Sport, 23 dicembre 2024

Dopato per eccellenza ma sempre nel ciclismo

L’ex corridore Alexandre Vinokourov, vincitore a Londra nel 2012 (da ciclista “drogato”)

LUGANO - Alexandre Vinokourov è figlio del socialiasmo reale. Nasce in un paesino dell’allora Repubblica socialista sovietica del Kazakistan. Appartiene ad una famiglia numerosa e poverissima, che vive come può in un contesto difficile. Anni terribili. La nazione è una provincia di Mosca e ne subisce l’infausta influenza. E così quando il comunismo crolla nel 1991 il popolo kazako, di etnia asiatica, festeggia. Mal gliene incolse, perché c’è appena il tempo di sognare la democrazia che al potere sale il presidente Nazarbaev, che con il tempo diventa il padrone assoluto della situazione. Dittatore o uomo forte, fate voi, quest’ultimo ha il merito, l’unico, di trasformare un paese arretrato, in una nazione un po' più moderna. E ciò grazie al petrolio. 



Alexandre, nel frattempo, è diventato qualcuno. E lo deve all’allenatore francese Vincent Lavenu, che lo forma al ciclocross, sport nel quale primeggia. Ma a lui piace soprattutto la strada e nel 1998 diventa professionista. Timido, introverso, il corridore nato a Petropavlovsk si fa notare per la sua grinta (e forse altro...): vince subito un Delfinato e una Vuelta Valencia con i colori della Casinò, diretta proprio da Lavenu. Poi passa alla Deutsche Telekom, al fianco di Jan Ullrich. Con i tedeschi ottiene ottimi risultati: la Parigi-Nizza (2002), l’Amstel Gold Race (2003) e il Giro di Svizzera (pure nel 2003). Arriva terzo al Tour de France. Nel 2005 ecco il primo dei due successi alla Liegi-Bastogne-Liegi.


Con Valverde e Fuentes
La carriera del kazako va a gonfie vele ma nel 2006 si trasferisce alla Liberty Seguros e proprio quella stagione la squadra iberica viene coinvolta nello scandalo Operacion Puerto. Fra i ciclisti sotto accusa c’è pure Alejandro Valverde. I burattinai sono Eufemiamo Fuentes e Manolo Sainz. La squallida vicenda però non tocca direttamente il kazako tanto che nello stesso anno vince la Vuelta con tre vittorie di tappa. L’anno dopo però ecco la prima squalifica. Parte nel ruolo di favorito al Tour de France, Armstrong e Ferrari non ci sono più, ma una caduta, il 12 luglio, lo costringe a stringere i denti sulle Alpi (quindici punti di sutura sulle due ginocchia). Pare riprendersi nella tredicesima tappa, la crono di Albi, vincendola e rientrando così in classifica. Ma poi a Plateau de Beille va in crisi e becca quasi mezz’ora dai primi. Ma non è finita qui: il giorno dopo vince a Loudenvielle, dopo una lunga fuga. Anche i telecronisti della RAI parteggiano per lui. Auro Bulbarelli dice “Questo corridore è un esempio per i giovani”.


Il 24 luglio però il giornale francese Equipe annuncia la positività del kazako all'antidoping: sono stati rilevati due tipi diversi di globuli rossi, una dimostrazione dell’avvenuta trasfusione, una pratica vietata. L'Astana si ritira in blocco, sospendendo il corridore. Squalifica inevitabile: dodici mesi. A fine stagione Vinokourov annuncia il suo addio alle corse. Ma nel 2009 ritorna clamorosamente dopo aver scontato la pena. Ai Mondiali di Mendrisio prova la fuga all’ultimo giro ma gli va male.


Trionfo londinese
Il 28 luglio 2012 si presenta ai nastri di partenza alle Olimpiadi di Londra. Non è fra i favoriti ma a sorpresa piazza la botta vincente a 8 chilometri dall'arrivo quando parte all’attacco con il colombiano Rigoberto Uran. I due fanno il vuoto e allo sprint il kazako vince senza problemi. Alexandre è campione olimpico, sembra incredibile. Intanto, durante l’inchiesta sull’atleta italiano Alex Schwazer il procuratore pubblico Benedetto Roberti scopre alcune mail sospette tra Vinokurov e Kolobnev, nelle quali risulterebbe una frode sportiva da parte del campione olimpico che avrebbe promesso oltre 100 mila euro al compagno di fuga della Liegi-Bastogne- Liegi 2010 per farlo vincere. Ma visto che il fatto è avvenuto fuori dall’Italia il magistrato passa il dossier alle autorità di competenza (procura belga e UCI). Ma non emerge nulla. Poi nel 2021, dopo alcune vicende andate storte, Alexandre torna in sella come dirigente dell’Astana.


JACK PRAN

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