Nell’edizione del 5 giugno scorso il Corriere del Ticino, in un servizio intitolato a tutta pagina “C’è un piano degli islamisti per conquistare l’Europa” (cosa che il sottoscritto nell’indifferenza generale va sostenendo già da una dozzina d’anni…) , aveva pubblicato una lunga e molto interessante intervista di Andrea Grillini allo scrittore algerino Boualem Sansal, autore del recente libro “Nel nome di Allah – Origine e storia del totalitarismo islamista”. Sansal fra l’altro aveva spiegato che una delle sperimentate strategie adottate dagli islamisti per indottrinare e convertire le popolazioni autoctone era quella di “islamizzare l’ambiente”, ad esempio facendo circolare le donne velate (usate dunque come strumento di propaganda) , perché “ a forza di vivere in un ambiente musulmano i bambini crescono e diventano musulmani credendosi nativi di questi valori”. Semplice ed efficace , no? Basta aver pazienza per qualche decennio e poi “zacchete”, ecco che l’Europa diventerà musulmana senza neppure accorgersene. Del resto già ora in certi quartieri di molte città europee (ad esempio quello di Molenbeek, a Bruxelles…) sembra di trovarsi in un suk (bazar) islamico…
Fra i mille modi messi in atto dagli scaltri islamisti per creare pian piano il giusto ambiente musulmano, uno che sta prendendo sempre più piede anche in Svizzera è quello delle preghiere recitate in pubblico ovunque capiti, nei giardini pubblici, nei posteggi, nelle piazze, negli aeroporti, nelle stazioni , nelle fabbriche e così via.
UNA PREGHIERA CHE ISTIGA ALL’ODIO
Qualcuno dirà che queste manifestazioni di fede sono un arricchimento culturale che dobbiamo accettare in nome del multiculturalismo. Ma quanti sanno che le preghiere che i musulmani praticanti devono recitare cinque volte al giorno , e sempre più sfacciatamente sotto il nostro naso, contengono dei passaggi che istigano all’odio verso i cristiani e gli ebrei ? Nell’ambito di queste preghiere occorre recitare più volte i sette brevi versetti che compongono la prima Sura ( capitolo) del Corano, intitolata Fatiha (Prologo) . Ed è proprio nel settimo di questi versetti che sarebbe contenuto il problematico messaggio di odio, il quale deve essere ripetuto 17 volte al giorno e dunque più di 6'000 volte all’anno. Nulla da stupirsi dunque se chi fin dalla tenera età deve subire un simile lavaggio del cervello finisce per odiare davvero gli adepti delle due grandi religioni monoteistiche rivali che il Corano definisce “la gente del Libro”.
A dimostrare in modo scientifico e inoppugnabile questa incitazione all’odio è stato il dr. Sami Aldeeb , un esperto di diritto islamico, cittadino svizzero di origini palestinesi e cristiano, domiciliato a Saint-Sulpice. All’interpretazione critica del versetto in questione, mediante un’analisi dell’esegesi attraverso i secoli, egli ha dedicato un intero libro intitolato “La Fatiha e la cultura dell’odio”.
Ma cosa dicono di così deplorevole i versetti 6 e 7 della Fatiha ? Nella traduzione italiana del Corano fatta da Federico Peirone per la collana Oscar classici Mondadori si legge la seguente invocazione ad Allah : “(6) Guida i nostri passi sul sentiero sicuro, (7) sul sentiero di coloro a cui hai elargito benefici in abbondanza, sentiero ben diverso da quello di coloro coi quali ti sei adirato, ben diverso da quello di coloro che, errando, si sono smarriti”. La traduzione francese fatta dallo stesso Aldeeb, perfetto conoscitore dell’arabo che del resto è la sua lingua madre , suona invece così : “ Dirige-nous vers le chemin droit. Le chemin de ceux que tu a gratifiés, contre lesquels [tu n’es] pas en colère et qui ne sont pas égarés” .
I BERSAGLI SONO I CRISTIANI E GLI EBREI
Apparentemente i termini che designano