Svizzera, 17 settembre 2021

"Sul tentativo di estorsione Berset aveva mentito"

Secondo la "Weltwoche" il consigliere federale Berset "ha detto il falso neléa sua vicenda di ricatto, ha abusato di funzionari federali e ha sperperato il denaro dei contribuenti". Si riferisce ai dossier di un'inchiesta penale sul caso di ricatto contro il consigliere federale Alain Berset, esploso lo scorso novembre.

I fatti risalgono a dicembre del 2019, quando Alain Berset era vittima di un tentativo di estorsione da parte di una donna con cui aveva una relazione extraconiugale. Il consigliere federale ha sporto denuncia al Ministero pubblico della Confederazione (MPC). Ciò ha portato a un arresto e all'apertura di un procedimento penale, conclusosi con una condanna definitiva nel settembre del 2020.

Anche allora il caso era stato reso pubblico dalla "Weltwoche" ed era stato confermato dal MPC. Stando a un decreto d'accusa datato 14 settembre 2020, la donna aveva minacciato Berset di divulgare foto e corrispondenza privata tra lei e il ministro. In cambio voleva 100'000 franchi. Berset aveva sporto denuncia e la donna è stata arrestata il 13 dicembre 2019.

Il giorno prima, la stessa aveva inviato una lettera al consigliere federale nella quale affermava che ritirava la sua richiesta di 100'000 franchi e che la sua accusa non corrispondeva alla realtà. Restituiva inoltre gli originali dei documenti che gli aveva inviato per e-mail.

Ma quello che allora sembrava essere una relazione extraconiugale sfuggita di mano, sembra essersi trasformata in un affare di stato, stando a quanto rivela la Weltwoche che nel frattempo è entrata in possesso di documenti che dimostrerebbero che la vicenda nasconde dei retroscena decisamente interessanti.

I punti chiave: dopo che l'ex amante aveva contattato Berset, il consigliere federale ha chiesto al suo capo di gabinetto di intervenire per limitare i potenziali danni alla sua reputazione, in un momento molto delicato quando mancavano poche settimane alle elezioni del Consiglio federale.


Secondo
il settimanale zurighese, l'ex amante di Berset avrebbe minacciato di rendere pubblica la loro relazione oltre che contattare la moglie del Consigliere federale socialista. Secondo quanto si legge in una e-mail, la donna scriveva: "Se viene fuori che il signor consigliere federale fa gestire gli affari delle sue mogli da una segretaria finanziata dallo stato, il ruolo di colpevole per abuso d'ufficio potrebbe ricadere sul suo capo".

La donna motivava la sua richiesta di denaro principalmente per il fatto che il consigliere federale avrebbe doovuto pagare per un aborto che ha richiesto perché aveva avuto un rapporto sessuale non protetto. Era stata perfino fissata una data per la consegna del denaro. Ma invece dei soldi, è arrivata la polizia che ha perquisito la sua casa e sequestrato tutti i dispositivi che potevano contenere materiale compromettente.

Un avvocato avrebbe contattato uno psichiatra, che ha diagnosticato una possibile schizofrenia con diagnosi a distanza. L'obiettivo, secondo la Weltwoche, era quello di intimidire la donna, madre di un bambino di quattro anni.

Secondo la "Weltwoche", l'intimidazione ha avuto successo: "Improvvisamente ha ritrattato tutte le accuse in un documento di diritto civile di quattro pagine, scusandosi con la coppia Berset. Né Alain Berset le aveva promesso una futura vita insieme, né era rimasta incinta di lui, né l'aveva costretta a interrompere la gravidanza promettendole in cambio 100'000 franchi".

In cambio del silenzio, Berset avrebbe rinunciato a chiedere un risarcimento all'accusatrice.

Se queste accuse venissero confermate, da parte del Capo del Dipartimento federale dell'interno ci sarebbe stato abuso di potere, l'uso di dipendenti statali per risolvere una questione personale, false dichiarazioni sulla durata della relazione, che secondo Berset è durata meno di un anno, ma secondo le altre parti coinvolte andava avanti da anni, secondo le e-mail a cui la Weltwoche ha avuto accesso.

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