Sport, 23 novembre 2020

“Hamilton, che personaggio! La Formula 1 gli deve molto”

Alex Fontana commenta l’ennesimo trionfo del pilota britannico

LUGANO - Alex Fontana: Lewis Hamilton ha appena vinto il suo settimo titolo iridato: un mostro, insomma… 
Sicuramente entra di diritto nella storia della Formula 1, non soltanto per una questione di numeri ma per ciò che lascerà dietro di sé: un vero e proprio personaggio, velocissimo, sempre corretto, capace di far parlare di sé dentro e fuori dalla pista e recordman della categoria.

Il britannico è diventato, anche, un personaggio planetario. Un'icona della protesta per i diritti civili.. Qual 'è il suo giudizio su questo aspetto di Lewis?
Questo discorso è sempre un po' delicato, è sempre così quando si parla anche di politica. Facendo un passo indietro: indipendentemente che possano piacere o meno le sue opinioni politiche, i suoi gusti musicali, il suo abbigliamento e quant'altro, il 'personaggio' Lewis Hamilton è stata una boccata d'aria fresca per il mondo della Formula 1. C’era bisogno di piloti particolari, differenti tra loro, con una personalità. Lewis sa di essere diventato un personaggio pubblico anche al di fuori del suo sport e gli piace, lo ha cercato e voluto. Il fatto che non si limiti a partecipare a sfilate di moda ma cerchi di far passare messaggi importanti può solo rendergli onore. Poi, personalmente avrei evitato di salire su ogni podio con una tshirt di protesta, né vedo un particolare beneficio nell'inginocchiarsi sulla linea di partenza. Ma apprezzo il fatto che sappia di avere un grande seguito e cerchi di usare la sua notorietà per portare avanti dei messaggi che ritiene giusti e per degli argomenti delicati e di attualità.

Ha vinto 7 titoli: merito suo e della macchina. Non trova che sia comunque riduttivo parlare solo di grandi capacità del mezzo?
Anche Schumacher ha vinto con una macchina a volte superiore e come lui altri piloti del passato. L'automobilismo è anche questo, la parte meccanica conta. Detto questo, sarebbe ridicolo pensare che sia solo merito della macchina. Lo ha dimostrato anche nel week-end in cui ha conquistato il suo settimo titolo, vincendo in pista in una gara dove in linea teorica non sarebbe dovuto risultare vincente. Forse senza l'era ibrida e la supremazia Mercedes Hamilton non avrebbe vinto sette titoli. Ayrton Senna ne ha vinti molti di meno, e chi lo sa cosa avrebbe potuto vincere ancora? Magari si sarebbe ritrovato una macchina poco competitiva, eppure sarebbe comunque entrato nella storia. Credo che Hamilton, fosse anche arrivato secondo per sette anni di fila, avrebbe lasciato un segno in ogni caso. Prendiamo Alonso: moltissimi lo reputano ancora uno dei piloti migliori delle ultime decadi, un assoluto fuoriclasse. Ebbene, ha vinto 'solo' due mondiali e l'ultima volta è stata 14 anni fa. Quattordici! Credo che un pilota diventi 'grande' non per i numeri vertiginosi che si lascia alle spalle ma per le emozioni che regala e che rimangono impresse negli appassionati e agli addetti ai lavori. Specialmente nell'automobilismo, dove i circuiti, i regolamenti e le macchine cambiano di anno in anno, rendendo le statistiche dei buoni riferimenti, ma pur sempre solo dei numeri.

Lui, in fondo, nel 2008 ha vinto anche un titolo iridato con la McLaren...
Stava per vincerlo anche l’anno prima, al debutto, sarebbe stato incredibile. Ecco perché credo sia più importante ricordare le gesta che le statistiche.

