Sport, 08 febbraio 2024

1967, semifinale di Coppa: in 60 mila al San Giacomo!

Sabato si è giocata Basilea-Lugano, in passato una grande classica del nostro calcio

LUGANO - Sabato sera al Sankt Jakob Park si è giocato Basilea-Lugano, una sfida che un tempo era fra le più emozionanti e attese del nostro calcio. Alla vigilia di una partita di campionato fra bianconeri e renani del 2019 scrivemmo a proposito: “Erano incroci leggendari, battaglie epiche. Odermatt contro Luttrop, Kunz contro Prosperi, Hauser versus Simonetti. Partite da brivido, molto sentite e pure polemiche. Erano gli Anni Sessanta, epoca di grandi cambiamenti sociali e politici: l’uomo che andava sulla Luna, le Olimpiadi insanguinate di Città del Messico, l’oceanico raduno musicale di Woodstock”. Altri mondi, in cui la passione e l’entusiasmo popolare avevano elevato il nostro massimo campionato a livelli mai visti. E se Basilea-Lugano o Lugano-Basilea erano cariche di emotività e iperboliche definizioni (la stampa era presentissima ogni giorno a raccontare le gesta dei protagonisti), oggi l’entusiasmo si è affievolito, e per motivi del tutto intuibili. 



I renani hanno perso qualità e prestigio a favore dello Young Boys mentre il club bianconero non può ancora puntare al titolo, visto che non ha, per ora, i mezzi per farlo. Nella storia del nostro movimento calcistisco Basilea-Lugano (o Lugano-Basilea) resta comunque una partita particolare, che conserva un fascino tutto suo. Vi proponiamo un riassunto di alcune partite fra queste due squadre che hanno fatto la storia del calcio svizzero.


12 aprile 1967, Coppa amara
Coppa Svizzera: si gioca la ripetizione della semifinale. È in programma di mercoledì sera e la TSI decide di trasmetterla in diretta (fatto decisamente inusuale): sulle tribune ci sono quasi 60 mila spettatori, record di pubblico che resiste ancora oggi alle nostre latitudini. Il clima è rovente, sembra di essere alla Bombonera di Buenos Aires, dove abitualmente gioca il Boca Juniors. Tantissimi i tifosi ticinesi presenti sugli spalti a sostenere il Lugano di Louis Maurer. Ma i padroni di casa, trascinati da un Karli Odermatt in gran spolvero, alla fine vincono di misura (2-1) e si qualificano per la finalissima. Nel Lugano si distingue Otto Luttrop che poco prima della pausa (e con i renani in vantaggio per 1-0) segna un gol da antologia. Da lunga gittata calcia una punizione di tremenda potenza che sorprende il portiere Kunz. I basilesi, colpiti nel morale, faticano parecchio a riprendersi, sembrano un pugile suonato. Ma a 15 minuti dalla fine, un po’ contro l’andamento del gioco, l’allenatore- giocatore del Basilea, il tedesco Helmuth Benthaus decide la gara. Risultato bugiardo, scrissero i giornali ticinesi. Dichiarazione: Remo Pullica, difensore del Lugano: “È stata un’autentica battaglia. Dopo la rete di Luttrop, non siamo stati capaci di sfruttare il calo psicologico dei nostri avversari. Potevamo segnare almeno un paio di gol e invece non ne siamo stati capaci. E chi non segna, alla fine paga dazio”.


10 settembre 1967: che rivincita!
È la stagione della leggendaria vittoria in Coppa Svizzera e dello spareggio per il titolo a tre (fra bianconeri, Zurigo e Grasshopper, vincerà la squadra di Kuhn). E il 10 settembre va in scena il primo confronto diretto fra le favorite al campionato. A Cornaredo arrivo lo squadra renana, e sugli spalti ci sono 15 mila spettatori, di cui almeno 3 mila dalla Svizzera interna. Il Lugano domina dal primo all’ultimo e grazie ad una spettacolare doppietta di Vincenzo Brenna manda al tappeto gli avversari: 4-2, che botta! I giornali nostrani esultano: le parole spettacolo e gran calcio spopolano. Quella sera Luttrop e soci sono nelle alte vette della classifica. E in città, e nei ristoranti tradizionalmente occupati dai tifosi luganesi, è festa grande. Altre epoche. Oggi di bar che parlano di calcio e del Lugano in città non ce ne sono più. Che tristezza! Dichiarazione: Vincenzo Brenna, attaccante del Lugano: “Mi ero ricordato che nell’allenamento di sette giorni fa con la Nazionale, il portiere basilese Kunz aveva mostrato delle incertezze sui palloni da bloccare in presa. E allora ho fatto tesoro di quanto avevo visto e mi sono scatenato”.


