Ticino, 15 febbraio 2019

Val Colla, la polemica di una negoziante: "Mi avete boicottato". Ma le associazioni negano: "Faccia il mea culpa"

MAGLIO DI COLLA – L’iniziativa di una donna, che ha voluto ad ogni costo aprire un negozio di alimentari (e non solo) in Valcolla, perché convinta che mancasse. E la decisione, amara, di dover chiudere.

“A dispetto di chi mi diceva di non farlo, 'non conosci la gente di qui', 'non ti apprezzerebbero', 'vai in un covo di serpi' (detto da Ticinesi, non parenti), io ho voluto far di testa mia e usare il mio portafoglio, pensando ad un luogo sociale, uno sviluppo commerciale con prodotti autoctoni e di prima necessità, ad uno scambio artigianale, uno sviluppo turistico. Purtroppo in due anni sono andata a capitombolo!! Ho chiuso bottega!! I primi mesi tanta curiosità e già dopo 6 mesi un calo spaventoso! Novità 'vista!!', si torna ognuno alle proprie abitudini, qui non c'è mai stato niente! Difficile abituarsi se non si aprono gli orizzonti”, aveva scritto l’ideatrice di Alimentari Santy.

Il Comitato Carnevale di beneficenza el Coleta Val Colla si era difeso dicendo di rifornirsi da vent’anni nei negozi locali, ed oggi tramite La Regione reagiscono anche Amici della Val Colla, Circolo Ricreativo al Ritrovo e Sezione Pescatori Valli del Cassarate.
Non vi è mai stato il mancato sostegno da parte di associazioni come le loro.

Faide o diattribe? “Sono fatti risultanti da simpatie e antipatie di carattere personale, le quali esistono da che mondo è mondo e a tutte le latitudini: le associazioni hanno continuato a rifornirsi presso l’emporio senza giustamente tenerne conto”, fanno notare in una nota.

L’Associazione Genitori ha organizzato lì delle merende, per esempio.

Critiche dunque rispedite al mittente. Anzi: “la signora ha tenuto un atteggiamento negativo e in talune occasioni offensivo nei confronti di parte della comunità”. Oltretutto, fanno notare, i prezzi di vendita erano “in taluni casi veramente eccessivi”, così come gli orari di apertura e la mancanza di un servizio a domicilio ostacolavano chi voleva servirsi presso Alimentari Santy, quando “il commercio al dettaglio deve soddisfare le esigenze del potenziale cliente, adeguandosi alla situazione geografica dei diversi villaggi dispersi sul territorio”.

Dunque, “la signora può unicamente recitare un mea culpa senza incolpare e diffamare gratuitamente le associazioni, la Valle e il Comune”.

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