Ticino, 23 gennaio 2021

Ricevevano l’assistenza pur non abitando più in Svizzera

Avevano mantenuto il loro domicilio in Ticino per poter continuare a percepire l’assistenza. Ma in realtà vivevano in Bosnia Erzegovina, loro paese natale. Per questo motivo l’Ufficio del sostegno sociale e dell’inserimento (USSI) ha negato loro il rinnovo delle prestazioni assistenziali. Una decisione confermata su ricorso dal Tribunale cantonale delle assicurazioni (TCA), con sentenza di recente pubblicazione.

Dalla sentenza si evince che la coppia – classe 1963 lui, 1969 lei -  era giunta in Svizzera nel 1994. Lui aveva trovato lavoro in un albergo, lei in una lavanderia. Nel 2009 i coniugi avevano acquistato una casa in Ticino. Ma negli anni seguenti erano giunte le difficoltà. Entrambi avevano perso il lavoro e nel 2016 anche la moglie aveva esaurito le indennità di disoccupazione. Pertanto si erano rivolti all’assistenza. Inoltre con lo scopo di ottenere un’entrata avevano affittato a terzi un monolocale nella loro casa di proprietà.

All’inizio del 2019 l’USSI negò loro il rinnovo delle prestazioni assistenziali, dopo aver accertato che la coppia non viveva più da tempo in Ticino. Vari sopralluoghi della polizia sull’arco di più mesi avevano sempre dato esito negativo. I vicini avevano dichiarato di
non vederli “da mesi”. L’intermediario incaricato di vendere la loro casa aveva anche lui affermato di non vederli da tanto tempo e aveva spiegato che verosimilmente si trovavano nel loro paese di origine. Mentre il Comune aveva dato atto di un consumo di acqua “praticamente nullo” e l’azienda elettrica di un consumo di energia irrilevante. Tutti questi indizi avevano portato l’USSI a concludere che la coppia non vivesse più in Ticino e che quindi non avesse più diritto a percepire l’assistenza.

Loro, assistiti da un avvocato, hanno contestato questa conclusione. Hanno spiegato di aver ridotto i loro consumi di acqua ed elettricità per non spendere. “Chi è povero cerca di risparmiare dove può”, hanno scritto nel ricorso, in cui spiegavano di mangiare solo pane e pasta, di aver disdetto telefono fisso e televisione e di lavarsi solo con l’acqua fredda, con l’eccezione di alcune docce calde a casa del figlio.

Ma i giudici hanno dato ragione all’USSI, confermando che al momento della richiesta del rinnovo delle prestazioni assistenziali i coniugi non vivevano più in Ticino. A meno di un loro effettivo ritorno, non potranno quindi più beneficiare dell’assistenza pubblica.

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