Svizzera, 15 gennaio 2021
La Svizzera dovrà dare all'Italia i dati bancari di due contribuenti italiani
Il Tribunale amministrativo federale (TAF) ha respinto il ricorso di due contribuenti italiani che si opponevamo alla trasmissione dei loro dati bancari a Roma. Questa richiesta congiunta di assistenza amministrativa in materia fiscale da parte delle autorità italiane è ammissibile, hanno ritenuto i giudici di San Gallo.
Nel febbraio 2020 l'Amministrazione federale delle contribuzioni (AFC) aveva accolto una domanda italiana riguardante due contribuenti considerati "recalcitranti" ai sensi degli accordi conclusi tra i due Paesi. I due hanno quindi contestato questa decisione presentando ricorso al Tribunale amministrativo federale.
In una sentenza pubblicata mercoledì, i giudici del TAF hanno respinto entrambi i ricorsi. Essi hanno giudicato che la domanda italiana soddisfa tutti i requisiti della Convenzione per evitare le doppie imposizioni tra la Svizzera e l'Italia, del Protocollo

aggiuntivo e dell'Ordinanza sull'assistenza amministrativa a fini fiscali. Vengono inoltre rispettati i principi stabiliti dal Tribunale federale sul divieto di ricerca generalizzata e indiscriminata di informazioni (le cosidette "fishing expedition").
Inoltre, la TAF ritiene che il modello comportamentale che definisce i cosiddetti contribuenti recalcitranti consente di escludere qualsiasi ricerca di informazioni generalizzata da parte dell'Italia. La domanda contiene quindi tre elementi essenziali: il gruppo interessato è descritto in dettaglio, vi sono chiari motivi per ammettere che i contribuenti italiani hanno violato i loro obblighi fiscali e, infine, sono indicate con precisione le ragioni per cui le informazioni sono utili all'Italia ai fini fiscali.
Questa sentenza non è tuttavia definitiva e può ancora essere impugnata dinanzi al Tribunale federale.