Le autorità cantonali tornano a informare la popolazione ticinese in merito all'evoluzione del coronavirus nel nostro Cantoni. Presenti all'incontro informativo, organizzato a Palazzo delle Orsoline, il Medico cantonale Giorgio Merlani e la Responsabile del contact tracing e psicologa della Polizia cantonale Marina Lang.
Merlani: "I dati nelle case anziani"
"Il dato svizzero, rispetto ai weekend precedenti, è in calo. Sembra che si cominci a registrare una tendenza che vede una pendenza meno ripida, probabilmente siamo già arrivati al picco. Lo stesso si vede per le ospedalizzazioni che non sono più in forte crescita: ma non cantiamo vittoria perchè c'è sempre un ritardo sulle registrazioni delle ospedalizzazioni, soprattutto da chi è davvero in difficoltà".
"In Ticino si registrano oggi i tamponi effettuati di domenica. I pochi casi sono una buona notizia ma è in linea con quanto si osserva di solito a fine settimana. Negli ultimi 14 giorni, abbiamo una positività del 25-30%, il che ci ricorda che dobbiamo continuare a effettuare i test, visto che c'è un certo rischio che le persone non vengano testate. Lancio un primo appello: se avete sintomi, anche non per forza completi, ne basta uno, parlatene col vostro medico, essi sanno che devono testare il più possibile, per cercare, cercare, cercare e isolare i positivi, oltre che mettere in quarantena i contatti".
"Nelle ultime due settimane, abbiamo toccato un nuovo record (mercoledì scorso), il numero più alto dall'inizio della pandemia. Ma è stabile. Ci preoccupa il tempo di raddoppio dei casi. È improbabile che si scenderà con la stessa velocità con cui siamo saliti, forse siamo a un colle. Dunque il secondo messaggio che voglio dare non è liberi tutti, non è che superato il picco è tutto risolto, abbiamo davanti anche 3-4-5 mesi di temperature rigide, dove siamo essenzialmente al chiuso. Se ricominciamo a dimenticare le buone abitudini, il rischio è che dalla collina si vada a un nuovo picco ed è elevato. Il numero di ospedalizzazioni d'altra parte è ritardato sui nuovi casi, dobbiamo aspettare che gli ospedali respirino e abbiano più dimissioni che ricoveri".
"Il contact tracing mette in quarantena i casi di contatto, non si riesce più a capire dove le persone si infettano. Il virus è ovunque, sia in termini generazionali che di spazio. Ci sono focolai sul posto di lavoro, in casa anziani, nelle famiglie, ma non c'è un posto unico dove si prende".
"Il numero totale dei ricoveri sembra essere piuttosto stabile dopo tempo, la crescita non è quella di inizio-metà ottobre, vedremo nei prossimi giorni. Segnalo anche che ci sono anche negli ospedali dei casi di Covid, alcuni comunicati apertamente. Il dato mi porta a dare un terzo messaggio, quello dell'attenzione che dobbiamo fare sempre e comunque ma soprattutto se andiamo a trovare qualcuno in case anziani e ospedali".
"I numeri dei decessi sono piuttosto importanti. Un 30-35% dei casi sono in casa anziani, il resto negli ospedali. I nuovi residenti testati positivi nelle ultime ore sono stati 26, in totale ne abbiamo 286. Il numero è importante, ma come in altri ambienti, anche in casa anziani si testa di più: quando c'è un caso positivo parte un'indagine ambientale e si trovano positivi asintomatici o leggermente sintomatici. Le case anziani colpite sono 26, sul totale di 67 in Ticino, con 4'700 residenti. La mortalità in casa anziani a prescindere dal Covid è comunque un'abitudine purtroppo, il dato dei decessi per altri motivi, 775, dà le misure delle cose".
"I numeri sono relativamente importanti, abbiamo discusso coi direttori e direttori sanitari abbiamo pensato di dare una stretta alle visite: esse saranno possibili, ma ogni casa valuterà se renderle possibili solo nelle camere o nelle sale preposte. Abbiamo messo una stretta anche sulle uscite, non si possono effettuare trasporti privati, che sono ad alto rischio, mentre si può uscire nei pressi della struttura".
"I test rapidi sono disponibili, attualmente utilizzati sostanzialmente nei check point, negli ospedali, nelle case per anziani per chiarire i focolai. Non sono lo strumento in mano alla popolazione bensì al medico (gli studi si stanno attrezzando), bisogna usare quelli riconosciuti e con qualità, diffidate da quelli che vengono venduti su Internet, nei negozi o nelle pompe di benzina, sono prescritti e fatti dal medico e in seguito nelle farmacie".
"La popolazione ticinese ha capito che qualcosa è cambiato, vedo un'attenzione accresciuta, un'adesione aumentata all'uso della mascherina, i dati arrivano proprio dai comportamenti. C'è attenzione alle persone che si incontrano, al modo, al numero: se sono a contatto solo coi compagni di scuola è un conto, se vedo anche altri amici con problemi di salute è diverso, se vado a fare aperitivi e poi a trovare la nonna in casa anziani è ancora un altro".
"Frenare il turismo? Ogni contatto tra umani è un'occasione di contagio. Ma non crediamo sia stato quello a fare la differenza bensì la stagione".
"Una previsione sulla discesa non la posso fare, potremo non scendere mai oppure poi risalire. Dipende dai comportamenti della popolazione, dalla stagione, dalle misure".
"Sono state emanate delle raccomandazioni per gli ospedali svizzeri che possono dare una deroga a chi è entrato in contatto con un positivo in caso di forte stress per gli ospedali. Sappiamo che il rischio maggiore è lavorare con poco personale, ancor più che lavorare con qualcuno che è entrato in contatto con una persona. Adesso è possibile una deroga solo per le persone ritenute insostituibili nei settori acuti, in Ticino. In altri Cantoni è diverso. Da noi per le case anziani non c'è questa