Sport, 20 ottobre 2020

“Il mio amore per la vela ha radici molto profonde”

Per 20 anni Andrea Colombo è stato l’attivissimo presidente del CVLL

LUGANO - L’amore di Andrea Colombo per la radici profonde. Tutto è partito da quando lui frequentava il Ginnasio a Canobbio: aveva 14 anni.Un giorno il Circolo Velico Lago di Lugano si è presentato presso l’istituto scolastico per fare un po’ di propaganda a questa disciplina non propriamente popolare e per invitare i ragazzi ad un primo contatto con il mondo della vela.

Andrea – appassionato di sport – ha accettato con entusiasmo l’invito di provare: immediatamente ha dimostrato di avere una certa dimestichezza e la sua crescita tecnica è stata costante, tanto che nella vela quanto nel windsurf (sua grande passione) è diventato protagonista a livello nazionale e in seguito anche internazionale. Il nostro interlocutore però non si è fermato lì, visto che successivamente è entrato - dai tempi del liceo - nel comitato del club, dapprima come dirigente per 15 anni e poi come presidente per altre venti stagioni, lasciando la carica nel 2017 quando è stato festeggiato il cinquantesimo anniversario del sodalizio. Senza nulla togliere ai suoi predecessori,

Andrea Colombo – grazie anche alla sua grande capacità gestionale (soprattutto finanziaria) – ha reso il club molto attrattivo, sia dal punto di vista sociale (con tante famiglie coinvolte) che turistico. Persona simpatica schietta, pratica, l’ex presidente è stato perfettamente in linea con i cambiamenti strutturali e tecnologici di uno sport che sulle rive del Ceresio ha saputo forgiare nel tempo tanti campioni. Ma non solo: ha consolidato la società (oltre 600 soci), ha richiamato l’interesse e l’entusiasmo di centinaia di ragazzini per i corsi di avviamento alla vela ed ha organizzato innumerevoli gare nazionali ed internazionali organizzate sotto la sua direzione.

Ma non solo: il Circolo è diventato famoso in tutto il mondo per aver anche ospitato anche il Team Alinghi con i suoi protagonisti (Russell Coutts in primis) dopo le clamorose vittorie in Coppa America.
Andrea Colombo dirige da anni il negozio di corredo di famiglia, uno dei più conosciuti ed apprezzati di Lugano visto che esiste da oltre 150 anni. E la sua è una famiglia di veri sportivi: sua moglie Lorenza, sorella di Rocco Cattaneo, gareggiava in bicicletta con la mountain bike e suo figlio Filippo è ormai diventato uno dei biker più famosi in Svizzera, senza dimenticare Elia, atleta di primo piano nel windsurf. Nei giorni scorsi il Mattino della Domenica ha incontrato l’ex presidente del Circolo velico: un incontro ricco di aneddoti e sorprese.

Signor Colombo: il suo impatto con la vela è stato incredibile.
Direi proprio di sì. Come detto sono sempre stato un uomo di sport e la novità portata a scuola mi ha subito intrigato. Quando poi sono arrivato alla foce del Cassarate ed ho potuto conoscere alcuni aspetti tecnici della vela, mi sono buttato anima e corpo su questo sport.

Vela sì, ma soprattutto windsurf…
Una disciplina che mi ha ancor più affascinato, tanto da diventare tra i primattori anche a livello internazionale. Non dimenticherò comunque la prima gara che ho disputato una famosa domenica con la “tavola”: arrivai penultimo. Nessun scoramento, anche perché, essendo un tipo che non si arrende mai, ho continuato ad allenarmi fino a raggiungere ottimi livelli, anche con la vela visto che tra le varie regate ho partecipato anche ad una tappa del giro del mondo (Uruguay – Inghilterra) a bordo di UBS Switzerland con lo skipper Pierre Feldmann, personaggio molto noto nel mondo della vela.

Lei però nella sua testa ha sempre avuto la voglia di essere dirigente… 
Diciamo che mi sono trovato dentro il comitato quasi per caso, poi con il passare del tempo ho potuto capire sempre meglio certe dinamiche organizzative del CVLL. Dopo una pausa dedicata agli studi (mi sono trasferito a Losanna) sono tornato a Lugano e subito mi hanno reinserito in società con mansioni finanziarie, visto che in terra vodese mi ero laureato in economia. Da lì il passo alla presidenza è stato quasi automatico. Il Circolo è stata
come una… seconda pelle.

