Sport, 09 agosto 2021

Mamma mia che Olimpiade! E che gioia per Noé

Con lo spegnimento del braciere olimpico si sono conclusi i Giochi di Tokyo: ben 13 le medaglie svizzere, tra le quale brilla il bronzo del ticinese Ponti

TOKYO (Giappone) – Giù il sipario. Ieri si è spento il braciere olimpico e con esso si sono concluse le Olimpiadi di Tokyo. Una fiamma olimpica che, dall’alto, ha protetto e benedetto i Giochi più complicati di sempre: rinviati lo scorso anno per la pandemia, quest’anno si sono disputati contro il parere e il desiderio dei giapponesi che avevano tanta, molta paura dell’esplosione dei contagi di Covid-19, ma che alla fine si sono entusiasmati e goduti anch’essi quella che da sempre è il massimo appuntamento sportivo planetario.
 
 
Anche noi svizzeri ci siamo entusiasmati, abbiamo gioito, abbiamo sofferto, abbiamo stretto i pugni, abbiamo urlato, mentre a volte l’urlo di gioia ci si è stretto in gola (come nel caso della 4x100 femminile), ma alla fine tutti, compresa Swiss Olympic, non possiamo che essere felici delle 13 (!) medaglie conquistate a Tokyo. 13 medaglie: 3 ori, 4 argenti e 6 di bronzo. 13 medaglie: 10 in campo femminile e 3 in campo maschile.
 
 
Ovviamente per noi ticinesi quella che pesa e conta di più è quella di bronzo ottenuta da Noé Ponti nei 100m delfino.
Un risultato esagerato, gigantesco, con tanto di record svizzero (50”74) che ha permesso al ragazzo del Gambarogno di chiudere alle spalle di due mostri sacri che rispondono al nome di Caeleb Dressel (nuovo record del mondo) e Kristof Milak: roba da non crederci. E pensare che senza lo slittamento delle Olimpiadi di un anno Noé non avrebbe preso parte alla manifestazione!
 
 
Come dimenticare, inoltre, la doppia medaglia di Belinda Bencic capace di centrare l’oro nel singolare femminile e l’argento – assieme a Viktorija Golubic – nel doppio? O il fantastico podio tutto elvetico nel Cross-country femminile con la vittoria di Jolanda Neff, seguita da Sina Frei e da Linda Indergand? Ci sarebbero da ricordare anche l’oro e il bronzo di Nina Christen nella pistola – precisamente nella 50m a tre posizioni e nella 10m ad aria – così come il bronzo di Jeremy Desplanches, ma alla fine ciò che è sicuro che è queste 2 settimane ce le ricorderemo a lungo. Chi non si svegliava la mattina, se non seguiva le gare in diretta, con qualche notifica sul telefono di una medaglia elvetica e sorrideva pieno di orgoglio?

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