Sport, 01 novembre 2020

Tutti in quarantena e partite col contagocce: perché non imparare dagli altri?

I calendari dei campionati di hockey e di calcio di questo weekend hanno messo in evidenza la mancanza totale di organizzazione da parte di entrambe le Leghe

LUGANO – Una partita venerdì sera, una sabato, una domenica, per quanto riguarda l’hockey. Una sola oggi pomeriggio per quanto concerne la Super League. È vero che al calendario spezzatino, al calendario astruso e folle con squadre che magari hanno disputato 3-4 partite in meno rispetto alle concorrenti, siamo abituati – soprattutto in National League – ma questo weekend ha messo in evidenza tutta l’inadeguatezza delle Leghe di hockey e calcio rispetto al Covid.

Nel massimo campionato di disco su ghiaccio sono più le squadre in quarantena di quelle che possono scendere in pista. Stesso discorso vale per il calcio. Ovviamente la salute viene prima di tutto, ma in ballo – non dimentichiamolo – ci sono contratti, sponsorizzazioni, diritti tv e tanto altro che, in un periodo in cui si gioca praticamente a porte chiuse, vanno ancora di più tenuti da conto per non alleggerire in maniera maggiore le casse delle società che stanno soffrendo. Senza dimenticare il lato sportivo e dello spettacolo.

Il vero problema sta alla radice del regolamento. Un regolamento, un protocollo che alla fine dei conti non c’è. Sì, perché in caso di positività di un giocatore, che allenandosi fino al giorno prima o all’insorgere di qualche sintomo, ha ovviamente avuto contatti con i compagni di squadre, tutto il gruppo viene posto in quarantena, portando all’annullamento delle partite successive. Non si poteva intervenire e trovare un protocollo già prima che la seconda ondata del Covid arrivasse?

Ogni tanto potremo e dovremo prendere spunto anche dagli altri, guardando fuori dai nostri confini. Nella tanto criticata e, obiettivamente, incasinata Italia è stato firmato un protocollo, già a giugno, tra le varie società, il Governo e la Sanità: tutti i giocatori vengono sottoposti ai tamponi in modo regolare e almeno 48h prima di ogni partita e in caso di positività solo il giocatore affetto dal virus viene posto in quarantena. Gli altri? Semplicemente
creano la famosa “bolla”, ovvero si isolano dal resto della società, restano in ritiro – in una struttura segnalata già a inizio stagione come sede del possibile isolamento – per 10 giorni, continuamente monitorati e continuano a recarsi esclusivamente alla pista per gli allenamenti o per disputare le partite.

Ovviamente ci sarebbe bisogno di alcune regole, facilmente individuabili. Nella vicina Penisola, per quanto riguarda la Serie A, devono essere almeno 10 i giocatori positivi per chiedere (una volta sola a stagione!) il rinvio della partita, altrimenti bisogna potersi presentare alla sfida con 13 giocatori di movimento e un portiere, facendo ricorso anche alla squadra giovanile. Se questo non potesse avvenire, scontata l’unica possibile richiesta di rinvio, allora arriverebbe la sconfitta a tavolino per 0-3.

Chiaramente, il rischio di incappare in una sconfitta per non potersi presentare al campo c’è, è concreto, ma in qualche modo si sta cercando di dare continuità a una stagione che, volenti o nolenti, non sarà come le altre, e che sarà in qualche modo condizionata e falsata dal Covid. Ma si sta provando ad evitare situazioni spiacevoli come quelle che stiamo vivendo qui da noi durante questo fine settimana.

Non si potrebbe attuare e creare un protocollo ad hoc per il calcio – sulla falsa riga, magari, di quello italiano – e stipularne uno per l’hockey, ad esempio mettendo il limite minimo di 3 linee a disposizione e di un portiere, facendo ricorso anche agli Élite? Certo, magari si rischia di affrontare un avversario in piena forza con tanti giovani, ma in una stagione che non prevede neanche la retrocessione, sarebbe un “rischio calcolato” che permetterebbe comunque ai tifosi di accomodarsi sul divano e di assistere al match dei propri beniamini, distraendosi anche dal difficile momento che stiamo vivendo. Le società, invece, potrebbero non rischiare di perdere denari importanti per diritti tv diminuiti e sponsorizzazioni magari rivedute…

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