel tempo non ho
perso i contatti. In particolare con il secondo che ha cambiato indirizzo professionale e ora lavora in Polizia. Entrambi abbiamo preso la strada di campionati meno prestigiosi ma comunque impegnativi e divertenti come la Prima e la Seconda Lega. Formavano un terzetto amalgamato e in quel derby fornimmo un importante contributo. L’HCAP fece della solidità e della compattezza le sue armi per battere il Lugano 


Poi arrivò il fatidico minuto…
Verso il 34esimo, in una fase piuttosto interlocutoria della partita, provai un tiro in diagonale dopo un ingaggio ed ho visto il disco prendere una strana traiettoria. Poi, improvvisamente, sentìi l' urlo di gioia dei nostri tifosi. Mi accorsi che il disco era finito in porta, alle spalle di Aebischer che probabilmente non era concentrato. Sui giornali il giorno dopo lessi che il portiere bianconero aveva commesso una clamorosa papera.


Un gollonzo che però entrerà nella storia.
Beh, diciamo che la rete non fu uno delle più belle. Anzi, Aebischer ci mise del suo. Ma a volte la fortuna te la devi cercare. Quella sera ci provai. E il risultato fu bellissimo. Per me vincere un derby a Lugano è sempre stato un sogno.


Immaginiamo la festa negli spogliatoi leventinesi.
Era la seconda partita di fila che vincevamo. Grande disciplina e attenzione ai dettagli. Alla fine meritammo noi. Negli spogliatoi? Quando si vince un derby si fa sempre festa… 


La sua rete decretò in pratica la fine dell’avventura di Ivano Zanatta sulla panchina bianconera.
Due giorni dopo il derby, appresi la notizia sui giornali. Rimasi stupito, visto che il coach canadese aveva appena vinto il titolo con il Lugano. Di certo non mi sentii in colpa….( ride) 


Quello non fu il suo unico gol nella storia delle sfide cantonali.
Ne feci un altro, se non sbaglio sul finire del 2010. Ero appena tornato ad Ambrì, e in panchina c'era Kevin Constantine. Segnai il gol del momentaneo pareggio (1-1) in un partita che vincemmo per 4-2. In somma: quando il sottoscritto andava in rete, l’Ambrì conquistava i tre punti!

M.A.

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