La pensione del padre 40enne avrebbe permesso ai quattro di sopravvivere in tale situazione di autosegregazione, finchè la situazione è venuta alla luce grazie alla segnalazione degli insegnanti della bambina, insospettiti dalle pessime condizioni in cui la piccola si presentava a scuola.
Padre, madre e figlio hanno quindi trascorso tutto quel tempo immobili davanti al computer, tra giochi e navigazione sul web, interagendo quindi solo virtualmente con il mondo circostante. Un isolamento patologico che li ha portati a dimenticare anche il fatto di essere una famiglia.
Hanno iniziato con il non riunirsi insieme attorno ad un tavolo per consumare il pranzo: ognuno ha cominciato a portare i viveri davanti allo schermo, poi hanno gradatamente dilatato il tempo notturno di permanenza al computer per essere ossessivamente, sistematicamente on-line, sino a perdere ogni equilibrio, ogni sana relazione e la salute.
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Il ragazzo ha vissuto davanti al suo laptop nutrendosi sporadicamente e senza lavarsi. Ridotto praticamente ad essere uno scheletro che cammina, ha dovuto fin da subito intraprendere una lunga fisioterapia per rimettere in movimento gli arti completamente anchilosati dall’immobilità persistente. Ad ottobre, quando il ragazzo è stato ricoverato, i piedi erano completamente piagati, ricoperti da ferite infette che hanno reso necessaria una forte terapia antibiotica.
Il fenomeno dell'autoisolamento ai tempi di Internet e del cibo a domicilio a portata di click non è nuovo e porta il nome di "sindrome di Hikikomori", parola giapponese che significa "isolazione". Sebbene raramente siano emersi casi così gravi e che riguardano intere famiglie, la sindrome colpisce soprattutto i giovani, maggiormente familiari con le nuove tecnologie rispetto alle generazioni precedenti, e riguarda in particolare i paesi con un welfare più avanzato, dove è più facile ottenere qualche tipo di reddito senza lavorare.
Un problema spesso invisibile perchè difficilmente si riesce a individuare chi ne è colpito, in una società in cui le relazioni famigliari e personali si fanno sempre più virtuali se non assente, in cui è facile nascondersi dietro un "tutto bene" battuto su una tastiera di qualche applicazione virtuale.
Il fenomeno dell'autoisolamento ai tempi di Internet e del cibo a domicilio a portata di click non è nuovo e porta il nome di "sindrome di Hikikomori", parola giapponese che significa "isolazione". Sebbene raramente siano emersi casi così gravi e che riguardano intere famiglie, la sindrome colpisce soprattutto i giovani, maggiormente familiari con le nuove tecnologie rispetto alle generazioni precedenti, e riguarda in particolare i paesi con un welfare più avanzato, dove è più facile ottenere qualche tipo di reddito senza lavorare.
Un problema spesso invisibile perchè difficilmente si riesce a individuare chi ne è colpito, in una società in cui le relazioni famigliari e personali si fanno sempre più virtuali se non assente, in cui è facile nascondersi dietro un "tutto bene" battuto su una tastiera di qualche applicazione virtuale.
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