6 maggio 1992, rimonta finale
Il Lugano è finito nel torneo di promozione-relegazione. E così a Natale Marc Duvillard viene esonerato. Al suo posto Karl Engel, che chiede furore agonistico e applicazione tattica. In Coppa le cose vanno meglio e nei quarti i bianconeri affrontano al San Giacomo il Basilea, che non sta certo attraversando un bel periodo. I tempi di Odermatt e Benthaus sono distanti anni luce (in tutti i sensi). In casa ticinese c’è la novità Paulo Henrique Andrioli, arrivato a febbraio al posto di Carlos Tapia. Il brasiliano ha talento e grande visione di gioco. E proprio quest’ultimo nei secondi di recupero decide il confronto: a quattro minuti dal fischio finale il Basilea è ancora in vantaggio. Poi Marco Walker prima e il sudamericano provieniente dal Fluminense poi ribaltano la contesa (2-3). Dichiarazione: Karl Engel, tecnico bianconero: “Alla fine passa chi segna un gol in più. Ai punti avremmo probabilmente perso. Il Basilea per lunghi tratti ci ha messo sotto ma noi non abbiamo mai mollato e alla fine con cuore e carattere l’ abbiamo portata a casa. Bravi ragazzi…”


13 dicembre 1998, la fine di un ciclo
Ultima partita di Karl Engel: il Lugano neopromosso in Lega Nazionale A , non si è qualificato per girone per il titolo. Senza gioco, senza qualità in campo, la squadra non ha mai dato l’impressione di poter entrare nelle prime otto. La partita che chiude la prima fase è in programma a Basilea. Tifosi e dirigenti bianconeri si aspettano una prova d`orgoglio, oltretutto quella sfida è carica di significati: è l`ultima del mitico San Giacomo, che verrà mandato in pensione. Il nuovo stadio sarà pronto nella primavera del 2001. La contesa? Gli ospiti dominano e vincono (1-3), anche perché i rossoblù, ormai sicuri di andare nel gruppo delle 8 migliori, sono già in vacanza. Si mettono in evidenza Uwe Wegmann, che segna una bella doppietta, e Massimo Lombardo. Finisce 3-1 per il Lugano. Vittoria inutile. Dichiarazione: Helios Jermini, presidente del Lugano: “Il tecnico Karl Engel difficilmente resterà. Ci tengo comunque a dire che anche i giocatori sono responsabili del nostro tracollo. Avevamo ben altre ambizioni”.


7 luglio 1999, Sonzogni il visionario
Il Lugano è una polveriera. Il presidente Helios Jermini ha appena licenziato Enzo Trossero (uno dei peggiori allenatori visti a Cornaredo); al suo posto arriva a stretto giro di posta Giuliano Sonzogni, tecnico amante del bel calcio (a parole). Ne caldeggia l’ ingaggio il presunto patron Pietro Belardelli (mai cacciata una lira!). In pochi giorni il bergamasco deve mettere insieme una squadra che è stata costruita per Trossero. L’esordio in campionato è comunque promettente: alla presenza di 6 mila spettatori, il Lugano gioca con cuore e determinazione contro un Basilea sparagnino, e all’ultimo assalto, grazie a Magnin, realizza la rete dello strameritato pareggio (1-1). Nel primo tempo si fa male il portiere Hürzeler, dopo un scontro con Koumantarakis. Alcuni giorni dopo da Cremona arriverà Stefano Razzetti. Che resterà bianconero sino al 2003, l’anno del fallimento. Dichiarazione: Dario Rota, giocatore del Lugano: “Per Giuliano Sonzogni non è stato facile scegliere l’undici da mandare in campo. Quattro allenamenti non sono certi bastati per trovare amalgama e gioco. Alla fine dopo tantissime occasioni siamo riusciti finalmente a segnare una rete”.

MDD

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