Mondo, 08 aprile 2021

I figli non possono andare all'asilo perchè non vaccinati, "giusto così" per la CEDU

La Corte europea dei diritti dell'uomo (CEDU) ha stabilito giovedì che la vaccinazione obbligatoria è "necessaria in una società democratica", in una sentenza emessa dalla sua più alta corte, la Grande Camera. Un gruppo di genitori cechi i figli non hanno potuto iscriversi all'asilo perchè non erano vaccinati si era rivolta alla CEDU. "Questa sentenza rafforza la possibilità di vaccinazione obbligatoria nelle condizioni dell'attuale epidemia di Covid-19", ha commentato Nicolas Hervieu, avvocato specializzato nella CEDU.

Il giurista sottolinea "il margine di apprezzamento lasciato dalla Corte agli Stati nella loro politica di vaccinazione". Hervieu sottolinea anche che la decisione della CEDU "stabilisce un consenso generale sugli effetti benefici della vaccinazione, che non sono messi in discussione dagli inevitabili effetti collaterali, a condizione che ci sia un controllo scientifico rigoroso".

E la Corte, ha continuato, approva "il principio di solidarietà sociale che può giustificare l'imposizione della vaccinazione a tutti, anche a quelli che si sentono meno minacciati dalla malattia, purché si tratti di proteggere le persone più vulnerabili". Nella sua sentenza, la CEDU ritiene che la vaccinazione obbligatoria dei bambini nella
Repubblica Ceca contro nove malattie (difterite, tetano, poliomielite, ecc.) non costituisce una violazione delle disposizioni della Convenzione europea dei diritti dell'uomo sul "diritto al rispetto della vita privata".

"La politica di vaccinazione persegue i legittimi obiettivi di protezione della salute e dei diritti degli altri, in quanto protegge sia coloro che ricevono i vaccini in questione sia coloro che non possono essere vaccinati per motivi medici", si legge nella sentenza. Questi ultimi, sottolinea la Corte, "dipendono dall'immunità di gregge per la protezione contro le gravi malattie contagiose in questione".

La Repubblica Ceca quindi "gode di un ampio margine di apprezzamento in questo contesto", continua la Grande Camera della Corte, le cui decisioni non possono essere impugnate, considerando che "l'interesse superiore dei bambini deve avere la precedenza in tutte le decisioni che li riguardano".

Così, nel caso in questione, se "la non ammissione dei bambini ricorrenti alla scuola materna ha significato per loro la perdita di un'opportunità cruciale di sviluppare la loro personalità", essa tuttavia "era una misura preventiva piuttosto che punitiva i cui effetti sono limitati nel tempo", ha stabilito la CEDU.

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