Ticino, 17 marzo 2021
Nasconde di essere stato condannato in Italia, ma il Tribunale federale lo perdona
Al momento di chiedere il rilascio di un permesso di dimora in Ticino aveva nascosto di essere stato condannato in Italia per spaccio di cocaina e resistenza a pubblico ufficiale. Ma nonostante il tentato inganno nei confronti delle autorità migratorie cantonali, lui e tutta la sua famiglia potranno restare in Svizzera.
Lo ha stabilito il Tribunale federale, accogliendo il ricorso presentato dal cittadino italiano e annullando così la decisione della Sezione della popolazione del Dipartimento delle istituzioni con la quale gli era stato revocato il permesso di dimora.
L’uomo era arrivato in Ticino nel febbraio 2014 e, dopo aver dichiarato di non essere mai stato condannato né di avere procedimenti penali pendenti, aveva ottenuto un permesso di dimora valido fino al 2019. Pochi mesi dopo era stato raggiunto dalla moglie e dal figlio di quest’ultima, entrambi cittadini ucraini, nonché dalla figlia comune. Tutti loro avevano ricevuto un permesso di dimora ai fini del ricongiungimento familiare. Nel 2017 è nato un altro figlio comune, per il quale è stato chiesto un ulteriore permesso di dimora.
Ma il 2017 è anche l’anno in

cui le autorità ticinesi hanno accertato che il cittadino italiano aveva sottaciuto un precedente penale in Italia. Nel 2012 aveva infatti patteggiato una condanna a 14 mesi di reclusione per vendita di cocaina e resistenza a pubblico ufficiale. Alla luce di ciò, nel dicembre 2017 la Sezione della popolazione ha revocato il permesso di dimora all’uomo e di conseguenza anche ai suoi familiari.
Sia il Consiglio di Stato sia il Tribunale amministrativo cantonale hanno confermato il provvedimento. I giudici di Losanna invece sono stati di parere opposto. Essi ritengono che la condanna in Italia (così come una seconda condanna in Svizzera per eccesso di velocità) vadano considerati come dei “casi isolati”.
Quindi, secondo il Tribunale federale, né le due condanne né il fatto che egli abbia mentito in occasione dell’autocertificazione possono essere considerati elementi di una gravità tale da giustificare la revoca del permesso di dimora.
Per questi motivi il Tribunale federale ha accolto il ricorso, imponendo alla Sezione della popolazione di rinnovare l’autorizzazione di dimora al ricorrente e ai suoi familiari.