Sport, 22 marzo 2024

“Vedere il mondo dall’alto mi dà gioia ed emozioni!”

Incontro con Roberto Delorenzi, atleta a 360 gradi: skyrunner, maratoneta e fondista

LUGANO - Roberto Delorenzi (classe 1997) è un atleta a tutto tondo. Maratoneta, fondista ma soprattutto skyrunner, uno dei migliori in Svizzera. Grande appassionato della montagna, il ragazzo di Sigirino non disdegna pratiche come lo sci alpinismo e il ciclismo. “Lo sport è vita” ci ha detto nei giorni scorsi al telefono: Roberto si trova a Tenerife per preparare al meglio un’imminente trasferta in Tibet, dove è in programma una delle prove più dure della stagione appena iniziata. 


Skyrunner, maratoneta, fondista: lei se la cava ovunque.
Sono nato corridore di montagna, iniziando la mia carriera nel 2010, poi con il tempo ho praticato tutte le discipline della corsa di lunga durata, quindi trailrunning, vertical running, skyrunning, corsa in montagna classica, podismo e atletica. In più corsa, sci alpinismo, sci di fondo e ciclismo. Dato che le corse in montagna sono molto diverse tra di loro (lunghezza, tecnicità, pendenza, dislivello), per essere competitivi bisogna saper correre ovunque, e quindi la mia polivalenza mi permette di gareggiare ad altissimi livelli in tutte le discipline della corsa in montagna. 


Atleta a 360 gradi, insomma. E quali sono le doti richieste per cimentarsi in tutte queste discipline? 
Bisogna saper fare un po’tutto: resistenza e forza per correre in salita e discesa in montagna e alta montagna; agilità e coordinazione per muoversi il più veloce ed efficiente possibile; una mentalità resiliente, mantenere la concentrazione e rimanere positivi nella fatica. Chiaramente avere una buona tecnica di corsa in montagna, soprattutto sul tecnico. E poi adattabilità, e cioè essere in grado di sapersi gestire con condizioni avverse, pioggia, freddo, vento, caldo, secco e umido. Aggiungerei inoltre orientamento e decisione: non sempre c’è il sentiero ovvio da seguire, spesso in alta montagna si corre dietro alle bandierine e ognuno decide la sua traiettoria. Infine è fondamentale decidere al volo su quale sasso mettere il prossimo piede...


Ma non solo…
Esatto, anche il controllo della fatica: sapersi gestire è fondamentale, sia rispetto agli avversari che con la quota; è subito fatto di andare in crisi e buttare via una gara. Senza dimenticare nutrizione e idratazione: è importantissimo in base alla lunghezza e alle condizioni della gara saper alimentarsi nella maniera corretta. Infine costanza, dedizione, assenza di infortuni, amore in quello che si fa e equilibrio con la vita di tutti i giorni. Fare in modo che ci sia meno stress possibile. 


Quale predilige degli sport di cui abbiamo parlato sinora? 
Mi piacciono tutti a dire il vero, quello che magari mi dà più soddisfazione è lo skyrunning, quindi competizioni con salita e discesa abbastanza tecniche di durata tra l’ora e le 3 ore. 


Si narra che a 13 anni partecipò ad una gara di sci con racchette, accompagnato da suo padre. 
Sì, è stata la mia prima competizione che è poi stata “il trigger” che mi ha fatto amare questo sport. 


La montagna, ci immaginiamo, le suscita emozioni.
Certo! Amo stare nella natura, mi è sempre piaciuto e mi piace spostarmi da un posto all’altro leggero con le mie forze e vedere il mondo dall’alto. Correre e faticare nella natura mi fa scaturire emozioni che in base all’umore del giorno si amplificano e ti arricchiscono.


