Mondo, 28 maggio 2020

Scontri e saccheggi negli USA dopo l'uccisione di un nero da parte della polizia

Per il secondo giorno di seguito, mercoledì manifestanti si sono riuniti a Minneapolis, e in misura minore in altre città statunitensi, per dimostrare contro la violenza poliziesca dopo che un afroamericano, George Flyod, è morto durante il suo arresto da parte della polizia. Le proteste sono presto degenerate in saccheggi e scontri che finora hanno causato almeno un morto.


Il capo della polizia di questa città nel nord degli Stati Uniti aveva chiesto ai manifestanti di mantenere la calma perchè non si ripetino gli stessi eccessi del giorno prima. Ma gli scontri hanno comunque avuto luogo durante la notte: i manifestanti hanno dato fuoco a un negozio di ricambi auto e saccheggiato un negozio della catena “Target”. Questi due stabilimenti si trovano vicino alla stazione di polizia dove lavoravano gli agenti accusati dell'omicidio di George Floyd lavoravano prima del loro licenziamento.

La polizia ha sparato gas lacrimogeni e ha formato una barricata umana per impedire ai manifestanti di attraversare una recinzione che circonda la stazione di polizia. Le forze di polizia hanno respinto una folla crescente che lanciava loro oggetti vari. In particolare, i finestrini di una stazione di polizia erano stati rotti martedì sera e la polizia aveva risposto usando
lacrimogeni e proiettili di gomma.

La famiglia di George Floyd, il 46enne morto durante un brutale arresto ripreso dai passanti, con le riprese che hanno presto fatto il giro del paese e infiammato gli animi in parte della comunità afroamericana. "Perché è esattamente quello che hanno fatto, hanno ucciso mio fratello", ha detto sua sorella Bridgett Floyd alla NBC. "Ho fede e credo che la giustizia sarà fatta", ha aggiunto, dicendo che il licenziamento degli agenti non è "sufficiente".

I quattro agenti di polizia coinvolti nell'arresto di George Floyd sono stati licenziati in tronco martedì, ma rilasciati dopo l'avvio di un'inchiesta. Il sindaco di Minneapolis Jacob Frey si è chiesto mercoledì "perché l'uomo che ha ucciso George Floyd (non era) in prigione". "Se avessi fatto questo, sarei dietro le sbarre in questo momento", ha detto.

Il presidente Donald Trump da parte sua ha scritto su Twitter di aver chiesto alla polizia federale (FBI) e al Dipartimento di Giustizia di far luce su questa morte "triste e tragica". "I miei pensieri sono con la famiglia e gli amici di George. Giustizia sarà fatta!” ha promesso il presidente americano.

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