Sport, 28 giugno 2021

La Svizzera si ama sempre e a prescindere

Sondaggio con esperti e tifosi sulle recenti polemiche che hanno investito la Nati

LUGANO - Basta un nonnulla per accendere un incendio. Bastano i capelli gialli di Xhaka e le urla di Seferovic dopo il gol alla Turchia per alimentare polemiche e mandare su tutte le furie i tifosi e pure una certa stampa d'Oltre Gottardo, che non la smette mai di soffiare sul fuoco. Molti si sono lamentati per il fatto che i nostri non cantano il salmo svizzero mentre nelle altre nazionali si vedono degli autentici tenori (stonatissimi, per altro) commuoversi mentre urlano le note del loro inno. Una critica che viene da lontano e che accompagna la nostra massima rappresentativa già dai tempi del compianto Köbi Kuhn.


Qualcuno si ricorda (eccome) del gesto dell’aquila ai Mondiali di Russia 2018. E, per dirla tutta, non l'ha ancora digerito. Insomma: questa Svizzera è sempre sotto tiro esembra aver perso consensi e popolarità. A dispetto di una costante crescita tecnico-tattica in corso dal 2004 . Forse, avvertono gli addetti ai lavori, la multietnicità della Nati non piace e si fatica ad accettarla (sarebbe ipocrita negarlo); altri, tuttavia, ribattono che la questione torna d'attualità quando la squadra perde. In breve: è un bel pasticcio, che per altro la federazione non è mai riuscita a risolvere.


Dalle risposte del nostro piccolo questionario, emerge tuttavia un dato inequivocabile. Al netto di polemiche e critiche scatenate per questo o per quell'altro motivo, la Nazionale va amata, sempre e a prescindere. Evviva. È già un buon inizio.

Le domande 
1. Perchè la nazionale rossocrociata genera sempre polemiche?
2. La multietnicità della squadra è una delle cause?
3. La Nazionale si ama a prescindere?


Carlo Scolozzi  - Eco dello Sport
1. Le polemiche ci sono perchè è una nazionale sempre uguale nei suoi uomini; la gente ha la percezione che vengono convocati sempre i soliti e non può aspettarsi una sorpresa. Ho la sensazione che Vladimir Petkovic guardi esclusivamente ai campionati esteri e mai alla Super League, nella quale ci sono buoni giocatori.
2. Credo sia in corso una sorta di disaffezione. Non so dire, tuttavia,se sia dovuto al fatto che in squadra ci sono soprattutto giocatori originari di altri paesi. I problemi comportamentali
o di appartenenza etnica, spesso evocati, vengono fuori quando la squadra perde. Vedi i capelli tinti di giallo dopo la sfida (persa, appunto) contro gli azzurri.
3. Una nazionale la si ama a prescindere. A maggior ragione ora che la nostra società è diventata multiculturale. Mi permetto di dire che in Svizzera esiste la paura dei cambiamenti e del diverso. È una società conservatrice.


Mauro Botti  - capo redattore Mattino
1. Le polemiche, se ci pensiamo bene, ruotano attorno a qualsiasi sport. Se parliamo della Nazionale i malumori, quando qualcosa non va per il verso giusto, sono all'ordine del giorno. Inoltre: dobbiamo veramente essere felici di una squadra che si qualifica agli ottavi dopo due partite disastrose e grazie alla 'sfortuna' degli altri? Le polemiche comunque fanno parte del gioco, e i professionisti dovrebbero accettarle e farne buon uso.
2. Essere una nazionale 'multietnica'non credo sia il vero succo del problema. Ci vogliono però giocatoricon rabbia e 'attributi'.
Rispondo ponendo anche a mia volta una domanda: questi ragazzi giocano veramente nella Nati perché ci credono o perché le loro nazionali non gli avrebbero permesso di giocare con una certa frequenza Mondiali ed Europei ed acquisire visibilità?
3. La nazionale la si ama a prescindere, sarebbe da sciocchi non farlo. A volte siamo solo un po' tutti allenatori da divano: mai contenti. Agli ottavimaglietta, sciarpa rossocrociata e... Hop Suisse!


