Ticino, 23 ottobre 2019

La denuncia di una prostituta, "il Ticino è una giungla"

*Dal Mattino della Domenica. Di A.L

Ha un diavolo per capello la ragazza sudamericana (Erika) che da anni si prostituisce con un permesso in Ticino. “Mi sono sempre comportata bene, ho sempre seguito le regole che mi sono state giustamente imposte ma alla fine vedo che nel vostro cantone non è cambiato molto: è una vera e propria giungla, nella quale ognuno fa ciò che vuole, a dispetto delle leggi nuove o vecchie che siano”.

Una situazione che peraltro era già stata denunciata a livello mediatico nei mesi scorsi. Secondo un noto politico “in Ticino da 30 anni a questa parte i principali attori del meretricio si fannnno beffe dello stato che sta a guardare…”. Ma cosa intende dire Erika quando parla di giungla?

"Negli ultimi anni sono state chiuse almeno una quindicina di case di tolleranza, da Chiasso ad Airolo. O perché non erano in regola dal punto di vista edilizio, o perché si supponeva ci fosse tratta di essere umani o perché ancora i proprietari facevano i loro sporchi interessi disattendendo le norme. Una sorta di repulisti che non ha risparmiato nessuno, o quasi…”. Prego? “Sì, quasi! Perché a tutt’oggi ci sono in giro per il Cantone tante ragazze illegali che fanno il mestiere nonostante non abbiano il permesso! Mi spiego: a Lugano, Bellinzona e altri comuni troviamo donne che lavorano in appartamenti e in ex bordelli (vedi Bosco a Cadenazzo, ndr) senza che nessuno intervenga o faccia qualcosa. Non ce l’ho con queste persone, semplicemente vorrei che
la legge fosse rispettata. Noi facciamo tutto alla luce del sole: andiamo ad iscriverci in polizia e paghiamo le tasse. Queste “irregolari” guadagnano in nero e nessuno dice nulla. Conosco una ragazza colombiana che vive da oltre cinque anni a Lugano senza permesso e tutto ciò che guadagna se lo porta a casa. Paradossale”. E aggiunge: “Noi siamo le prime ad essere controllate, e se qualcuno sgarra, nella migliore delle ipotesi si becca una multa, o altrimenti viene invitata a lasciare la Svizzera..”. Ma ora c’è una nuova legge… “

A cosa servono le leggi se non vengono invitati al tavolo delle discussioni i diretti interessati? Qui in Ticino non ci hanno mai coinvolto nei lavori per stilare le nuove norme. Almeno un parere o una opinione di chi conosce bene il settore lo potevano anche chiedere. E invece cosa sanno i parlamentari del nostro mondo?”. A differenza di quanto accade nel resto della Svizzera…” Non ho nulla contro il Ticino, ma le posso dire che Oltre Gottardo siamo trattate come esseri umani.

La polizia non ci ha mai fatte sentire come persone di serie B. Anzi: siamo state ascoltate ed abbiamo detto la nostra. Il meretricio è una professione come un’altra. In Ticino sembra proprio di no!”. E conclude così: “ Lo Stato ha la possibilità di modernizzare questo settore. Regole per tutti e rispetto nei confronti di chi paga la tasse e si comporta bene. Sono convinto che le basi per un salto di qualità ci siano”.

*Edizione del 20 ottobre 2019

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