Opinioni, 02 febbraio 2019
Espulsa con 500'000 franchi di debiti con l'assistenza, "bisogna cambiare la legge"
Negli scorsi giorni è apparsa sui media la notizia di una sentenza del Tribunale Federale che avrebbe confermato il decreto di espulsione e revoca del permesso B ad una donna straniera proveniente dalla Bosnia residente nel Canton Zurigo.
Secondo le autorità zurighesi, la donna avrebbe beneficiato di ben 533mila franchi di prestazioni assistenziali in quasi 19 anni. Colpa che, sempre secondo l’ufficio della migrazione zurighese, è da attribuire totalmente alla signora, in quanto non avrebbe mai fatto nulla per migliorare la sua situazione finanziaria, nonostante la giovane età (35 anni).
Dopo ben tre ammonimenti e oltre mezzo milione di franchi dei soldi dei contribuenti, le autorità hanno optato per l’espulsione e revoca del permesso B.
A nulla sono serviti i tre ricorsi inoltrati sia in prima istanza dalla Direzione della sicurezza sia in seconda dal Tribunale amministrativo cantonale e nemmeno la via del ricorso al Tribunale federale (TF), mi chiedo francamente con quale “rivendicazione” la signora sia andata fino ai giudici di Losanna.
In tutta questa vicenda la vera vittima è una sola: il contribuente.
Trovo veramente scandaloso che le autorità

cantonali abbiano atteso ben oltre 15 anni e cifre da capogiro per procedere con la revoca del permesso ed espulsione.
Aggravante di tutta questa situazione è che la persona era già nota all’ufficio della migrazione, i quali erano intervenuti con solo tre tirate di orecchie (ammonimenti).
Il vero problema è che tali situazioni, dal profilo giuridico, sono sempre soggette a criteri soggettivi che possono variare da molti fattori, come ad esempio: le cifre, l’impegno a migliorare la propria situazione, le condizioni famigliari, gli anni di permanenza nel nostro paese, eccetera.
Bisogna legiferare a livello federale in modo da imporre un automatismo, per poter fare chiarezza ed agire in maniera decisa ed inequivocabile.
Esempio: coloro che hanno un permesso B possono beneficiare al massimo di un anno di prestazioni assistenziali dopodiché revoca immediata del permesso. Nessuna eccezione.
Al cittadino/contribuente non può che restare l’amaro in bocca, soprattutto conscio di aver sperperato oltre mezzo milione di franchi a fondo perso e che non rivedrà mai più.
Nicholas Marioli
Deputato in Gran Consiglio
Lega dei Ticinesi