Omar Gargantini  - capo redattore sport radio RSI
1. Perché interessa, innanzitutto. E poi perché i grandi tornei coinvolgono le masse, anche chi solitamente non segue. Nel caso specifico credo soprattutto però per qualche gesto poco intelligente e pubblicizzato via social, per una comunicazione abbastanza carente da parte dell’ASF e last but not least per la bruttissima prestazione con l’Italia. I risultati veicolano gli umori
2. In qualche caso le critiche sono legate a questo motivo, sarebbe da ipocriti negarlo. Ma, come dicevo,gesti evitabilissimi e pubblicizzati non aiutano a sgombrare il campo
da
equivoci e un pizzico di populismo. Se una grossa fetta della popolazione non si identifica in questa squadra qualche ragione ci sarà.
3 . Si, la nazionale la si ama a prescindere, perché è il simbolo di un’identificazione nel proprio paese. I giocatori che la rappresentano invece no. Loro non per forza li si ama.


Fernando Corti  - tifoso rossocrociato
1. La nazionale svizzera ha perso la sua caratteristica operaia, fatta di talento, lavoro e cuo-re coi suoi limiti e pregi. La composizione dei giocatori, che militano in campionati più importanti, ha generato aspettative che col passar del tempo hanno fatto a pugni con le prestazioni. Vestire la maglia della nazionale significa rappresentare il tuo popolo, io ho il diritto di identificarmi nei giocatori che portano la maglia rossocrociata, sin dall'inno. Se lo ascolto prima della partita e avverto che chi gioca non si sente coinvolto da quelle note, allora c'è un problema.
2. La multietnicità non è un valore o un disvalore fine a se stesso. Le divisioni ci sono sempre state (tra svizzero tedeschi, svizzeri francesi, ticinesi ) anche nei club, ma quandosi scende in campo per la Svizzera l'obiettivo è uno solo. Cercare diessere più bravi dell'avversario
dando il massimo. Kubilay Türkyilmaz, Valon Behrami, Hakan Yakin e Raimondo Ponte hanno sempre giocato con cuore e astuzia ottenendo la stima di tutto lo spogliatoio e dei tifosi.Contrariamente, oggi osservo volontà o impegno diverso a geometrie variabili a dipendenza delle polemiche o dell'avversario, vedi Serbia.
3. Buona parte dei giocatori della nazionale di Pektovic deve fare un passo indietro e incamminarsi in una campagna di riavvicinamento ai tifosi, una sorta di “operazione simpatia”. Chi lo capisce bene, sennò lasci il posto ad altri. Perchè la nazionale è un bene imprescindibile.


Nicola Martinetti  - Corriere del Ticino
1. Secondo me la Nazionale è spesso al centro delle polemiche per via degli atteggiamenti non graditi al tifoso svizzero. Sia in campo, dove sovente si ha l' impressione che non sempre tutti i giocatori diano il massimo, sia fuori dal rettangolo verde. Il confronto con le altre selezioni, poi, ingigantisce questa sensazione.
2. No, non credo che vi sia un problema di multietnicità. Al netto di gesti evitabili – e mi riferisco a quanto successo in Russia nel 2018 - resto convinto che la questione più calda sia davvero quello dell’atteggiamento. La stima della quale godevano in passato ValonBehrami o Gelson Fernandes
lo dimostra. Guerrieri che davano tutto e venivano apprezzati dai tifosi.
3. Penso che l'amore per la rappresentativa del proprio paese ci sia sempre in ogni sport e in ogni torneo. Alle Olimpiadi spesso si finisce col celebrare risultati di sportivi che magari, prima dei Giochi, il tifoso medio non aveva mai sentito nominare. Trovo invece maggiormente difficile identificarsi al 100% quando vi sono problemi come quelle citati nelle risposte precedenti.


Patrick Della Valle  - capo redattore sport Teleticino
1. Perché è un po’ il destino di ogni rappresentativa nazionale. La nostra poi ci mette sempre del suo per innescare la scintilla.
2. No, il motivo è da ricercare nel comportamento dei singoli.
3. Dovrebbe essere così.


Fabio Schnellmann  - tifoso rossocrociato
1. La critica è legata in gran parte ai risultati: se la 'Nati' perde ecco lanciata la polemica su tutto (etnie, look, ecc.), se la 'nati' vince e convince ecco che d'incanto viene tutto dimenticato..
2. In gran parte vale la risposta di prima; solo vincendo e convincendo con impegno e dedizione si dimentica presto il fatto che la nostra nazionale sia multietnica 3. Io penso di si. Ma visto
e considerato però che è composta da giocatori provenienti da diverse realtà, va fatto un approfondito lavoro nelle selezioni giovanili affinchè chi arriva nella nazionale maggiore, arrivi convinto e determinato per farsi amare da tutta la gente.

MDD

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