Ticino, 10 febbraio 2019

Per il P$ si mette malissimo

Ex funzionario abusatore: compaiono nuovi nomi. Guarda caso, tutti $ocialisti

Mentre il colpevole continua a beneficiare dell’anonimato – fosse stato leghista, sarebbe già stato pitturato da un pezzo in prima pagina su tutti i giornali – il suo partito, autocertificato grande difensore delle donne ed abituato a calare la morale agli altri (naturalmente a senso unico) si trova in grosse difficoltà. La cadrega governativa traballa?

Si allarga lo scandalo “in salsa $ocialista” dell’ex funzionario abusatore targato P$ (già consigliere comunale di Lugano nonché collaboratore del defunto quindicinale sedicente satirico Il Diavolo).Sulla scena compaiono nuovi personaggi, secondo la gerarchia del DSS, che a loro volta ne coinvolgono altri.

Ed infatti, accertate le pesanti colpe dell’ex funzionario, si tratta ora di fare piena chiarezza su chi ha imboscato le segnalazioni nei suoi confronti, permettendogli così di farla franca per anni. Al punto che taluni reati sono perfino caduti in prescrizione, e l’abusatore reiterato non andrà nemmeno in prigione.

Chiaro: le nostre leggi e la nostra giustizia, come sappiamo da un po’, sono inflessibili solo con gli sfigati automobilisti incappati nelle maglie dell’aberrante Via Sicura. Con i delinquenti veri, invece… vai col buonismo- coglionismo!

Nuovi nomi

Sicché nei giorni scorsi è salito alla ribalta il nome di Ivan Pau Lessi, attualmente pensionato, già capo dell’Ufficio delle famiglie e dei minorenni, nonché ex municipale P$ di Giubiasco, nonché nominato sempre dal P$ nel Consiglio della magistratura. Sentendosi chiamato in causa dalle dure parole del giudice Marco Villa contro lo Stato che “non ha ascoltato le vittime”, Pau Lessi ha trasmesso un memoriale al CdS e si è autosospeso (?) dal Consiglio della magistratura. Non stiamo ovviamente a ripetere quanto già scritto su tutti i giornali nei giorni scorsi.

Al proposito, però, una considerazione: questa moda politikamente korretta delle autosospensioni ci pare proprio, per citare il ragionier Fantozzi, “una cagata pazzesca”; ed oltretutto, che valore legale ha? Delle due l’una: o non hai nulla da rimproverarti ed in quel caso rimani al tuo posto, oppure hai combinato qualcosa e allora non ti “autosospendi”, ma ti dimetti.

A maggior ragione ti dimetti dal Consiglio della magistratura, che è un’istituzione importante e non la bocciofila di Corippo (con tutto il rispetto per Corippo). Cosa vuol dire “mi autosospendo”? Che forse ho la coscienza sporca ma aspetto che me lo dica l’inchiesta amministrativa?

Pau Lessi ha a sua volta tirato in ballo il proprio superiore dell’epoca, ossia Roberto Sandrinelli, aggiunto di direzione presso la Divisione dell’azione sociale e delle famiglie nonché – ma tu guarda i casi della vita – candidato P$ al Consiglio di Stato nel 2011.
Il nome di Martino Rossi, già direttore della Divisione appena citata nonché ex capogruppo P$ (e ridàgli!) in Consiglio comunale di Lugano, era invece già uscito la scorsa settimana.

Il beneficio dell’anonimato

Parlando di nomi, l’unico che non appare sui media è proprio quello dell’ex funzionario abusatore. Perché non compare? Perché, in sprezzo del ridicolo, gli organi d’informazione si trincerano dietro il pretesto della “protezione delle vittime”. Che, nel caso specifico, è un’inaudita presa per i fondelli.

In effetti, l’autore è già identificato con ruolo, funzione, compiti, anni in cui era in attività, carica politica rivestita in passato, collaborazioni con il defunto quindicinale sedicente satirico contiguo al P$ “Il Diavolo”, eccetera. In presenza di tutti questi elementi noti, l’identità dell’innominabile funzionario-abusatore $ocialista
è un segreto di pulcinella. Quindi, la pubblicazione del nome non cambierebbe nulla sul piano dell’identificabilità delle vittime. Cambia solo su quello dell’identificabilità del delinquente.

Evidentemente nel caso concreto si ha a che fare con un protetto del partito “giusto” a cui si vuole risparmiare la gogna mediatica che invece altri - senza l’appartenenza politica giusta e senza gli amici giusti - hanno dovuto subire ad oltranza per reati assai meno schifosi.

Ribadiamo per l’ennesima volta: se l’innominabile ex funzionario P$ fosse stato un leghista, si sarebbe immediatamente trovato pitturato in prima pagina con nome, cognome e fotografia.

Qualcuno ha parlato

Qualcuno però ha parlato, o meglio ha scritto. Trattasi dell’avvocato Tuto Rossi che sulla sua pagina facebook (che chiunque può consultare) non solo ha pubblicato nome e cognome dell’ex funzionario, ma ha spiattellato particolari di una vicenda giudiziaria che, evidentemente, conosce bene.

Tra questi il seguente, allucinante estratto dell’atto d’accusa: “Nel 2001 il funzionario statale ultraquarantenne, ha convinto il Consiglio di stato a fondare il Forum dei Giovani e a nominarlo coordinatore.

Fin dalla prima riunione ha messo gli occhi su ragazzine di 15 anni. Con almeno una ha avuto frequentazioni intime; ha poi individuato quella più fragile che un paiod’anni dopo ha portato
a casa sua, l’ha drogata e costretta a subire l’atto sessuale. Ha poi portato in Italia e dato in pasto a una coppia di suoi amici scambisti una ragazzina appena diciottenne, e dopo averle fatto assumere droga “per farla sciogliere di più”, le hanno fatto (…).

Si è procurato alcuni taglietti ai polsi (facilmente ricuciti da un’amica ginecologa) per ricattare una giovane sostenendo che si sarebbe suicidato se lei non gli avesse praticato un coito orale.
Ha approfittato di una proiezione riservata della Commissione Cinema Giovani, di cui era Presidente, per infilare le dita nella vagina di una sua dipendente continuando nell’atto, anche se la giovane piangeva”
. Diteci voi se un simile soggetto merita di godere dell’anonimato solo perché è del partito “giusto” e con gli amici “giusti”!

Strumentalizzazioni calunniose?

Già che parliamo di partito. Il kompagno Igor Righini, presidente del P$, evidentemente in enormi difficoltà – diciamo pure che, a seguito di questa storiaccia, il partito $ocialista è immerso a bagnomaria nella palta – se ne è uscito a dire che accostare il partito all’accaduto sarebbe una“strumentalizzazione politica calunniosa”.

Ö la Peppa!

Allora: il funzionario abusatore innominabile è P$ (ex consigliere comunale di Lugano nonché collaboratore del Diavolo); Pau-Lessi è P$ (ex municipale di Giubiasco e membro autosospeso (?) del consiglio della magistratura); Roberto Sandrinelli è P$ (già candidato al Consiglio di Stato nel 2011); Martino Rossi è P$ (già capogruppo in consiglio comunale di Lugano); Patrizia Pesenti (direttrice del DSS al tempo dei fatti) è P$... Tutti esponenti del partito $ocialista, sedicente grande difensore delle donne nonché abituato a calare la morale agli altri, naturalmente sempre e solo a senso unico!

Però il presidente del partito $ocialista kompagno Righini sostiene che citare il P$ è squallida e calunniosa strumentalizzazione politica?

Come diceva Totò: “Ma ci faccia il piacere”!

Lorenzo Quadri / MDD

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