Solo Nico Rosberg è riuscito a batterlo. Ma poi si è ritirato, adducendo che la Formula 1 era diventata troppo onerosa per lui. Forse che duellare con Lewis giochi brutti scherzi per la psiche?
Certamente, l'annata contro Lewis Hamilton ha provato fisicamente e mentalmente Nico Rosberg. Lo ha ammesso. Però ci è riuscito, perchè nessuno è imbattibile e tutti sono essere umani, e non sempre le cose girano nel verso giusto. Quella sconfitta ha tuttavia rinvigorito ancora
di più l'inglese, che non ha mai considerato Rosberg un pilota alla sua altezza. Il tedesco ha tuttavia impartito una dura lezione al nuovo sette volte campione del mondo. E se oggi abbiamo un Hamilton che si esprime su questi livelli, sono convinto sia anche grazie a Nico.

Secondo lei Hamilton resterà in Mercedes? Potrebbe anche ritirarsi?
Non credo abbia ancora finito di dire la sua in Formula 1. Dentro di sé crede che per dimostrare al mondo di essere il numero 1 di sempre, debba vincere anche con un altro marchio. Non credo lascerà presto la Mercedes, ma penso che nella sua testa sia convinto che la vera impresa della sua carriera non sarebbe un ennesimo titolo iridato, ma un titolo iridato con un'altra macchina, magari una che non vince da un po' di anni. Magari di colore rosso.

Sulla piazza non ci sono piloti che lo eguagliano. Lo stesso Verstappen ha dimostrato anche in Turchia, dove ha commesso un sacco di pasticci, di non avere la testa di Lewis. Che ne pensa?
Penso che Verstappen sia cresciuto molto dalle prime gare in carriera in questa categoria. Penso anche che però ormai la scusa che sia giovane ed inesperto non regga più. Non dopo sei stagioni in Formula 1. Sicuramente non ha a disposizione il miglior mezzo, ma dovrà lavorare ancora su se stesso per essere pronto a cogliere l'opportunità di vincere, qualora si presenti. Vincere una gara è una cosa, un campionato è un'altra. Chiedetelo a Nico Rosberg.

Hamilton-Schumacher: chi è il migliore?
Sono domande che a mio avviso non possono avere risposte, e non si dovrebbe cercare di farlo. Possiamo veramente decidere chi sia più grande tra Clark e Senna? Fangio e Prost? Non credo proprio. L'importante sono le emozioni che hanno regalato agli appassionati di questo sport.

Differenza fra i due...
Sono due ere differenti, anche se si sono incrociati. Schumacher fu uno dei primi a crearsi delle vere e proprie routine di allenamento, minuzioso lavoro didattico e di preparazione, quando i piloti erano ancora in quella fase borderline tra rockstar, cavalieri del rischio e di tanto in tanto sportivi. Schumacher è arrivato nel mondo della Formula 1 come un Titanic contro un iceberg, portandosi dietro una professionalità e dedizione al lavoro mai vista prima (o quasi, probabilmente fu il secondo, dopo Senna). Oso dire il tedesco fosse più conoscitore della meccanica dell'auto rispetto ad Hamilton, avesse una conoscenza maggiore per effettivamente contribuire allo sviluppo del mezzo, ma credo anche fosse tendente a vincere con ogni mezzo possibile, spesso anche scorrettamente. Hamilton non sembra esserne capace, e gli rende onore. Chi si ricorda una sua penalità per scorrettezza in pista? Chi si ricorda una sportellata volontaria ad un avversario? Vince rimanendo pulito fino alla fine, anche quando magari non è particolarmente superiore all'avversario e quindi deve sudarsi il sorpasso.

Qual è la sua personale classifica dei top di tutti i tempi?
E' molto difficile creare una lista, perché ogni volta che la finisco mi ricordo di qualcun'altro e non so chi rimuovere, semplicemente non si può. Invito però tutti a cercare le storie di quei piloti che magari non hanno neanche vinto un mondiale, quei piloti che non hanno record stravolgenti ma le cui storie rimangono indelebili nella mente degli appassionati. Talenti scomparsi prematuramente e che avessero ancora tanto da dare. Io porto la colorazione del casco di uno di loro, Tom Pryce. Ma ce ne sono moltissimi.

Infine: alla Ferrari farebbe comodo Hamilton?
Penso che a lungo termine possa fare la differenza, sì. E' sicuramente un trascinatore. Ma avrebbe bisogno man forte anche alle sue spalle, con qualcuno che diriga il team a livello manageriale nella direzione giusta.

A.M.

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