La libertà di espressione sarebbe un "principio utopico"? Questo è quello che Google afferma in un documento interno, in cui prende vita l'idea di censurare apertamente i contenuti per creare "spazi ben ordinati" dove regnino "sicurezza e civiltà".
Il titolo del documento non da spazio a molte interpretazioni sul suo contenuto. "The Good Censor" ("il censore buono") è un promemoria di 85 pagine che descrive in dettaglio le idee del gigante della Silicon Valley sul ruolo che deve avere alla libertà di espressione su Internet. A rendere pubblico il documento è stato il portale americano Breitbart, la cui autenticità è stata successivamente confermata dalla compagnia.
I vari esperti del settore che si sono dedicati alla stesura del memo descrivono una realtà che dagli scorsi anni si stava facendo sempre più evidente: Google, Facebook, YouTube o Twitter si stanno allontanando oggi dalla "tradizione americana" secondo la quale la libertà di espressione è sacrosanta, a favore di una censura che renda gli spazi sulla rete "civili e ordinati" (nel documento questa sarebbe definita come la "tradizione europea") . In altre parole, ammettono di aver progressivamente abbandonato la libertà di espressione senza intermediari per ricorrere alla censura e alla moderazione di contenuti.
L'accusa che Google, insieme agli giganti della rete quali Facebook, Twitter, Apple, stia attivamente censurando contenuti e utenti, come detto, non è affatto nuova. L'anno scorso un impiegato della compagnia, James Damore, si era pubblicamente lamentato di un ambiente di lavoro "intollerante" verso le persone di destra. Damore era stato licenziato poco dopo. Agli inizi di agosto il giornalista e show-man Alex Jones della testata conservatrice Infowars era stato "espulso" praticamente in contemporanea da tutte le maggiori piattaforme digitali : Facebook, Apple, Google e Spotify. Negli ambienti conservatori e pro-Trump, la censura applicata da questi giganti della rete è considerato un dato di fatto ormai da diversi anni (come testimoniano alcune delle vignette pubblicate in questo articolo).
Secondo gli autori del documento, la missione di Google come quella di altre piattaforme dovrebbe ora essere quella di "creare spazi ben ordinati" dove regnano "sicurezza e civiltà". Un profondo cambiamento