Che cosa hanno in comune l'attentatore di Mannheim e il vincitore di Eurovision Nemo? Entrambi sarebbero una minaccia per la libertà, stando alla sezione giovanile dell'UDC. In un'immagine pubblicata su X l'autore dell'aggressione con coltello a Mannheim e Nemo sono fianco a fianco. Con questo montaggio i giovani UDC associano il terrorismo islamico e l'artista non binario vincitore dell'Eurovision e denunciano allo stesso tempo il terrorismo islamico e il “wokismo”.
Il messaggio è stato rapidamente ripreso dai media di tutta la Svizzera e decine di utenti scandalizzati hanno criticato, se non insultato, gli autori. Citato da “20 Minuti”, il presidente della Gioventù socialista Nicola Siegrist difende che “Nemo si batte per una libertà che i Giovani UDC rifiuta”. Va detto che si tratta di un secondo tentativo. All'inizio dello scorso maggio a Basilea Città è stata vietata l'affissione di un primo manifesto dello stesso tipo perché considerato discriminatorio dalle autorità cantonali. A sinistra, il disegno di un uomo armato di coltello con un cappuccio nero che richiama a un estremista islamico, mentre a destra viene raffigurata una persona con i capelli dipinti, vestita di nero, con una sciarpa color arcobaleno e con uno spray in mano. Il richiamo è quello di un estremista di sinistra che vandalizza una città e che sostiene gli omosessuali.
Dopo numerose critiche indignate, i giovani UDC hanno spiegato, sempre su X, il motivo del loro messaggio. Per la loro argomentazione fanno appello alla “realtà”: “L'autore afghano dell'attacco somiglia quasi all'estremista islamico del nostro poster. Allo stesso modo, la persona non binaria sulla destra del poster ha una sorprendente somiglianza con il Nemo non binario”. Nello stesso post il presidente dei Giovani UDC Nils Fiechter chiarisce il nesso Nemo-minaccia alla libertà. “Presumibilmente apolitico, Nemo chiede l'introduzione del cosiddetto 'terzo genere'. Richiede che noi cittadini diamo un’importanza sproporzionata ai sentimenti soggettivi e non scientifici di alcuni e neghiamo i fatti biologici”.