Quindi, se abbiamo capito bene: le discipline da lei praticate inducono ad amare la natura. 
A dire il vero potrebbero indurre anche ad odiarla (ride, ndr): correre è faticoso e se non ti piace e lo fai addirittura in salita, potrebbe portarti a disprezzare tutto ciò che ti circonda, almeno quella natura collegata alla corsa in montagna. Credo però che bisogna amarla prima di praticare la corsa in montagna, quando però si riesce anche ad avere una condizione fisica che ti permette di starci tanto tempo e raggiungere luoghi impervi e discosti senza dover morire di fatica. Credo che è proprio in quelle condizioni che tutto si amplifica e riesci ad amare la natura ancora di più. 


Lei ha corso anche in Africa a 4000 metri sul livello del mare. Differenze con le altre gare? 
Due anni fa ho corso in Tanzania una gara di 60 km con il punto più alto situato sulla vetta del Kilimangiaro, cioè a 5895 metri, e un totale di 30 km sempre sopra la quota dei 4000. Quale è la differenza con le altre gare di corsa in montagna? Direi nulla se non l’assenza di ossigeno: è chiaro che la quota influenza tantissimo, e quindi bisogna prepararsi al meglio e poi sapersi gestire andando al proprio ritmo. 


E si è pure fregiato del titolo di campione del mondo. 
Sì, sono stato 4 volte iridato di skyrunning e vertical nelle categorie giovanili (Under 20 e Under 23) e poi nella categoria assoluta ho vinto nel 2021 il bronzo nella prova vertical e nel 2022 sono diventato campione del mondo di skyrunning in Italia (in Val Bognanco, sopra Domodossola). 


In Ticino, in particolare, detiene anche dei record. 
Nella discipline di corsa in montagna ho ottenuto parecchi primati. Ma anche nel podismo o nella atletica detengo il record sui 10 km, nella mezza maratona, nella maratona Under 20 e nei 3 mila metri indoor.


Nel nostro cantone esistono altri atleti in grado di ottenere i suoi risultati?
Nella corsa in montagna, sicuramente ci sono ragazzi e ragazze talentuosi con voglia di fare; chiaro che per arrivare ad buoni livelli non basta solo talento e voglia, bisogna poi avere la costanza negli anni, fare le cose bene e avere anche un po’ di fortuna. Sarei contentissimo se ci fosse qualcuno che ama la disciplina come il sottoscritto e raggiungesse i miei risultati o magari anche migliori. Sarei il primo ad applaudirlo e a sostenerlo.


Ci può spiegare cosa significa gareggiare sul chilometro verticale? 
Il VK o vertical kilometer, e una competizione di 1000 metri di dislivello complessivi con uno sviluppo che non devesuperare i 5 km. Tutte le gare di vertical con una pendenza media inferiore al 20%, non possono essere considerati vertical. 


Che tipo di allenamenti svolge?
In generale faccio 2 allenamenti al giorno quasi sempre, e ogni 3/4 giorni svolgo un allenamento intenso. Diciamo che per il 80-90% dei miei allenamenti corro, poi in base al periodo dell’anno faccio del crosstraining con altri sport 


A proposito di preparazione: in questo periodo lei si trova in Spagna. 
Sono a Tenerife per un campo di un mese. Mi mantengo in forma in una zona denominata Teide quindi spesso sopra i 2000 metri: tre volte a settimana salgo a 3500 metri con l’intento di acclimatarmi in vista per delle competizioni in programma in aprile. Si tratta della Golden Trail World Series, prova che si svolge in Tibet e quindi in in altura, con partenza da 3500 metri e con il punto più alto posto a circa 4500 metri. Per tornare alla domanda: ho deciso di venire a Tenerife perché a queste quote non c’è neve e riesco a correre tranquillamente. Precedentemente ho corso sull’isola vicina di Las Palmas la prima prova di skyrunning World Series 2024, vincendola con tanto di record del tracciato.


Obiettivi futuri?
Vorrei essere nella top 5 nelle GTWS (Golden Trail World Series) e naturalmente vincere la SWS (Skyrunning World Series). Senza dimenticare un altro obiettivo, ovvero il titolo ai campionati Europei di corsa in montagna. Correrò la prova di salita e quella di up and down. Ho parecchia carne al fuoco.

A.M.

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