MDD - È bastato un annuncio sul Mattino della domenica per innescare un’ondata di reazioni scomposte nella politica cantonale. Il settimanale ha rivelato che i due Consiglieri di Stato leghisti, Norman Gobbi e Claudio Zali, intendono scambiarsi i Dipartimenti. Un’operazione del tutto legittima e funzionale, ma che ha scatenato – secondo il Mattino – una vera e propria tempesta politico-mediatica.
Nel giro di poche ore, partiti, opinionisti e redazioni si sono lanciati in prese di posizione, atti parlamentari, editoriali indignati e commenti al vetriolo. Il tutto con toni che, osserva il Mattino, “farebbero pensare più a un colpo di Stato che a un normale riassetto interno”. La conclusione è chiara: una Lega che osa ancora prendere iniziative, mentre gli altri cianciano, fa paura alla casta.
Particolarmente bersagliato è il Partito Socialista, che si è detto scandalizzato dall’arrocco in nome della “difesa delle istituzioni”. Ma proprio il PS, ricorda il Mattino, è lo stesso che nel 2023 lasciò vacante per nove mesi il secondo seggio ticinese agli Stati per favorire l’entrata in Governo di Marina Carobbio, in piena “cadregopoli”.
Nel mirino anche il Corriere del Ticino, accusato di alimentare un clima di isteria con editoriali sempre più scomposti e biliosi. In conclusione, il settimanale ribadisce che l’obiettivo dell’arrocco è dare nuova energia a un Esecutivo “ammosciato” e ricorda che in Consiglio federale i rimescolamenti di Dipartimento sono prassi. Nessuna rivoluzione, dunque. Solo buona amministrazione.
E ai protagonisti – Gobbi, Zali e Piccaluga – arriva l’incoraggiamento finale: “Tenete duro. Come diceva Eduardo De Filippo: ‘Adda passà ‘a nuttata’.”