Il Lugano, che come gli ospiti ha confermato il line up di gara 1 (terminata 4–4), ha giocato per altro una gara molto accorta e difensivamente valida, come da tempo non si vedeva, ad immagine di un Mirco Müller molto in palla e di un Tennyson che certamente potrà venir buono in questo finale di stagione. A partire dai quarti di finale, nei quali il Lugano se la vedrà contro il Friborgo, rivale ostico ma alla portata. Nella squadra di Luca Gianinazzi si sono messi in evidenza anche quei giocatori che di solito non fanno la differenza. Il marchio della vittoria è comunque finlandese: Alatalo ha segnato la rete iniziale a soli 14 secondi dalla prima sirena, Ruotsalainen ha messo il sigillo sulla vittoria quando la porta HCAP era sguarnita e, come detto, Koskinen è stato il vero protagonista di serata.
Il match è stato molto intenso ma meno spettacolare di quello disputato giovedì alla Gottardo Arena. Difese ermetiche, marcamenti stretti e puntate offensive controllate, con il Lugano a cercare la verve dei propri uomini migliori e i leventinesi a disturbare Koskinen davanti allo slot. Per lunghi tratti, soprattutto nel secondo tempo, la squadra di Cereda ha messo molta pressione, senza tuttavia produrre nulla. Per la bravura del cerbero locale, per imperizia e anche sfortuna. Il Lugano, che in power play ha fatto ancora cilecca, non si è comunque mai disunito e nel terzo finale ha trovato il raddoppio con Carr, dopo un errore difensivo degli ospiti. Ospiti che sono tornati in partita con Bürgler. Poi Ruotsalainen, con Juvonen in panchina, ha trovato il decisivo 3-1 a porta vuota. I biancoblù possono comunque recitare il mea culpa per il pareggio di 48 ore fa: sul 4-0 avevano ormai in mano la sfida. E invece...