Mondo, 04 novembre 2019

Nelle banlieue parigine arrivano le gare a chi fa più agguati alla Polizia

Un nuovo "gioco" sta spopolando nei quartieri della periferia parigina, le famose banlieu. Tramite social vengono organizzate gare tra bande per stabilire chi metta in piedi la migliore "trappola", in pratica vere e proprie imboscate, contro le forze dell' ordine o i servizi di soccorso.
 
Come riporta "Le Parisien" nella regione dell'île de France, quella intorno a Parigi, fra il 12 e il 31 ottobre, sono stati registrati otto attacchi in alcuni dei quartieri più caldi dei quartieri della periferia parigina. L' ultima in ordine nella notte tra giovedì e venerdì a Béziers, dove una scuola materna e una media sono state messe a fuoco da bande di giovane. A Mantes la Jolie, invece, settimana scorsa i poliziotti si sono scontrati con un centinaio di persone e sono stati costretti a utilizzare una settantina di granate anti accerchiamento e circa 50 proiettili di gomma.

Il modus operandi è quasi sempre lo stesso: polizia, gendarmeria, pompieri o servizi d' ambulanza, ricevono delle richieste d'intervento. Quando arrivano nel luogo segnalato, si ritrovano accerchiati da bande di giovani o giovanissimi, che li prendono di mira con sassi, oggetti contundenti o ancora fuochi d'artificio. Il tutto viene ripreso dai teppisti che poi pubblicano su Internet i loro atti per vantarsi di quanto hanno fatto.

Gli autori, secondo Le Parisien, sono spesso giovani disoccupati discendenti da famiglie immigrate, che vivacchiano nelle banlieue spacciando droga o facendo piccoli favori ai boss della malavita locale. E che spesso hanno tanto tempo libero a disposizione.
 
E ora i sindacati della polizia lanciano l'allarme. Per Linda Kebbab, segretario generale del sindacato Sgp Police, gli autori degli attacchi
sono giovani abbandonati a sé stessi dalle proprie famiglie che spesso vivono nella miseria. Ma, avverte la sindacalista interpellata dal portale Sputnik, "a povertà non giustifica questi fatti, essere poveri non giustifica l' abbandono dei propri figli" nelle mani dei boss della malavita locale. Criminali che vivono di spaccio di droga, rapine e altri reati.

Questi padroni delle banlieue approffittano della mancata integrazione per manipolare i giovani al punto da arrivare a trovare anche dei giovanissimi, anche 12enni tra gli aggressori. Ma, sempre secondo Kebbab, "non si può pretendere che un ragazzino di 12 anni possa essere vittima del sistema, del razzismo e della discriminazione nel mondo del lavoro" implicando che vi è un problema nelle famiglie e nelle scuole.

Il disagio delle periferie francesi, quelle parigine in particolare, è ormai un fenomeno noto e che esplode quasi regolarmente. Quella delle imboscate organizzate tramite social è solo l'ennesima escalation di una situazione che la società francese non sembra, da anni, in grado di contrastare. Sl sindacato France Police, con un messaggio pubblicato su Facebook, sostiene che "tutti sanno ma nessuno fa niente" e che uno dei motivi di ciò che è molti degli autori sono degli spacciatori, che sono "prima di tutto attori economici e i soldi non hanno odore".

"In nome del rispetto dell' ordine pubblico", scrive ancora France Police, policiers en colère, "il governo reprime sistematicamente i manifestanti ostili alla sua politica. Ma quando si tratta di insurrezioni nelle periferie, c' è il silenzio radio".

Un silenzio che ci si chiede quanto possa ancora durare.

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