Comunicato stampa
Poco più di una quindicina di Comuni avevano risposto alle richieste di aiuto inviate a tutti i Municipi del Cantone il 9 marzo. Visto l’esiguo numero di prese di posizione, le Sezioni regionali di GastroTicino - attive nel difendere e promuovere i 1’500 associati sparsi sul nostro territorio - hanno quindi deciso di prendere nuovamente posizione all’indirizzo dei Comuni ticinesi.
In particolare, GastroLagoMaggiore e Valli, GastroBellinzona Alto Ticino, GastroLugano e GastroMendrisiotto, hanno spedito una lettera, insistendo sulle richieste già avanzate:
-
esenzione dal versamento della tassa base sui rifiuti;
-
esenzione dal versamento della tassa sull’utilizzo del suolo pubblico e i tributi sulle insegne;
-
prevedere tempi di pagamento più lunghi per i tributi scoperti di loro competenza;
-
non appena la situazione migliorerà, favorire il rilancio delle attività legate al settore, riducendo tasse e balzelli;
chiediamo inoltre di ridurre i vincoli legati agli eventi e manifestazioni locali quando sarà il momento di tale rilancio.
Nonostante la situazione sopra descritta a questo appello alle autorità comunali - che contenevano proposte atte a dare un aiuto concreto agli esercizi pubblici presenti sul vostro territorio di competenza - non si è registrato un sufficiente riscontro positivo, con pochi e limitati segnali che facessero sentire considerata la categoria dalle autorità.
Oggi necessitiamo di una presa di posizione chiara e decisa entro tempi brevi. Altrimenti anche le autorità dovranno assumersi la responsabilità di avere abbandonato a sé stessa un settore determinante sotto il profilo socioeconomico.
In Ticino, vi è anche un’altra particolarità della quale le Sezioni regionali di GastroTicino hanno resi attenti i Comuni: “I vostri/nostri grotti, che tutti decantano come orgoglio regionale e non, non possono più aspettare a lungo perché la stagione, in parte già persa, sarà sempre più corta, con la conseguenza che non sarà possibile mettere fieno in cascina per affrontare un inverno tradizionalmente di chiusura. Rischiamo, quindi, di perdere un patrimonio culturale incalcolabile!”
I rappresentanti regionali degli esercenti si rendono conto che i problemi da affrontare sono molteplici e che tutta l’economia soffre, ma chiedono di dare al più presto possibile una risposta all’appello delle migliaia di famiglie della ristorazione che versano in gravi difficoltà.