Mondo, 06 maggio 2019
Peste bubbonica in Mongolia, una dozzina di svizzeri posti in quarantena
Il ministero della sanità della Mongolia ha confermato il decesso di due turisti russi a Ölgii, nell'ovest del paese. La morte dei due, un uomo di 38 anni e sua moglie di 37 anni, che era incinta, è stata attribuita alla peste bubbonica. Lo riferisce il portale RT. La coppia avrebbe contratto la malattia dopo aver ingerito carne cruda di marmotte infette. Lasciano orfani quattro bambini di età compresa tra 2 e 13 anni.
Le autorità sanitarie hanno deciso di mettere tutti coloro che avrebbero potuto essere in contatto diretto o indiretto con le due vittime "sotto sorveglianza". Sono 158 persone, riferisce sempre il portale russo. Tra di loro un certo numero di turisti che si ritrovano di conseguenza bloccati nel loro hotel. I viaggiatori sarebbero provenienti dalla Russia, Stati Uniti, Paesi Bassi, Svezia, Corea del Sud e Germania. Ma anche dalla Svizzera.
Le autorità sanitarie mongole non pensano che la situazione sia critica o che vi sia un rischio di epidemia, tuttavia non è stata comunicato quando la
quarantena sarebbe stata levata. "Pensavi che la peste appartenesse al Medioevo? Anche noi. È surreale!", ha commentato una turista russa, intervistata.
Secondo il Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE), contattato da “Le Matin,” sarebbero circa "una dozzina” i turisti svizzeri attualmente bloccati nella Mongolia occidentale, in seguito alle misure di quarantena adottate dalle autorità locali. Sempre secondo il DFAE e in base alle informazioni a sue disposizione, la loro salute non è in pericolo e dovrebbero essere in grado di lasciare presto la regione. La rappresentanza svizzera a Ulan Bator, nell'ovest del paese, è in contatto con loro e con le autorità locali.
La peste bubbonica può uccidere in poche ore ma è guaribile se il malato viene curato in tempo con antibiotici appropriati. Tra il 2010 e il 2015, sono stati registrati in tutto il mondo 3248 casi di peste, secondo i dati dell'Organizzazione mondiale della sanità. Di cui 584 sono stati fatali.