Ticino, 15 aprile 2020

Ricominciano le code di frontalieri ai valichi, "gli svizzeri non possono aprire le altre dogane?"

Con l'allentamento delle restrizioni deciso negli scorsi giorni, diverse aziende hanno potuto ricominciare la propria attività. Aziende che, evidentemente, impiegano diversi dipendenti frontalieri come testimoniano le lunghe code che da ieri si sono formate ai valichi rimasti aperti.

Come riporta il portale italiano "luinonotizie.it", da ieri martedì 14 aprile "sono stati segnalati traffico intenso e lunghe code a partire dall’alba nei pressi delle uniche due dogane rimaste aperte, quella di Lavena Ponte Tresa e quella di Gaggiolo".

Code che non sono state ben digerite dai diretti interessati, che si sono riversati sui social per manifestare il loro disappunto nel dover attendere più del solito per poter entrare in Svizzera. Come riportato sempre da luinonotizie uno dei frontalieri si lamenta di una situazione a suo dire "inammissibile". “La situazione verso la dogana di Ponte Tresa è inammissibile – commenta un uomo residente a Cremenaga -, le ditte riaprono ma le dogane restano chiuse? La
colonna, nel momento in cui vi scrivo, è ferma già molto prima del Carrefour di Ponte Tresa arrivando da Luino. Possibile che non pensino sia opportuno aprirle almeno negli orari più intensi? Abito a Cremenaga e lavoro a 10 minuti da casa: è normale doversi fare due ore e mezza anche 3 di coda?”.

La richiesta del signore in questione sembra essere peraltro stata prontamente eseguita dall'Amministrazione federale delle dogane, la quale ha annunciato appena poche ore fa la riapertura, proprio nelle ore di punta, di alcuni valichi minori (vedi qui).

Da notare infine, che la notizia di code di frontalieri pubblicata da luinonotizie è stata ripresa dal Consigliere nazionale Lorenzo Quadri, il quale ha rimarcato che la zona di Luino, ossia quella da dove provengono gran parte dei frontalieri in questione, è una delle zone in cui sono recentemente aumentati i contagi di Coronavirus negli scorsi giorni.

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