Mentre il colpevole continua a beneficiare dell’anonimato – fosse stato leghista, sarebbe già stato pitturato da un pezzo in prima pagina su tutti i giornali – il suo partito, autocertificato grande difensore delle donne ed abituato a calare la morale agli altri (naturalmente a senso unico) si trova in grosse difficoltà. La cadrega governativa traballa?
Si allarga lo scandalo “in salsa $ocialista” dell’ex funzionario abusatore targato P$ (già consigliere comunale di Lugano nonché collaboratore del defunto quindicinale sedicente satirico Il Diavolo).Sulla scena compaiono nuovi personaggi, secondo la gerarchia del DSS, che a loro volta ne coinvolgono altri.
Ed infatti, accertate le pesanti colpe dell’ex funzionario, si tratta ora di fare piena chiarezza su chi ha imboscato le segnalazioni nei suoi confronti, permettendogli così di farla franca per anni. Al punto che taluni reati sono perfino caduti in prescrizione, e l’abusatore reiterato non andrà nemmeno in prigione.
Chiaro: le nostre leggi e la nostra giustizia, come sappiamo da un po’, sono inflessibili solo con gli sfigati automobilisti incappati nelle maglie dell’aberrante Via Sicura. Con i delinquenti veri, invece… vai col buonismo- coglionismo!
Nuovi nomi
Sicché nei giorni scorsi è salito alla ribalta il nome di Ivan Pau Lessi, attualmente pensionato, già capo dell’Ufficio delle famiglie e dei minorenni, nonché ex municipale P$ di Giubiasco, nonché nominato sempre dal P$ nel Consiglio della magistratura. Sentendosi chiamato in causa dalle dure parole del giudice Marco Villa contro lo Stato che “non ha ascoltato le vittime”, Pau Lessi ha trasmesso un memoriale al CdS e si è autosospeso (?) dal Consiglio della magistratura. Non stiamo ovviamente a ripetere quanto già scritto su tutti i giornali nei giorni scorsi.
Al proposito, però, una considerazione: questa moda politikamente korretta delle autosospensioni ci pare proprio, per citare il ragionier Fantozzi, “una cagata pazzesca”; ed oltretutto, che valore legale ha? Delle due l’una: o non hai nulla da rimproverarti ed in quel caso rimani al tuo posto, oppure hai combinato qualcosa e allora non ti “autosospendi”, ma ti dimetti.
A maggior ragione ti dimetti dal Consiglio della magistratura, che è un’istituzione importante e non la bocciofila di Corippo (con tutto il rispetto per Corippo). Cosa vuol dire “mi autosospendo”? Che forse ho la coscienza sporca ma aspetto che me lo dica l’inchiesta amministrativa?
Pau Lessi ha a sua volta tirato in ballo il proprio superiore dell’epoca, ossia Roberto Sandrinelli, aggiunto di direzione presso la Divisione dell’azione sociale e delle famiglie nonché – ma tu guarda i casi della vita – candidato P$ al Consiglio di Stato nel 2011.
Il nome di Martino Rossi, già direttore della Divisione appena citata nonché ex capogruppo P$ (e ridàgli!) in Consiglio comunale di Lugano, era invece già uscito la scorsa settimana.
Il beneficio dell’anonimato
Parlando di nomi, l’unico che non appare sui media è proprio quello dell’ex funzionario abusatore. Perché non compare? Perché, in sprezzo del ridicolo, gli organi d’informazione si trincerano dietro il pretesto della “protezione delle vittime”. Che, nel caso specifico, è un’inaudita presa per i fondelli.
In effetti, l’autore è già identificato con ruolo, funzione, compiti, anni in cui era in attività, carica politica rivestita in passato, collaborazioni con il defunto quindicinale sedicente satirico contiguo al P$ “Il Diavolo”, eccetera. In presenza di tutti questi elementi noti, l’identità dell’innominabile funzionario-abusatore $ocialista