Mondo, 11 ottobre 2018

Braccio di ferro tra UE e Italia, "siamo solo all'inizio"

Da Bruxelles arrivano giornalmente attacchi e offese nei confronti del governo italiano, che raggiunge consensi sempre più alti fra i propri cittadini. L’Italia che annuncia il rapporto deficit/pil al 2,4% e continua sulla propria strada seguendo il contratto di governo siglato tra Lega e Movimento 5 Stelle fa paura all’Unione Europea. Il braccio di ferro è appena iniziato.

Il portale Sputnik Italia ha raggiunto per un'intervista Francesca Donato, presidente dell'Associazione Progetto Eurexit , per chiederle cosa ne pensa degli sviluppi attuali e futuri dei rapporti tra la vicina penisola e Bruxelles.

Secondo Donato l'Unione Europea ha paura che il governo italiano riesca a mantenere gli impegni presi con i cittadini attuando un piano di riforme relative alla crescita e agli investimenti. Se questo avvenisse l'Italia comincerebbe a crescere e dimostrerebbe in maniera inoppugnabile che le politiche di austerità e dei vincoli di bilancio contenuti nel Trattato di Maastricht e nel Patto di Stabilità sono deleterie per i Paesi membri dell'eurozona. Un successo dell'Italia sotto l'attuale governo sarebbe un incentivo per tutti gli altri Paesi a non rispettare le regole e ad affrancarsi dal controllo esercitato dalla Commissione Europea e dalla Bce.

"Di fatto" - continua Donato - "la Bce esercita la politica economica dei Paesi membri, condiziona quindi pesantemente qualsiasi loro scelta politica. I Paesi dell'Ue sono asserviti al volere di chi in Europa e nell'eurozona ha il potere in mano, cioè la Germania. La Bundesbank è quella che ha la più alta percentuale di partecipazioni e quindi condiziona più pesantemente le politiche economiche della Bce
stessa".

Le critiche rivolte dall'UE al governo italiano e i suoi esponenti di punta, per esempio tacciandoli di xenofobia, sarebbero tentativi di screditarli di fronte all'opinione pubblica italiana. "Per l'Unione Europea l'attuale governo è una grave minaccia, perché sono consapevoli che se si dovesse arrivare ad un braccio di ferro serio, il governo italiano potrebbe fare qualsiasi scelta e sarebbe supportato dai propri elettori. Gli attacchi di razzismo sono infondati e strumentali" sostiene Donato.

Le viene poi chiesto cosa ne pensa di un'eventuale uscita dall'Euro dell'Italia e se sia una possibilità auspicabile, domanda a cui Donato risponde che la stessa debolezza dell'Euro, intenso come struttura, condanna la moneta unica. Ciò sarebbe evidente dal fatto che ogni volta che una persona più o meno in vista (l'intervistatore evoca una recente dichiarazione dell'economista Borghi, favorevole ad un'uscita dall'Euro) faccia affermazioni negative sull'Euro che il valore della moneta unica crolli.

Un ultimo aspetto discusso è il ruolo dei media nei rapporti tra UE e Italia, media che secondo Donato sarebbero una stampella degli interessi economici che stanno dietro a Bruxelles. "La stampa internazionale, quella occidentale in generale, è da sempre schierata a favore delle elite e delle multinazionali, che controllano la stampa economicamente" afferma Donato "non mi meraviglia che la stampa gridi allarmi, lanci invettive contro il nemico di turno, che oggi è il governo italiano, così come ha fatto contro gli inglesi in occasione del referendum sulla Brexit o quando ci furono le elezioni negli Stati Uniti".

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