Svizzera, 21 dicembre 2018

Sei estremisti islamici pericolosi non possono essere né espulsi né incarcerati (e quindi sono a piede libero)

Sei estremisti islamici sono a piede libero in ​​Svizzera, nonostante la polizia federale li abbia classificati come pericolosi per la sicurezza del paese. Si tratta di iracheni che non possono essere espulsi perché rischiano nel loro paese di origine di essere processati o condannati a morte.

La vicenda, riportata tra gli altri dal Luzerner Zeitung, concerne sei espulsioni bloccate: due casi sono stati giudicati, mentre gli altri quattro sono in appello. L'ultimo caso riguarda un iracheno di 40 anni residente a Basilea. Due mesi fa è stato rilasciato dalla prigione dopo aver scontato tre anni e tre mesi di prigione per terrorismo. Nel 2014 è stato condannato con suo fratello. I due avevano creato un sito web attraverso il quale diffondevano propaganda per l'organizzazione terroristica di al-Qaida.

Secondo la Fedpol, è probabile che, una volta rilasciato dal carcere, continuerà a mantenere legami con persone appartenenti alla rete jihadista. La Fedpol ha il diritto di espellere persone considerate pericolose per la sicurezza interna o esterna del paese, senza procedimenti legali. In questo senso, dal 2016, la polizia federale ha ordinato l'espulsione di 19 persone, 13 delle quali sono state messe a morte. Gli altri 6 invece, come detto, sono bloccate e i sei sarebbero quindi a piede libero.

Per rimediare a questa situazione, il Consiglio federale intende adottare una legge federale sulle misure di polizia per combattere il terrorismo. La procedura di consultazione è finita e viene analizzata. In particolare, si prevede che gli stranieri radicalizzati possano essere imprigionati prima di commettere reati o dopo aver scontato la pena. Lo stesso Consiglio nazionale, lo scorso settembre, ha approvato una mozione del Consigliere
nazionale Fabio Regazzi per espellere i terroristi islamici con un passaporto straniero presente in Svizzera nel loro paese di origine, siano essi sicuri o meno.

La vicenda ha colto l'attenzione anche alle nostre latitudini. Per il Consigliere nazionale Lorenzo Quadri la situazione venutasi a creare è una conseguenza dell'appartenenza della Svizzera alla corte europea per i diritti umani (CEDU): "Grazie alla CEDU – scrive Quadri su Facebook commentando la notizia - ci teniamo in casa i terroristi islamici perché sarebbero "in pericolo di vita nel paese d'origine". E quindi mettiamo in pericolo di vita i cittadini svizzeri! ". Per l'esponente leghista la colpa è della maggioranza dei partiti che non avrebbero fatto abbastanza contro il rischio di terrorismo e l'estremismo islamico: "Se questi terroristi islamici che "non possono" (?) essere espulsi dovessero commettere un attentato nel nostro paese provocando dei morti, chi se ne assumerà la responsabilità? Cosa ne pensa il triciclo PLR-PPD-PSS?".

Un'altro esponente politico che ha commentato l'accaduto è il vice-presidente dell'UDC Ticino, Alain Bühler: " È ora di cambiare le leggi, ci sono casi in cui il diritto alla vita di 8 millioni di cittadini deve valere di più dei diritti di 6 fondamentalisti islamici" scrive Bühler sulla sua pagina Facebook personale. L'esponente democentrista inoltre fa notare quella che lui chiama "una ciliegina sulla torta": uno degli estremisti a cui è stata bloccata l'espulsione avrebbe fatto richiesta d'asilo presentando documenti falsi e dal suo arrivo avrebbe ottenuto 360'000 franchi di aiuti sociali.

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