Ticino, 11 febbraio 2020

"PS e Verdi irresponsabili e irrispettosi"

di un dipendente dell'aeroporto di Lugano* (nome noto alla redazione)

Innanzitutto vorrei ringraziarvi a nome dei miei colleghi di Lugano Airport per la solidarietà manifestata nei confronti di 74 persone e famiglie che vedono seriamente a rischio il proprio futuro per i capricci irrispettosi e irresponsabili di Verdi e Socialisti.

Irrispettosi perché hanno cancellato il sostegno al rilancio di Lugano Airport approvato da Cantone e Comune in maniera avveduta e lungimirante, attraverso un'azione referendaria sostenuta invece da biscottini di Natale, miracoli di Natale e aperitivi in Parlamento offerti in cambio di una manciata di voti. Irresponsabile perché gli impieghi a rischio non sono soltanto quelli dei dipendenti diretti di Lugano Airport, ma anche quelli delle aziende che vi operano in sede e nei dintorni.

Tuttavia, non è di noi che dovete preoccuparvi.

O meglio, come ho già rispettosamente chiarito ai giornalisti che me lo hanno chiesto, purtroppo, nel nostro Ticino, ci sono molte altre persone che ogni giorno perdono il lavoro: di queste nessuno parla, nessuno saprà mai niente, nessuno esprimerà loro un briciolo di solidarietà. Dunque, noi di Lugano Airport siamo dei privilegiati, in un certo senso, per il semplice fatto che di noi si parla, di noi ci si sta interessando. Grazie!

Ma sia ben chiaro: noi non vogliamo compassione, non vogliamo solidarietà, vogliamo rispetto. A tutti coloro che ci hanno sminuito, e anche insultato, additandoci come fannulloni
incapaci e immeritevoli, noi abbiamo risposto col silenzio.

Ecco, forse è stato questo il nostro errore. Il nostro e di tutti coloro che giornalmente ci rincuoravano dicendoci "Vedrai che tra un po' si riparte", essi stessi convinti della profonda assurdità della proposta di Verdi e Socialisti.

Ieri, invece, ci siamo finalmente risvegliati. In un mondo in cui l'assurdo, l'inimmaginabile, a volte può diventare vero. Tutto d'un tratto, coloro che dicevano "Vedrai che tra un po' si riparte", si sono accorti che a rischio non ci sono solo tanti posti di lavoro, di cui potremmo anche fregarcene, volendo essere cinici.

La verità, è che sul piatto c'è il futuro dei nostri figli, della nostra terra. In gioco ci sono questioni come l'ecoonomia, il turismo, l'attrattività e il prestigio del nostro cantone. A cosa serve organizzare eventi artistici, conferenze mediche e scientifiche, a che serve un'offerta turistica così ampia, se poi non abbiamo una mobilità che permetta l'afflusso di persone verso questi centri di interesse? Che cosa vogliamo che sia il sostegno finanziario di qualche milione, sì è vero sono tanti soldi, in cambio di un indotto economico di centinaia di milioni di cui beneficia tutto il cantone?

È giunto il momento ci scegliere: che cosa vogliamo essere?

Fate la vostra scelta, ma fregatevene di noi. Il Ticino conta molto di più di una manciata di posti di lavoro.

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