Mondo, 27 marzo 2020

In Kosovo alla pandemia si aggiunge la crisi politica, deposto il primo ministro

Il primo ministro del Kosovo Albin Kurti (nella foto) è stato rimosso dal suo incarico da una mozione di censura presentata dal suo partner di coalizione, la Lega democratica del Kosovo (LDK), sostenuta dalle formazioni di ex guerriglieri, all'opposizione dalle elezioni di ottobre.

Mentre il Kosovo ha avuto più di 70 casi di infezione e una prima morte a causa del Covid-19 giovedì, il paese balcanico non ha più un governo. A scatenare la crisi è stato il siluramento, lo scorso 18 marzo, del ministro degli Interni, Agim Veliu membro del LDK, il quale reclamava, contro il parere del primo ministro Albin Kurti, la proclamazione dello stato di necessità. E questo nonostante che il Kosovo avesse già adottato rigide misure di contenimento dal 15 marzo. Albin Kurti ha accusato il ministro di "minare la coesione del potere esecutivo", ma i rapporti tra il primo ministro e il partito LDK erano già incrinati da tempo. In questione, la revoca della tassazione del 100% sulle merci importate dalla Serbia, richiesta dagli Stati Uniti per consentire la ripresa del "dialogo" con Belgrado. In segno di buona volontà, Albin Kurti aveva deciso di revocare "gradualmente" questa tassa – scatenando così le ire del LDK.

All'apertura
della sessione parlamentare, Albin Kurti ha denunciato una cospirazione lanciata dal presidente Hashim Thaçi, privilegiato interlocutore di Richard Grenell, l'emissario di Donald Trump incaricato di rilanciare il dialogo con Belgrado. Secondo Kurti, esisterebbe un accordo segreto tra Washington e Belgrado per estrometterlo. Questa crisi è anche il risultato di uno scontro a distanza tra gli Stati Uniti e l'Unione europea, quest'ultima più prudente sulla necessità di un rapido accordo tra Belgrado e Pristina.

Secondo Belgzim Kamberi del Musine Kokallari Institute, un think tank socialdemocratico di Pristina, ha affermato all'agenzia AP che "la caduta del governo illustra tragicamente la debolezza dell'UE, che ha perso la sua leadership nella gestione delle relazioni tra Belgrado e Pristina".

Mentre è fuori questione convocare nuove elezioni durante questo periodo di epidemia, il Kosovo potrebbe benissimo rimanere senza un governo, un vuoto che darebbe carta bianca al presidente Thaci per concludere un accordo con la Serbia. "Pertanto, gli Stati Uniti si imporranno nuovamente come gli unici in grado di" pacificare "i Balcani, confermando l'emarginazione politica di Bruxelles", conclude Belgzim Kamberi.

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