Oltre 50 incarti aperti da Ministero pubblico e Polizia cantonale per presunti illeciti legati alla concessione dei crediti COVID (per un totale di circa 10 milioni di franchi erogati) e più di trenta segnalazioni per possibili abusi nell’ambito delle indennità per il lavoro ridotto. Sono alcune delle cifre legate a fenomeni sviluppatisi all’ombra della pandemia che confermano la capacità della criminalità economica e finanziaria di adattarsi rapidamente ed in maniera versatile a nuovi scenari.
Gli analisti concordano da tempo sul fatto che in Svizzera i reati economici e finanziari noti alle autorità di perseguimento penale (Ministero pubblico e Polizia) rappresentino solo una parte
di quelli realmente commessi poiché non denunciati. Da qui una consapevolezza accresciuta che negli anni, a più livelli, ha permesso di sviluppare strategie nel contesto del quadro
legislativo vigente e di stringere le maglie della rete. Da tempo infatti le autorità penali e le varie unità dell’Amministrazione si sforzano di perfezionare le procedure di lavoro, di monitoraggio e di segnalazione dei fenomeni criminali o potenzialmente tali. Molto è tuttavia ancora possibile fare – in termini anche di presa di coscienza da parte della società – per arginare una piaga che tende a riorientare rapidamente i propri meccanismi, adattandosi a un contesto sociale e tecnologico in continua evoluzione e cagionando importanti danni diretti o indiretti alle istituzioni pubbliche e alla collettività.
Emblematico in tal senso è quanto avvenuto con gli illeciti finanziari legati alla concessione dei crediti COVID messi a disposizione per sostenere le attività economiche. Tra il 26 marzo e il
31 luglio 2020 le aziende elvetiche hanno infatti potuto beneficiare di crediti garantiti dalla Confederazione. Per molte imprese confrontate con seri problemi di liquidità si è trattato di una
indubbia boccata di ossigeno, non sono mancati tuttavia comportamenti abusivi da parte di chi ha tentato di approfittare della situazione per commettere illeciti sia in fase di ottenimento sia in fase di utilizzo dei crediti.
Numeri sotto la lente
Dati alla mano, come evidenziato nel corso della conferenza stampa odierna dal Procuratore generale sostituto (Sezione reati economico finanziari) Andrea Maria Balerna, fino ad oggi il
Ministero pubblico ha aperto oltre 50 incarti.
La maggior parte delle denunce è giunta dalle banche stesse tramite l’Ufficio di comunicazione in materia di riciclaggio di denaro (MROS). Gli importi erogati spaziano da poche migliaia ad
oltre un milione e mezzo di franchi. Il totale della massa dei crediti oggetto di accertamenti si aggira intorno ai 10 milioni di franchi. Gli