Paolo Ortelli: le parole del presidente Renzetti sono come una sentenza: Mister Jacobacci potrebbe non essere più l'allenatore del Lugano e diversi cambiamenti avverranno all'interno della squadra. Sempre che Angelo non molli, ipotesi questa che ci sembra molto remota. Che ne pensa?
Non bisogna mai dimenticare come il nostro presidente sia il primo tifoso bianconero. Un leader appassionato, che peraltro in questi anni ha sempre dimostrato di essere in grado di effettuare, anche a caldo, delle analisi apparentemente impulsive, ma sempre e comunque estremamente lucide. Detto questo, come ama dire sempre Angelo, solo alla fine si tirerà la fatidica linea, e le valutazioni, tutte, saranno fatte sempre e solo per il bene del club. Attenzione a non scambiare delle affermazioni sebbene importanti, con l’intuito di trasmettere importanti messaggi, che è uno dei pregi più grandi del nostro presidente.
Dall'euforia alla depressione: l'ambiente bianconero non riesce mai a tenere una linea coerente. Siamo fenomeni o siamo brocchi. Non sembra esserci una via di mezzo...
Credo che questa sia, in fondo, la perfetta definizione di un club che per sopravvivere ed anche, dico io, riuscire a raggiungere risultati straordinari come fatto in questi anni, non può prescindere da un approccio passionale a 360 gradi. È vero forse, troppe volte, repentinamente siamo fenomeni o siamo brocchi, ma di fatto senza questa “alternanza” con i mezzi e le infrastrutture da terzo mondo con cui lottiamo, probabilmente non saremmo nulla! Insomma a Lugano al momento senza la passione e l’orgoglio di pochi sarebbe impossibile fare calcio!
Forse le parole di Renzetti nascondono altro? Tipo la frustrazione o la delusione per una situazione economica difficile e per il fatto che, forse, non riesce a vendere alle sue condizioni?
Beh, io non parlerei di frustrazione, perché vuol dire parlare al negativo, e questo non mi piace. Parlerei piuttosto di grande e seria consapevolezza di come ogni posizione di classifica migliore al termine del campionato possa influenzare certamente le sorti quotidiane di un club come il nostro. Infatti, anche al di là della “nuova Europa”, un quarto posto piuttosto che un settimo portano con sé implicazioni economiche. Altro che frustrazione, questo è puro responsabile e solido realismo! Per quanto concerne le condizioni di vendita, credo piuttosto che sia ormai solo una questione di cuore e responsabilità.
Intanto però martedi scorso a Basilea si é infranto il sogno europeo.
Sono deluso, perché l’obiettivo sino a qualche settimana fa era decisamente a portata di mano. Comunque: non possiamo improvvisamente cancellare quanto di buono è stato fatto nel corso dell’intera stagione. Mai, da quando siamo saliti in Super League nel 2015 la salvezza era stata messa al sicuro con ampio anticipo. Certo, per un tifoso ingolosirsi e crollare in questo modo fa un pochino male.
Jacobacci ha attaccato la stampa, dicendo che mette pressione (vedi Europa). Secondo il Mister la qualificazione alla Continental League non era prioritaria e i giornalisti invece hanno battuto il chiodo...
Non ci sono né torti né ragioni, i giornalisti alimentano con il loro lavoro i sogni e le frustrazioni dei tifosi, ed è compito dell’allenatore, dello staff e della dirigenza, riuscire sempre e comunque a
creare quel giusto distacco. Ma non facciamo neppure i pinocchio, perchè tutti dal primo all’ultimo, a Lugano, sanno benissimo che un eventuale nuovo traguardo europeo ti potrebbe cambiare la vita.
Lei ha qualcosa da rimproverare al Mister? Lo riconfermerebbe?
I tifosi a geometria variabile hanno sempre qualcosa da brontolare, spinti da quella scelta particolare, quel cambio non condiviso o l’infatuazione personale più o meno grande per qualche giocatore. Al momento, comunque, fatti e numeri parlano a favore del mister, e non dimentichiamolo, dell’intero staff che credo sia il valore aggiunto. Che poi queste cose in una visione generale ed in un approccio passionale anche legato ad altre variabili sia ancora e sempre sufficiente… beh lo vedremo.
Sempre fiducioso nell'operato della società?
Ciecamente. La storia recente dopoa ver ritrovato il calcio che conta continua a raccontarci di una grande favola Lugano, di un club che di anno in anno è sempre cresciuto a tutti i livelli. Quello sportivo, gestionale e quello del marketing, guadagnandosi la stima dell’intero paese calcistico, e questo sempre e comunque con il budget più limitato di tutta la lega. Io dico sempre, per il Lugano, in queste condizioni strutturali, una comoda salvezza è sempre una sorta di campionatovinto.
I tifosi come hanno passato quest’annata difficile? E come vivono gli ultimi delicati sviluppi della classifica, delle scelte sul futuro societario e mettiamoci pure anche lo stadio?
Il 93% degli abbonati e sponsor hanno aderito alla campagna cuore bianconero. Quale migliore risposta per la società e la città? Di fatto poi, credo con la solita trepidazione, alla quale peraltro siamo abituati. Forse questa volta con un presidente che è entrato nel cuore profondo dei tifosi, probabilmente stiamo assistendo ad una maggiore partecipazione umana e rispettosa verso chi in questi anni, chiedendo poco o nulla a tifosi, città e regione, ci ha regalato un sogno meraviglioso che, con finalmente una nuova casa non più da terzo mondo, potrebbe spiccare definitivamente il volo.
Secondo lei Renzetti è stanco? Forse dopo 10 anni sperava di trovare qualcuno che lo appoggiasse.
Beh, non c’è dubbio, ed è quello che con la sua solita onestà intellettuale ci dice da tempo. Ma attenzione chi crede di approfittare di questo si sbaglia, perché il senso di responsabilità e di amore per il club e per la città, più volte, ha dato prova di essere il valore più importante per lui soprattutto in questa fase delicatissima.
La pandemia ha tolto molto: ma non l’entusiasmo del vostro gruppo di sostegno.
Sì, pur con qualche riunione in meno ci diamo da fare, e siamo pronti a ripartire con l’entusiamo che il FC Lugano merita. È comunque indubbio come anche per noi non è facile avvicinare persone chiedendo un sostegno e di fatto poter offrire poco più che entusiasmo e passione. Cosa diciamo loro, vieni allo stadio a cenare al freddo e al gelo? Avvicinati a noi che potrai incontrare altre persone, ma poi devi fare la fila per andare nell’unico bagno dello stadio?
In conclusione...
Il tifoso ha l’obbligo di essere fiducioso, la passione sportiva è una sorta di utopia applicata. Un motore imprescindibile su cui costruire i sogni per la squadra del cuore. Resto fiducioso, perchè come detto si sta facendo di tutto per preservare quanto di straordinario costruito. Per Angelo, il sogno di tutti è che possa consegnare il pallone della partita del nuovo stadio ancora in sella. E se fossi nella città farei carte false perchè questo avvenga.
M.A.