Sport, 09 settembre 2024

Una scoppola spagnola scopre le carte di una Svizzera in difficoltà

Seconda partita e seconda sconfitta per la Nazionale in Nations League: l’1-4 incassato dagli iberici mostra che la formazione di Yakin al momento non è più quella spumeggiante dell’Europeo

GINEVRA – Una fitta pioggia sopra Ginevra ha avuto il compito di sciogliere quella velina che ricopriva anche la Svizzera, facendo emergere tutte le difficoltà che la Nazionale allenata di Murat Yakin sta affrontando, specialmente dopo gli addii di Sommer, Schär e Shaqiri ai quali si sono sommate le assenze per squalifica di Elvedi e di Xhaka. Quella formazione spumeggiante, capace di annichilire anche l’Italia e di giocarsela fino ai rigori contro l’Inghilterra soltanto due mesi fa, sembrerebbe essersi sciolta ed evaporata in queste prime partite di Nations League. 

 
 
Per carità, il compito sembrava ingrato e impossibile già prima del fischio d’inizio della sfida dello Stade de Geneve, perché affrontare la Spagna campione d’Europa in carica non è facile per nessuno, ma il match di ieri sera, chiusosi sull’1-4 in favore di Yamal e compagni ha mostrato che al momento la coperta è troppo corta in casa elvetica, che i ricambi non sono ancora all’altezza di chi ha salutato il gruppo e che le decisioni tattiche – leggasi Aebischer esterno di centrocampo – non sorprendono più nessuno, anzi sono diventate un boomerang, facendo più danni che altro.
 
 
Bisogna anche ammettere che il ct non è che abbia tutte queste soluzioni che mettere una pezza lì dove la Svizzera al momento fa acqua – come esterno ci sarebbero Garcia, Lotomba e Müheim che, per un motivo o per un altro, sono tutti inadatti ora ad assumere il ruolo di titolare – ma è altrettanto vero che i nuovi arrivati, come ad esempio Wüthrich, hanno dimostrato di dover maturare ancora molto, mentre diversi capisaldi della nostra Nazionale, come Rodriguez, sono decisamente lontani dalla loro forma migliore.
 
 
E dunque, che fare? La strada intrapresa richiede pazienza, lavoro e spirito di sacrificio, ripartendo dai capisaldi del gruppo, soprattutto su un Akanji vero e ultimo baluardo di una difesa che in questo momento sembrerebbe in totale affanno, e su un attacco che comunque in qualche modo riesce sempre a metterci lo zampino, grazie alla freschezza e alla grinta dei giovani.

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