Sport, 10 novembre 2020
Lugano, 2 settimane da sogno per restare con i piedi per terra
La leadership della classifica di Super League deve essere un monito per i ragazzi di Jacobacci per continuare a lavorare per migliorare sulle solite mancanze
LUGANO – Lugano e YB in vetta alla classifica, a braccetto, con 12 punti in 6 partite. Ma con una differenza reti, data dal maggior numero di gol realizzati, che premia i bianconeri che, per le prossimi due settimane, guarderanno tutti dall’alto in basso. Se qualcuno ce lo avesse detto anche solo all’inizio di questa travagliata e condizionata stagione, lo avremmo preso per pazzo… e invece…
E invece questo Lugano di mister Jacobacci, magari non bellissimo da vedere sempre e non spumeggiante su tutto l’arco dei 90’, sta mostrando una tenacia, una testa e una grinta davvero fuori dal comune. Insomma: il primo posto è meritato. Tenendo anche conto dei difficili momenti che si sono vissuti in questo ultimo mese dalle parti di Cornaredo, prima con l’assenza di Baumann, poi con i casi di Covid che hanno scosso tutto l’ambiente, tenendo presente la situazione relativa al presidente Renzetti, e le assenze di Bottani e Sabbatini su tutti.
Eppure i bianconeri si sono compattati, hanno scoperto in Lovric il vero fulcro del centrocampo e del gioco, hanno ritrovato un Lavanchy capace di correre come un forsennato per 90’, hanno riabbracciato una difesa quadrata
e guidata da un portiere che negli ultimi 2 anni è cresciuto in maniera esponenziale. Certo, forse manca il classico stoccatore dell’area di rigore, ma questo è un problema ormai cronico con il quale la squadra sembra aver “fatto pace”, trovando altre alternative.
È chiaro che stare lì in alto non può che fare piacere e può darti un grande stimolo. Ti può permettere di andare oltre le difficoltà, ai dolorini muscolari e ai tuoi limiti, ma dall’altra parte può darti alla testa e può farti credere che tutto ti risulti facile. È proprio questo che dovranno evitare i ragazzi di Jacobacci da qui in poi: per farlo dovranno sfruttare questa pausa per le nazionali, lavorando ancor più duramente e in maniera precisa, specialmente su quelle lacune che ancora oggi si vedono. Anche perché la buona sorte può abbandonarti da un momento all’altro e quindi ci sarà la necessità di concedere il meno possibile agli avversari e di sfruttare ogni minima occasione in fase offensiva. Lavoro, lavoro e lavoro… ma siamo sicuri che con Jacobacci, questa parola non passerà inosservata…