Sport, 23 maggio 2021

“È una pista anomala, solo i migliori la domano”

Oggi si disputa il GP di Monaco. Ne parliamo con il noto giornalista di motori Pino Allievi

MONTE CARLO (Principato di Monaco) - Pino Allievi, per anni prima firma dei motori della Gazzetta dello Sport e apprezzato collaboratore della Rai, la definisce anomala, difficile e pure folle. Il termine “anacronistica”, afferma il giornalista italiano, è forse esagerato, anche se riconosce le terribili difficoltà che un pilota incontra nel guidare una vettura a oltre 200 km l’ora fra i muri e le stradine della pista di Montecarlo, sulla quale oggi si corre il tradizionale e storico Gran Premio di Monaco. Di una cosa, tuttavia, si dice sicuro:“ Salvo poche eccezioni, hanno sempre vinto i migliori, coloro che avevano talento e qualità superiori agli altri”. Con il buon Pino abbiamo cercato di inquadrare questo evento, che definire speciale è eufemistico. Partendo da una semplice e forse scontata domanda.


Pino Allievi: ha ancora senso nel 2021 correre sul tortuoso circuito monegasco? 
La risposta è semplice: sono i piloti a voler correre a Montecarlo. Da sempre. Su questo circuito misurano le proprie capacità tecniche e soprattutto fisiche. Ma non solo: anche le scuderie hanno sempre messo Monaco in testa alla lista dei gran premi da vincere. Per Enzo Ferrari, tanto per esemplificare, trionfare nel Principato era motivo di grande orgoglio. Per la Scuderia, diceva, era una questione di visibilità a livello planetario. E, in un certo senso, Montecarlo piace per il glamour. Nei giorni del Gran Premio capita di incontrare divi, attori, attrici, capitani di industria. Anche se rispetto al passato, soprattutto agli Anni Sessanta e Settanta del secolo scorso, le cose sono cambiate… 


Il circuito, converrà, non è il massimo a livello di sicurezza. 
Debbo dire che su questo aspetto si è molto dibattuto e ammetto che la pista nasconda parecchie insidie. Ci sono stati anche vari incidenti, alcuni tremendi e nei quali due piloti italiani Luigi Fagioli (nel 1952) e Lorenzo Bandini (nel 1967) sono pure deceduti. In tanti hanno rischiato la vita. 


A Montecarlo, si dice, vince solo chi ha talento. 
Concordo pienamente. Salvo qualche eccezione, mi riferisco a Oliver Panis nel 1996, hanno sempre vinto i migliori. Solo guai meccanici hanno
impedito che la qualità del pilota non fosse premiata. Qualche volta hanno si sono pure esaltati coloro che non avevano la macchina piu competitiva. Nel Principato conta soprattutto il pilota.


Secondo lei chi è stato il migliore di tutti i tempi su questa pista? 
Credo sia difficile stilare una classifica. Ogni epoca ha avuto un suo grande protagonista. Mi piace comunque ricordare Ayrton Senna, plurivittorioso (6 volte), oppure Michael Schumacher. Ma ho visto fare cose straordinarie anche a Mark Webber che, nonostante non sia mai diventato campione del mondo, a Montecarlo ha dato spettacolo. Eppoi Clay Regazzoni: avrebbe meritato di vincere in almeno due occasioni. Andava forte, il ticinese.


L’impresa da ricordare?
Credo fosse il Gran Premio del 1984. Quel giorno la pioggia la fece da padrone e Ayrton Senna, al volante di una Toleman che non era certamente la macchina migliore, fece una rimonta epica che lo portò alle spalle di Alain Prost; costui correva con la Mc Laren, allora inarrivabile. Quando sembrava che il brasiliano potesse vincere la sua prima corsa iridata, il direttore di corsa sospese la gara a causa della pioggia. Quella decisione, presa dall ex pilota Jacky Ickx, venne severamente criticata. Se il GP fosse continuato, Prost sarebbe stato battuto dal suo giovane rivale. 


Su un circuito come questo la pole position diventa fondamentale. Esatto. Partire davanti conferisce un buon vantaggio, visto che sorpassare è quasi impossibile. Per questo motivo nella maggior parte dei casi il Gran Premio di Monaco è uno fra i piu noiosi del Mondiale. Nel recente passato raramente ha vinto chi non è scattato quanto meno in prima fila. 


Le qualifiche saranno perciò determinanti? 
Possibile. Soprattutto per quei team come la Ferrari che a Monaco partono con meno svantaggi rispetto ad altri circuiti. Stare nelle prime due fila aumenta la possibilità di salire sul podio. Anche se Mercedes e Red Bull anche qui possono infliggere distacchi abissali alle loro rivali. Staremo a vedere.

MAURO ANTONINI

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