Ticino, 22 gennaio 2021

"Il contributo dei lavoratori alle Commissioni paritetiche sia ridotto di metà"

Il contributo versato dai lavoratori alle Commissioni paritetiche (Cp), oggi pari all'1% del salario, dovrebbe essere dimezzato sostiene l' organizzazione per il lavoro in Ticino (TiSin), che in un comunicato stampa denuncia i "contributi troppo alti" e "mancanza di trasparenza" su come queste risorse finanziarie vengono gestite.

"TiSin – si legge nel testo - chiede chiarezza sulla gestione degli ingenti mezzi finanziari (solo in Ticino decine di milioni di fr.) che fuoriescono dalle tasche dei lavoratori e confluiscono nelle ricche casse delle Cp senza che nessuno sappia (lavoratori e lavoratrici in primis) l’uso esatto che ne viene fatto". Secondo l'organizzazione, questo prelievo a favore delle Commissioni partitetiche è una "tassa contrattuale troppo elevata imposta ai lavoratori e lavoratrici che sono assoggettati a un contratto collettivo di lavoro, concordato tra organizzazioni sindacali e associazioni padronali".

Per questi motivi TiSin chiede che tale contributo sia ridotto di metà e siano gestiti "con la massima trasparenza e oculatezza". E per questo, conclude organizzazione per il lavoro in Ticino , "si adopererà con ogni mezzo affinché i lavoratori e le lavoratrici siano alleggeriti di tale balzello".

Di seguito il comunicato stampa integrale di TiSin:

Contributi troppo elevati e mancanza di trasparenza sulle risorse finanziarie.

L’1% dedotto dalla busta paga dei lavoratori va ridotto al 0.50%

Le casse delle Commissioni paritetiche (Cp) sono colme a dismisura mentre le tasche dei lavoratori sono sempre più vuote, ma nessuno pensa di ridurre il

pesante contributo contrattuale trattenuto dalle buste paga dei lavoratori e lavoratrici.

Per tali ragioni, l’organizzazione per il lavoro in Ticino (TiSin) chiede chiarezza sulla gestione degli ingenti mezzi finanziari (solo in Ticino decine di milioni di fr.) che fuoriescono dalle tasche dei lavoratori e confluiscono nelle ricche casse delle Cp senza che nessuno sappia (lavoratori e lavoratrici in primis) l’uso esatto che ne viene fatto.

L’importo versato dai lavoratori e lavoratrici corrisponde all’1% del salario percepito e nella stessa misura (1%) anche le imprese hanno l’obbligo di doverlo versare in rapporto alla massa salariale versata al personale.

È definito contributo di “solidarietà”, ma di fatto si tratta di una tassa contrattuale troppo elevata imposta ai lavoratori e lavoratrici che sono assoggettati a un contratto collettivo di lavoro, concordato tra organizzazioni sindacali e associazioni padronali.

TiSin ritiene che i contributi Contrattuali dei lavoratori e lavoratrici, definiti di “solidarietà”, vadano ridotti nella misura del 50% e gestiti con criteri di massima trasparenza e oculatezza, nonché finalizzati all’esclusivo interesse dai lavoratori e non per favorire interessi che nulla hanno a che fare con la materia contrattuale.

È opinione di Tisin che i tempi siano maturi per doverlo fare e in tal senso si adopererà con ogni mezzo affinché i lavoratori e le lavoratrici siano alleggeriti di tale balzello, non più giustificato dell’enorme massa finanziaria che confluisce nelle casse delle Cp.


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