La sua è stata un gestione particolarmente attiva.
Benché inizialmente avessimo una piccola sede, il nostro movimento è cresciuto in modo oserei dire esponenziale. Poi il progetto del nostro architetto Gino Boila, subito avvallato dal municipale Nano Bignasca, ha permesso alla nostra sede, come alla Canottieri Lugano e alla zona della Foce, di diventare un vero e proprio gioiello che ancora oggi tutti ci ammirano, anche al di fuori del San Gottardo.

Il CVLL è diventata una società seguita a tutti i livelli.
Con i miei collaboratori ci siamo dati sempre da fare per portare gare di livello assoluto nel Ceresio ed anche il Team Alinghi con i suoi più illustri personaggi. Ma il mio motivo d’orgoglio è stato quello di vedere il nostro club, quando eravamo agli inizi del ’90 e quindi non certo in un momento facile per
il fatto che sembravamo sul punto di lasciare la Foce per questioni di ristrutturazione, sempre più seguito da tanti ragazzini interessati a partecipare ai nostri corsi estivi per principianti. Noi abbiamo sempre dato una grande importanza al vivaio ed i risultati si sono visti.

La sua famiglia ha un DNA sportivo. Filippo addirittura è stato campione del mondo di Mountain Bike!
Si è fatto strada in questa specialità ma senza che nessuno di noi lo spingesse veramente. Si è trovato bene e sta continuando a gareggiare con successo. Sono molto orgoglioso di lui come pure di Elia e Matteo che fanno tanto sport e tanta vela e sono pure contento della loro grande passione, siamo sempre in movimento, questa è la nostra vita.

E l’incontro con Coutts?
La sua vittoria nella sua Nuova Zelanda e con un equipaggio che rappresenta un paese non marittimo ha fatto scalpore. Era approdato ad Alinghi perché, confidandomi, aveva capito che nella terra dei Kiwi non c’era un progetto per il futuro della Coppa America. La vittoria in Nuova Zelanda è stata incredibile, il mio rammarico è che a livello politico in Svizzera non si è intuito subito l’eccezionalità dell’evento che ha permesso al nostro paese di riportare in Europa dopo oltre 100 anni il più vecchio trofeo del mondo. Eppure, alla premiazione in Nuova Zelanda non c’era nessuna autorità politica svizzera. Ciò mi ha lasciato dell’amaro bocca. Coutts era un uomo molto determinato, che sapeva cosa voleva, un freddo calcolatore ed un grande appassionato di vela. Peccato che poi il progetto Alinghi sia finito anzitempo, soprattutto dopo le battaglie tra i patron Bertarelli (Alinghi) e Allison (Oracle), i due maggiori contendenti della Coppa America.

Signor Colombo, da tre anni lei non è più presidente del Circolo ma è sempre alla Foce del Cassarate.
La passione non si dimentica mai, oggi ho un po’ più di tempo per navigare e me ne rallegro. Comunque il nuovo comitato sta lavorando davvero molto bene con gente giovane ed entusiasta. Ottimo per il futuro.

Se le dico Covid-19?
Mi assale tanta tristezza nel vedere così molte persone morire. Comunque la pandemia non ci ha fermato perché io ho continuato a veleggiare nel lago sempre con tanto entusiasmo. A causa della vacanze forzate in Ticino abbiamo avuto un’esplosione di partecipanti ai corsi vela.

La sua attività professionale ha subìto non pochi scossoni economici.
Meglio non pensare alle cifre che abbiamo perso. Dopo la chiusura forzata, abbiamo ripreso vendendo un po’ in on-line, ma di certo questo virus è stato per certi versi devastante sul piano commerciale.

Un giorno dovrà lasciare il suo negozio, continuerà la tradizione di famiglia?
Non ne ho nessuna idea, vedremo, anche perché i miei figli per il momento hanno altri interessi personali. Io vado avanti perché ho sempre tanto entusiasmo in corpo!.

G.M.

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