Svizzera, 16 novembre 2020

Giornalai e politicanti italici ancora contro la Svizzera

Oltreramina si dimenticano grazie a chi tanti “dei loro” hanno la pagnotta sul tavolo

E’ ora che i vicini a sud comincino a tirarsi assieme. Perché ne abbiamo piene le scuffie delle sparate contro il Ticino da parte di politicanti d’oltreramina in fregola di visibilità mediatica. Così come ne abbiamo piene le scuffie dei giornalai tricolore che spalano palta sulla Svizzera tanto per fomentare la polemichetta. Dimenticandosi di quanti cittadini italiani hanno la pagnotta sul tavolo grazie al Ticino.

In settimana abbiamo avuto ben due esempi di tale andazzo. Oltretutto a distanza di solo un giorno l’uno dall’altro.

Episodio numero 1

Nel fuori onda di un’intervista trasmessa mercoledì su Teleticino, il presidente del governicchio cantonale Norman Gobbi ha detto qualcosa come “chiedi agli italiani… che c***o me ne frega a me”. Forse non proprio parole da pronunciare ad un ricevimento a Buckingham Palace, ma niente di scandaloso. Senonché la frase è stata immediatamente storpiata in “ Degli italiani che c***o me ne frega a me”.

A questo punto, al di là del valico, il politicante $inistrato di turno non poteva (non poteva proprio?) astenersi dal cogliere la palla al balzo. Obiettivo: mettersi in mostra sui media e spacciarsi per paladino dei frontalieri.

Nel caso concreto, ad essersi prodotto nell’esercizio è tale consigliere regionale PD Samuele Astuti (Samuele chi?). Costui si agita, pretende scuse e sciorina la consueta fregnaccia dei “frontalieri indispensabili per il Ticino”. Uhhh, che pagüüüraaa!
E naturalmente alle nostre latitudini la stampa di regime dà spazio. Così l’ego si gonfia.

Poco astuti

Altro che pretendere scuse! Il poco “astuto” compagno PD Farebbe meglio a cominciare a ringraziare il Ticino.

Senza il Ticino tanti suoi concittadini non avrebbero la pagnotta sul tavolo. Invece, grazie al nostro Cantone, non solo hanno un lavoro, ma guadagnano più di quanto guadagnerebbero in patria. E pagano meno tasse (i frontalieri sono notoriamente dei privilegiati fiscali, ed il prezzo di questo privilegio lo pagano gli italiani che lavorano in Italia: stranamente a tal proposito i politicanti del Belpaese non hanno mai nulla da dire).

Sempre grazie al Ticino, i comuni di provenienza dei frontalieri incassano i pingui ristorni. Sarebbe ora (eufemismo) che la pacchia finisse. Che si bloccassero i ristorni e soprattutto che si applicasse la preferenza indigena.

Giustamente il presidente del Consiglio di Stato ticinese deve pensare ai ticinesi e non agli italiani. Ci mancherebbe che così non fosse!

E sempre il compagnuzzo italico, invece di pretendere scuse, cominci lui a scusarsi per i troppi frontalieri che sputano nel piatto dove mangiano: ad esempio infesciando i social di improperi come “Ticino
di merda”, “Svizzera di merda”, e via poetando.

In altre parole: “caro” consigliere PD, volare basso e schivare i sassi.

Episodio numero 2

Giovedì il Corriere della Sera, che qualcuno ha soprannominato “il giornale unico del virus”, in cronaca di Milano se ne è uscito con il seguente titolo: Covid: Arcisate, il paese dei mille finiti in quarantena: «Di chi è la colpa? Degli svizzeri » .

L’articolo riferisce della situazione di Arcisate, dove lo stramaledetto virus cinese imperversa. Ed il giornalaio di turno, raccogliendo non si sa quale cicca, dà al Ticino la colpa della situazione.

“Più testimonianze (?) raccontano di un approccio elvetico blando per lunghi periodi, di superficiali misure di sicurezza adottate nelle aziende, di protocolli non rispettati, insomma di una situazione che ha «creato» portatori di Covid”, scrive l’aspirante Pulitzer.

Magari è il caso di rimettere il campanile al centro del villaggio.

1) In primavera il Ticino si è impestato per colpa delle frontiere spalancate sulla Lombardia.

2) A tutt’oggi entrano in Ticino 70mila e passa frontalieri, in arrivo da zone dove i contagi sono ben più alti che da noi (vedi Varese). Noi facciamo chiudere cinema e teatri, ma le frontiere, grazie alla partitocrazia, restano spalancate?

3) Per fare contenti i giornalai del Belpaese, secondo i quali saremmo noi gli untori dei frontalieri, potremmo cominciare col ritirare 40mila permessi G in esubero. Poi ci penserà il Corriere della Sera a mantenere chi sarà rimasto senza lavoro.

4) Il colmo è che la stampa di regime dà corda alle fregnacce antisvizzere. La Pravda di Comano, che fa propaganda chiusurista con il canone più caro d’Europa, nel TG di giovedì sera ha addirittura dedicato un servizio al “caso” (?). Intervistando il sindaco di Arcisate, ha a più riprese tentato di fargli dire che la colpa dei contagi nel suo comune sarebbe degli svizzerotti, rei di non aver decretato il lockdown bramato dalla R$I.

Operazione miseramente fallita perché il sindaco non ha detto quello che l’intervistatore sperava di sentire; e si è ben guardato dal parlar male del Ticino.

Citus mutus

Naturalmente, da questa parte della ramina, la casta non ha nulla da dire sulle sbroccate antisvizzere provenienti da sud. Perché, secondo il triciclo, il Ticino ed i ticinesi devono farsi prendere a pesci in faccia da tutti. Ed in particolare da chi dovrebbe ringraziare il nostro Cantone di esistere almeno tre volte al giorno: mattina, mezzogiorno e sera.

Lorenzo Quadri / MDD


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