*Di Stefano Tonini
Nel giro di breve tempo si sono ripetuti momenti che hanno scosso il nostro Cantone e che vedono quali protagonisti dei giovani. Purtroppo, questi eventi rischiano di ripetersi ancora, di minore o uguale intensità ma capiteranno. Siamo giovani, viviamo la “situazione straordinaria” con crescente frustrazione, come tutti del resto. Sofferenza e sacrificio, purtroppo, sono parole ricorrenti nel passato 2020 e nel presente 2021, ma bisogna evitare che momenti o azioni come quelle viste alla Foce di Lugano passino come comprensibili o giustificabili, perché non lo sono assolutamente! Vedere le forze dell’ordine costrette ad indietreggiare perché dei delinquenti le assalgono non è quello che ci si aspetta.
È normale che davanti ad uno scenario simile alcuni agenti possono provare "paura"; se anche solo uno di loro avesse perso la concentrazione e i nervi saldi, sicuramente la Procura avrebbe aperto un inchiesta tempo zero. Durante un intervento difficile come quello che si è presentato gli agenti rischiano ripercussioni penali perché spesso capita che vengano anche denunciati. Tutto questo si traduce in inchieste dai tempi lunghi, che possono sfociare in processi e che comportano forti ripercussioni su vita professionale e privata. Tutto ciò per aver semplicemente fatto il proprio dovere e magari senza che i veri criminali, ovvero quelli che hanno causato i disordini, vengano minimamente sanzionati! Forse se i procuratori pubblici andassero una sera